L’arte e la musica gli scorrono nelle vene. Sarà l’animo bolognese, terra che ha dato i natali ad alcuni dei più famosi cantanti del nostro Paese. Sarà che ritmo e melodia lo accompagnano ormai da anni nelle sue creazioni e nelle sue esibizioni, trasmettendo un senso di energia e benessere. La storia di Alessandro Querzoli è quella di un musicista – oggi 42enne – che attraverso i suoni ha deciso di condividere la sua sensibilità artistica. Musica, musicoterapia e formazione sono gli ambiti di cui si occupa nel quotidiano nel tentativo – ottimamente riuscito – di portare la musica all’interno di ogni contesto possibile, utilizzando il potere evocativo del suono. La parola sperimentazione riassume a meraviglia il suo modo di intendere l’arte. Dalle vibrazioni di strumenti ancestrali proposte per un concerto armonico ad un laboratorio finalizzato al benessere per arrivare poi ad un bagno di suoni e culminando alla grande energia del ritmo delle percussioni per una serata di divertimento adatta a club, eventi e feste. Una varietà di generi, gusti e ritmi che gli hanno permesso di non adeguarsi mai alle mode e di ricercare il giusto algoritmo per soddisfare il piacere d’ascolto delle persone. “Mi piace sempre provare a creare un prodotto artistico che sia davvero multimediale, sentire che la performance è composta da molteplici modalità espressive – racconta Alessandro Querzoli – la musica, la danza, la pittura, la scultura, la poesia… tutte le arti sono strettamente interconnesse. L’arte trascende la realtà del conosciuto per entrare nello spirito dell’essere umano e connetterlo con la pura e semplice magia della vita”.
Partiamo dalle tue collaborazioni, alcune delle quali straordinarie…
Sicuramente la collaborazione con la Bacardi, R.D.S. e la A.A.D.V. Entertainement per i due BACARDI TOUR 2017 e 2018 nelle migliori discoteche sulle spiagge italiane mi hanno permesso di suonare al Papeete Beach, al Nabilah, allo Shada, alla Capannina, al Dum Dum Republic e in tanti altri locali di tendenza; mi piace anche ricordare la collaborazione nel 2015 con Ricky Rinaldi conosciuto anche come Ohm Guru, storico dj & producer della IRMA RECORDS, e tante altre collaborazioni che mi vedono protagonista.
Ultima in ordine di tempo quella con la IsaVis Records…
Con cui è uscito nel 2017 il mio ultimo singolo Ancesta Safari 2, suonato in diverse radio europee e presente in varie compilation. E poi voglio citare il mio ambient jazz music duo Aperi Style, sax e percussioni, che mi ha permesso di suonare in altrettanto prestigiosi contesti.
Cos’è per te la musica?
La musica è il paesaggio sonoro che voglio decidere come dipingere ogni giorno della mia vita. Ogni cosa che rappresenta la tua forza, è allo stesso tempo fonte della tua debolezza. Quindi… non c’è rimpianto di cosa non ho potuto avere. Va bene così come è, ovviamente senza rinunciare mai a migliorami.
Guardiamo già al futuro: che progetti ci sono… in corso?
Il mio nuovo progetto si chiama TOKO LOCO e riguarda l’utilizzo delle nuove tecnologie abbinato agli strumenti ancestrali. Rito & Postmodernità: ecco dove voglio andare. Sonorità digitali e moderne, energetiche e ballabili abbinate al fascino di strumenti ancestrali e remoti. Spero di trovare un manager che sia interessato a propormi, in Italia con il progetto Toko Loco e all’estero come live percussion performance per i club e le discoteche.
Da qui si capisce che Alessandro Querzoli è artista eclettico…
La mia passione è per il ritmo, dove però ritmo non vuol dire assenza di melodia. Io suono “melodie ritmiche” che possano accendere un fuoco dentro di noi, così come creare un’atmosfera affascinante e romantica.
La formazione ti è stata essenziale per giungere ad oggi?
Ho frequentato il Conservatorio per due anni e mezzo, ma onestamente… mi toglieva la voglia di suonare.
Poi ho iniziato a collaborare con grandi artisti che facevano parte di un movimento degli anni ’90 che si chiamava “afro-raduno” e che organizzavano feste in tutto il nord Italia, in Austria e altre parti d’Europa. Ai tempi io ero il ragazzo che stava dietro le quinte e portava le borracce agli artisti: ogni tanto salivo sul palco, con in mano un qualche sonaglio ma niente più. Questo movimento ha sdoganato il mondo dell’afro funky in Italia ma così come è nato, si è rapidamente estinto.
Forse per questo hai iniziato a specializzarti…
Ho intrapreso un percorso molto personale, tra i 20 e i 30 anni ho viaggiato in ogni parte del mondo per conoscere realtà musicali di ogni tipo. Ho collaborato con scultori, pittori, attori, ballerini, musicisti… finchè ho capito l’importanza per me di sviluppare un suono unico, un “mio” suono, sia interiore che esteriore. Ho lavorato sul “mio” suono, sul concetto di tempo e di accentazione ritmica. Ho frequentato anche una scuola sperimentale di musicoterapia e successivamente mi sono aggiornato frequentando ulteriori corsi.
Fino ad arrivare all’oggi.
Ho concentrato le varie esperienze vissute e il lavoro svolto su quanto descritto per offrire al mercato le mie proposte artistiche con più continuità e ho ottenuto un buon feedback di interesse e risultati. Più di 500 tra performance, spettacoli, workshop e masterclass, 11 album a cui ho partecipato, suonato per brand quali Bacardi, RDS, Lamoborghini, Pitti Uomo e locali come Nabilah, Papeete Beach, Club Land, Sinatra…
Sui social fai molto… “rumore”!
Lì prevale la mia parte artistica, la mia figura di percussionista, di musicista di strumenti ancestrali e di performer. Non sono di certo il migliore del mondo, ma sono sicuro che se servono ritmo, energia ed emozioni attraverso le percussioni e attraverso il suono… sono l’uomo giusto per voi! Ecco l’immagine che vorrei veicolare: io lavoro affinché quello che sono, e quindi quello che faccio, possa trasmettere positività, benessere, allegria ed energia.
Luca Fina