Teatro Olimpico fino al 6 gennaio 2019
Roma. Come ogni anno, c’è da pagare l’IMU, da superare l’influenza stagionale, c’è il bollo auto e ci sono Lillo&Greg al Teatro Olimpico. In abbonamento, fuori abbonamento, in primavera, in autunno, soprattutto a cavallo delle feste natalizie – che pure è un’ottima possibilità di sganasciarsi e non pensare alle tasse.
Il pubblico dell’Olimpico oramai li conosce e se li aspetta. O forse no. Perché il duo ha sentito comunque il bisogno di spiegare esattamente chi è chi; non basta chiamarli “Lilloegreg”, “Ciao, Lilloegreg”, magari cercando di fermarne uno solo. Per evitare l’interscambiabilità in cui ancora qualcuno cade, i due hanno tenuto a battesimo quest’ultimo spettacolo lanciandosi in una validissima canzonetta didascalica: “Io sono Lillo, io sono Greg”. Chiarite le (indubitabili) identità, i due hanno inanellato una serie di sketch, dentro e fuori cornici televisive e radiofoniche note: da “Normal man” a “Che, l’hai visto?”. Il tutto, affiancati da Vania Della Bidia e Marco Fiorini e dal maestro Attilio di Giovanni – suoi i notevoli arrangiamenti di una canzonetta partita come veterosanremese-ramazzottiana, spinta oltre il reggae e sfociata nella lirica più pavarottiana. Bravura e coraggio. Il pubblico ha molto apprezzato.
In due ore di spettacolo, Lillo&Greg hanno affrontato quei temi che li rendono tanto trasversali, quasi idolatrati da un target vistosamente eterogeneo: tradimento, corteggiamento, colloquio di lavoro, eroismo, bisogno di trascendenza.
Il registro è il solito, inconfondibile. L’umorismo colto e sagace è condensato in pillole, in gag e “fantastici sketch”, come il titolo sottolinea. Entrate a schiaffo, confini labili fra personaggi (chi fa chi?), tandem realtà/finzione, una scaletta rapida ma piena, su una scena pop che fa l’occhiolino alle ultrapop strisce di supereroi – Andrea Simonetti paga un tributo netto e bello al pois di Roy Lichtenstein.
Lillo&Greg sono seguiti da un pubblico che li apprezza per intelligenza ed ironia. E l’intelligenza, oltre ad essere intramontabile, resta in cartellone anche a Capodanno, per alternare “fantastici sketch” a fantastici brindisi.
Consigliatissimo.
Maria Vittoria Solomita