Si pubblicano le poesie di Anna Minicucci, la vincitrice della seconda edizione per Premio “Pierluigi Galli”

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Anna Minicucci è la vincitrice del Premio Corriere dello Spettacolo “Pierluigi Galli”. Già vincitrice della scorsa edizione ha trionfato anche nella seconda edizione per la sezione “Autori”. Pubblichiamo a seguito le tre sue poesie del concorso più altre cinque liriche.

 

Bozzoli di Pane

Così scavano le mani nude
nella terra dove tremano le labbra,
umide di sale che scioglie
piano sulla lingua.
Cosa sarà del calore breve
che si legge in questi fogli
che volano lontano,
sempre più lontano,
dalle mie braccia!
Accarezzando le carezze
sfiorisco come le farfalle
che dormono a lungo
nei bozzoli di pane.

***

Ti amerei se potessi restare

Non c’è altro amore
se non l’amore mai dato
che muove dal mare
e inciampa nei sospiri
che brillano in superficie.
Abbracciato ai silenzi, alle onde,
alla brace,
come l’acqua campestre alla terra,
abbracciato al tuo cuore ribelle
e a tutte le stelle
che picchiano forte sugli occhi.
Oh sguardo, riposa dove il tempo m’ignora!
Taci lontano dai miei pensieri.
L’amore non nasce
dove non è mai nato,
dove nessun vagito
ha risuonato nell’aria.
Ti amerei se potessi restare
nell’unico incastro di vita
che si accende per due.
Ti amerei se l’infinito
suonasse il mio canto,
se fossimo uno, non due.

***

Qualcosa di più

Qualcosa di diverso
che bruci nella mente,
qualcosa che brilli nei miei occhi.
Che poi profumi come le rose
coltivate nel giardino pensile delle idee,
quelle strane, che ci legano nel sonno.
Qualcosa di più
di questo mio torpore inquieto
che lascia segni sul mio seno
come un morso tra le ciglia.
Che poi resti incastrato nei pensieri
alla luce del tramonto.
Qualcosa di più di questo amore,
che risvegli l’amara bellezza delle torri
lungo il fianco fragile ed eterno
del mare d’inverno.
Qualcosa come neve,
ebbra dei tuoi occhi,
che si sciolga
nel fuoco denso
delle nostre mani.

***

Anche le montagne piangono
di quell’amore che non sorge oltre le cime
e oscillano tristi e fredde
come abissi inconsolabili.
L’altalena dei cuori penzola dal loro tetto
e si conficca nelle mani
e nelle labbra.
I silenzi si arrampicano fino alla vetta più alta,
in quel luogo misterioso che rimbomba
nelle sordità del cuore e le lacera.
L’amore chiama e la mia notte risponde
perché tu sei oltre gli orizzonti del Pacifico
e mi rendi donna sussurrando il mio nome
come l’eco che ci sfiora da lontano.
Nelle lacrime di tutte le montagne
scorre il sole e la luce di un sempreverde antico
lungo le lussureggianti aurore del tuo volto.

***

Fanno presto a brillar le stelle
se i tuoi baci si confondono
nella cioccolata calda
delle tazze bianche
in un anonimo bistrot parigino.
Ho frasi complicate
per quello sguardo pieno di parole.
Per le costellazioni
c’è bisogno di tempo.

***

Mille lucciole e più, forse,
magico brillìo che ci stringe
nel buio, avvolti ai rami della notte,
caduti da un volo senza fondo,
dissipati come le foglie e le lanterne,
chiusi a morsi tra le fauci dell’amore.

Brilliamo in questa luce
perché il buio non è più forte
del cielo che dirompe nella carne.

***

Un passo alla volta
tra le anche che oscillano
e quelle curve audaci,
linee insidiose dei tuoi occhi,
abissi del profondo,
uniche anfore che si piegano
sotto il palmo delle mani.
Non ricordo altro
e non dimentico nulla.
Neppure il giorno
in cui mi hai presa
per amarmi.
Ti odio da lontano
per ogni fredda parete
che mi costruisci intorno.
Dentro il vuoto
ti amo
perché conservo il fuoco
e il tuo profumo.

***

Oggi che non sei qui e non ti sento
cerco i tuoi occhi come i minatori
nelle buie profondità dei miei pensieri
e svello fiori rossi per addolcire l’anima.

 

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