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Presentato a Livorno il Concerto di Capodanno 2019

Data:

L’attesa manifestazione, giunta alla quattordicesima edizione, si terrà martedì 1 gennaio 2019, alle ore 18, nel Teatro Goldoni e rappresenterà un incontro augurale con la città per salutare tutti insieme il nuovo anno.
Il concerto, evento fuori abbonamento, è stato realizzato grazie al rinnovato rapporto di collaborazione che lega Fondazione Livorno, Conservatorio Pietro Mascagni ISSM e Fondazione Teatro Goldoni: Fondazione Livorno, con il suo impegno continuo e intenso a sostegno della cultura del territorio, Teatro Goldoni sempre più orientato alla diffusione e valorizzazione della musica e delle arti del palcoscenico, e Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni con la sua attività didattica e concertistica di altissimo livello, i suoi alunni e i suoi insegnanti.
Il programma musicale scelto per l’occasione, popolare e con brani classici che la tradizione colloca nei concerti dall’atmosfera tipicamente natalizia, è stato illustrato nel corso della conferenza stampa

Programma
John Philip Sousa
The fairest of the fair
Mother Goose
Jesùs Arturo Màrquez
Conga del Fuego
Edvar Grieg
Peer Gynt suite n. 1 op. 46
Gioachino Rossini
La Gazza Ladra, ouverture
ohann Strauss figlio
Rosen aus dem Süden op. 388
Éljen a Magyar! – Polka-schnell op. 332
Frühlingsstimmen op. 410
Leroy Anderson
The Typewriter
Johann Strauss
Radetzky March

Il Concerto dell’Orchestra del Conservatorio “Pietro Mascagni” ISSM, diretta da Lorenzo Sbaffi, come ormai da radicata tradizione celebra il Capodanno e saluta il 2019 con alcune pagine che appartengono a un repertorio assai amato anche per la sua allegra leggerezza.
È il caso dei due brani in apertura di serata di John Philip Sousa (1854-1932), compositore e direttore di banda statunitense, conosciuto soprattutto per le sue marce, fra le quali l’Orchestra del Mascagni e Lorenzo Sbaffi propongono due delle meno note e meno eseguite.
The fairest of the fair, è una delle più melodiche: espone un primo tema di carattere marziale che si stempera, però, in una melodia di composta allegria primaverile. Scritta per l’annuale Boston Food Fair del 1908, s’ispira al ricordo di una giovinetta che l’autore aveva veduta in una precedente edizione della manifestazione.
Si ascolta poi Mother Goose, un medley di brani per bambini, che Sousa, di proverbiale sense of humour, usò una volta per richiamare in maniera spiritosa l’attenzione di un pubblico che sembrava disattento. “Si stanno comportando come bambini!”, disse ai suoi orchestrali. “E noi daremo loro musica da bambini. Suvvia, signori, prendete ‘Mother Goose’!”
Ancora un brano di grande vivacità è la Conga del Fuego, composta nel 2005 dal messicano Jesùs Arturo Màrquez Navarro (1950). Figlio di un mariachi, il cui padre a sua volta era un musicista folk messicano, Màrquez attinge largamente a forme musicali e stili nativi del Messico integrandoli nelle sue composizioni orchestrali.
Chiude la prima parte del concerto Peer Gynt, suite n. 1 op. 46, una delle due Suite sinfoniche che Edvar Grieg (1843-1907) trasse dalle musiche di scena che aveva composto per l’omonimo dramma in versi di Ibsen, andato in scena a Christiania, l’odierna Oslo, nel 1876.
Il mattino, La morte di Åse, La danza di Anitra e Nell’antro del re della montagna sono gli episodi che la compongono, alcuni dei quali utilizzati più volte nel cinema, come il tema di Nell’antro del re della montagna, che è il motivo fischiettato dal protagonista di M – Il mostro di D Düsseldorf, di Fritz Lang.
Di successo più duraturo di quanto non abbia serbato l’opera, l’Ouverture da La gazza ladra di Gioachino Rossini (1792-1868) introduce la seconda parte del programma.
Preceduto da un baldanzoso rullo di tamburo, il Maestoso marziale apre la pagina con un tema di marcia, sostenuto dalla percussione, e, dopo essersi largamente sviluppato, cede il passo al famosissimo Allegro, anch’esso introdotto dal ritmo militaresco del tamburo.
Il tema, in un primo momento enunciato dai soli archi, sfocia in un potente pieno orchestrale, per riproporsi e svilupparsi, mano a mano acquistando le voci dei legni, dei fiati e via via di tutte le sezioni orchestrali, secondo la folgorante e allora nuovissima tecnica del crescendo rossiniano.
E sempre più nel vivo di una festa gioiosa ci portano le tre composizioni di Johann Strauss figlio (1825-1899): Rosen aus dem Süden, Éljen a Magyar! – Polka-schnell e Frühlingsstimmen, tre pagine fra le più note del celebre autore viennese.
Rosen aus dem Süden fu composto da Johann Strauss figlio assemblando i temi principali dell’operetta Das Spitzentuch der Königin, del 1880. Scritto di getto – l’edizione per pianoforte fu pubblicata solo cinque giorni dopo la prima dell’operetta al Theater an der Wien – questo valzer di ampio respiro melodico concentra una fresca e generosa invenzione tematica, riuscendo, al contempo, a combinare i tanti motivi e le diverse idee musicali in un profilo unitario di evidente coesione poetica.
Lo stesso Strauss, che poco confidava nel successo dell’operetta, di cui questa pagina è sintesi, fu però buon profeta nel prevederne un successo inattaccabile nel tempo.
Perfino vorticoso è il ritmo di Éljen a Magyar! – Polka-schnell, composta nel marzo del 1869 e dedicata “alla nobile nazione ungherese”. La pagina fu eseguita per la prima volta nella cittadina ungherese di Pest, per l’inaugurazione del Redoutensaal, dove il pubblico l’accolse con applausi trionfali.
Scritto per il celebre soprano austriaco Bianca Bianchi, Frühlingsstimmen è ancora oggi una pagina di grande virtuosismo vocale. Arrangiato da Johann per sola orchestra nel 1883, Frühlingsstimmen espone un tema principale e un tema secondario, cui si alterna un secondo nucleo tematico ampiamente sviluppato, per chiudersi poi in un vorticoso, brevissimo finale che riafferma il motivo di esordio della pagina.
Con The Typewriter, dello statunitense Leroy Anderson (1908-1975), si compie una breve, divertente incursione nel ‘900. Formatosi a Harvard, Anderson fonda la sua fortuna in gran parte sui pezzi da concerto, brevi e originali, che scrisse per la Boston Pops Orchestra e che trovarono molteplici occasioni d’uso nel cinema come anche in programmi televisivi di successo in USA.
In particolare, questo The Typewriter divenne famosissimo per essere stato utilizzato nell’esilarante pantomima di Jerry Lewis “dattilografo” nella pellicola del ’63 Dove vai sono guai!
La macchina da scrivere è modificata in modo che funzionino solo due tasti. Ma benché si possa pensare che per suonare una macchina da scrivere serva un dattilografo, Anderson sosteneva, invece, che “solo un percussionista esperto possiede la necessaria flessibilità del polso”. Nell’occasione i percussionisti esperti sono Francesco Bertoli e Samuel Baldi.
Composta da Johann Strauss padre per celebrare la repressione dei moti milanesi del 1848, la Radetzky March ha ormai perso quella sua connotazione e, consacrata quale brano di chiusura del tradizionale grande Concerto del Musikverein di Vienna, quasi s’impone quale classico commiato del Concerto di Capodanno.

Biglietti in vendita al botteghino del Goldoni (tel.0586 204290) il martedì e giovedì ore 10-13, il mercoledì, venerdì e sabato ore 16.30-19.30. Nel giorno di rappresentazione la biglietteria sarà aperta due ore prima dell’orario di spettacolo. Prezzi: posto unico numerato € 10. E’ anche possibile acquistarli online su www.goldoniteatro.it e www.ticketone.it.

Mauro Guidi

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