La chiesa di Santa Luciella ai Librai è una delle tante chiese storiche di Napoli; alle spalle della chiesa di San Gregorio Armeno. Chiusa al culto dagli anni ’80 è stata riaperta al pubblico il 5 aprile 2019 grazie all’ associazione culturale Respiriamo Arte che ha riaperto al grande pubblico la bellezza della chiesa.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la chiesa non fa capo ad alcuna santa Luciella, si parla in realtà di Santa Lucia, ma viste le piccole dimensioni della chiesa, negli anni si è optato per un diminutivo come Luciella. La santa è la protettrice degli occhi.
L’Associazione Respiriamo Arte ha sviluppato un progetto che valorizza la chiesa sia da un punto di vista di sviluppo turistico con visite guidate ed eventi sia d’inclusione sociale proponendo momenti aggregativi per le persone del quartiere, come scuola di canto, lezioni gratuite per i bambini dedite a temi fondamentali quali la legalità, l’educazione civica e l‘impegno sociale.
Chiusa per i forti danni causati dal terremoto 30 anni fa, la chiesa è andata in rovina, come testimoniano le foto esposte durante la visita guidata , ed è ammirevole vedere come un team di 5 ragazzi e tanti volontari siano riusciti in poco tempo a rimettere tutto apposto senza grossi finanziamenti. Questa è senz’altro una simbologia su come sia Napoli e come siano fatti i suoi cittadini.
La chiesa è custode del celebre “teschio con le orecchie”, un teschio dunque unico del suo genere, e di fatto già preso di mira e sotto analisi dell’università di Roma per la sua unicità. Oggetto di studio è lo scoprire come sia potuto succedere che un teschio si sia conservato con ancora le orecchie a distanza di tanti anni, solo la scienza e il futuro ci potranno dare una risposta.
Li sotto ci sono anime dannate e bloccate nel purgatorio che aspettano di ascendere al paradiso e non si tratta di uomini ricchi, infatti prima chi non poteva permettersi una degna sepoltura veniva messo sotto terra in attesa di espiazione delle proprie colpe.
Il progetto, a cura dell’associazione “Respiriamo Arte”, prende vita da un progetto di crowdfunding e, soprattutto, da una serie di donazioni elargite dal Pio Monte di Misericordia, guidato dal soprintendente Alessandro Pasca di Magliano. I lavori, che seguono un progetto di recupero del 2013 stilato dai giovani esperti di “Respiriamo arte”, hanno consentito la messa in sicurezza e recupero del sito, con una serie di interventi di manutenzione straordinaria. I ragazzi del team hanno tutti in un modo o nell’altro a che fare con il mondo dell’arte.
Già nel 2013, “Respiriamo Arte”, fondata da Massimo Faella, Francesca Licata, Marcello Peluso, Angela Rogliani e Simona Trudi aveva contribuito alla riapertura di un’altra chiesa nel centro storico, quella dei santi Filippo e Giacomo. Con un biglietto integrativo infatti, risulta possibile visitare entrambi i siti nella stessa giornata. Un biglietto di soli 5 euro.
Questa chiesa era un ex convento di clausura dove le proprie studentesse, guidate dalle suore, realizzavano già dal 1400 bellissime sete. Il culto della seta a Napoli risale infatti già dal 1400 e sono sete assai diverse da quelle di San Giovanni ad esempio. I consiglieri della seta erano 3 e uno di loro per forza doveva essere straniero, e riceveva fin da subito grandi privilegi. Napoli è sempre stata una città inclusiva, ed è strano pensare che la realtà di oggi non lo sia più nel nostro Paese.
Due anni per mettere in sicurezza la struttura, ripulire, sistemare gli innumerevoli resti ossei presenti nella terrasanta sotto la chiesa e rendere finalmente fruibile lo spazio al pubblico che può restare li sotto anche se per pochi minuti.
Lo stato di degrado e di abbandono in cui versava la chiesa, la mole di interventi necessari, costosi e delicati, era davvero enorme ma la sinergia nata con Il Pio Monte della Misericordia ha permesso di ottenere questo risultato in tempi record.
L’associazione ha trovato grande solidarietà anche dai negozi e dai siti vicino alla chiesa come la pasticceria Leopoldo, o il museo delle torture, o gli artigiani di San Gregorio, il museo archeologico di Napoli (MANN) , l’università degli studi di Napoli Federico II e dallo stesso Luigi De Magistris presente alla riapertura della chiesa.
L’associazione ha anche pensato a strategie di marketing per aumentare il turismo e le visite alla chiesa e anche raccogliere fondi per aprire nuove aree rimaste bloccate all’interno della chiesa come ad esempio dei teschi con le orecchie come souvenir fatte dagli artigiani di San Gregorio Armeno e anche sistemi di lotteria con in palio dei biglietti su palco reale al teatro di San Carlo di Napoli.
Con tutti i soldi che si raccolgono, l’associazione promette nuovi lavori per ampliare e ristrutturare i loro siti artistici, come ad esempio il mettere le campane originali all’esterno della chiesa di Santa Luciella.
Marco Assante