Teatro Pietro Mascagni, Chiusi. Giovedì 21 marzo 2019
Galeotta è stata la fortunata partecipazione in coppia a Tale e Quale Show, lo spettacolo condotto da Carlo Conti: da qui è nata l’idea di tornare insieme, dopo quindici anni (ossia dai tempi de La strana coppia, 2003), per un nuovo progetto teatrale. Ed ecco a voi Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show: due ore caleidoscopiche e scoppiettanti di sketch, monologhi, imitazioni, numeri musicali (prevalentemente di Lopez, crooner “all’americana” di tutto rispetto) e improvvisazioni, proprio come ai vecchi tempi, con un affiatamento e una complicità che non hanno per nulla risentito degli anni di lontananza trascorsi, e che anzi esaltano il valore dei due artisti, veri e propri intrattenitori nati.
Scritto dagli stessi protagonisti, lo show marcia a ritmo indiavolato, seguendo un percorso imprevedibile e privo di un vero e proprio filo conduttore, ma con un’unica certezza: ci si diverte! Si ride molto, certo, ma si ascolta anche della buona musica, con alcuni classici dello swing passati in rassegna con voce sicura da Lopez, accompagnato per l’occasione dalla Jazz Company diretta dal M. Gabriele Comeglio, gruppo a cui il duo lascia spazio per un piacevole intermezzo, con un’ottima esecuzione dello standard jazz A night in Tunisia di Dizzy Gillespie. Agli impeccabili numeri musicali del collega, Solenghi “risponde” con una riuscita imitazione/omaggio di Giorgio Gaber (Lo shampoo). Venendo al clou, cioè alla parte comica, tra i momenti più spassosi è doveroso citare senz’altro il surreale incontro tra i due papi (Francesco e Benedetto XVI), impegnati a disquisire di cucina e di… Topo Gigio! Impagabili anche il monologo di Amleto recitato da Solenghi in varie lingue, oltre al duetto Maurizio Costanzo (Lopez)/Giampiero Mughini (Solenghi). Qualche passaggio meno efficace c’è (come il duetto musicale Gino Paoli/Ornella Vanoni), ma si tratta comunque di eccezioni quasi “fisiologiche”, in uno spettacolo di due ore.
Quando meno te l’aspetti, al termine di una pirotecnica carrellata di imitazioni di politici (tra cui Prodi, Berlusconi e Di Pietro) firmata Lopez, arriva l’unico momento serio dello spettacolo, che è anche il più emozionante: il sentito ricordo dell’indimenticabile Anna Marchesini, polo femminile del mitico trio che fu (ricordate la loro parodia televisiva de I promessi sposi?), scomparsa nel 2016 e omaggiata con una sorta di preghiera che i due ex compagni recitano insieme con palpabile trasporto. Non manca nemmeno un po’ di sana autoironia, con i Nostri che, in apertura, si presentano a vicenda al pubblico, scherzando sul tempo che passa e sui reciproci momenti bui della carriera; qui, in particolare, Solenghi colpisce “duro”, rievocando l’imbarazzante periodo televisivo del “cangur8” (Buona Domenica, Canale 5), probabilmente il punto più basso per Lopez, poi fortunatamente risollevatosi e tornato ai fasti di un tempo, come dimostrato anche nel presente show.
Grande entusiasmo tra il nutrito pubblico del Teatro Mascagni, che si è lasciato trascinare dall’irresistibile carica di simpatia di due artisti completi, in grado cioè di fare spettacolo a trecentosessanta gradi, e per di più senza aver perso nemmeno un briciolo dello smalto di un tempo. Per ricambiare il calore degli spettatori di Chiusi, Massimo Lopez si è lanciato in un’ultima interpretazione canora: “nientepopodimenoche” My Way di Frank Sinatra; Solenghi, invece, si è autoassegnato una specie di premio Oscar, con tanto di tipico discorso di ringraziamento in inglese… Bene, bravi, bis!
Francesco Vignaroli