Al Teatro della Cometa du Roma, fino al 6 gennaio 2019
Roma. Stesso palco, stessa attrice, stesso registro. Michela Andreozzi porta al Teatro della Cometa uno spaccato in bianco e nero, o meglio, in spalline e cotonature, che strizza l’occhio ad un format testato la scorsa stagione quasi nello stesso periodo. A gennaio, infatti, nel cartellone romano campeggiava “Maledetto Peter Pan” (in originale “Le Demon de Midi”), fortunato spettacolo francese, nato fumetto dall’arguta Florence Cestac, traslato a teatro e arrivato nelle sale cinematografiche. Poi tradotto (anche) in italiano e portato in Italia dalla Andreozzi, diretta dal marito Massimiliano Vado. E rieccoci: la formula è ibrida, fra commedia e stand-up, piacevole, e la riflessione è su una fase molto importante dell’essere umano, non più la crisi di mezz’età, ma l’adolescenza.
Siamo nella cameretta dell’adolescente tipo, che fa da incubatrice ad una serie di personaggi felicemente rimessi al mondo, direttamente dagli anni Ottanta. Difficile non riconoscersi in una galleria di compagni di classe, patemi d’animo, turbe ormonali, fisime e escono fuori dal diario o dal telefono (unico esemplare in casa). Tutto era analogico, non esistevano email né cellulari, non le spunte blu: ci voleva coraggio ad esporsi, l’amore era per i temerari. E, se proprio si ammetteva di aver bisogno di un aiuto, si poteva ricorrere alla Posta del cuore, alle rubriche sui periodici per ragazzi. Andreozzi regala al pubblico una splendida sessuologa calabrese.
La regia, questa volta, è di Paola Tiziana Cruciani, che firma anche il testo, insieme a Giorgio Scarselli e alla stessa Andreozzi. Le scene sono ritmate da canzoni talmente pop da rischiare l’effetto karaoke. Tributo maggiore pagato alla Francia, che vince su tutti con “Il tempo delle mele”, perché gli adolescenti (romani) anni Ottanta devono obbligatoriamente aver amato qualcuno sulle note di “Reality”.
Spettacolo divertente, nostalgico, esorcizzante per alcune – che la bionda rubacuori del liceo, oggi sia una separata che vive di botox? Forse no, ma al momento se ne ride.
Maria Vittoria Solomita