La Napoli plebea dei bassi fondi, del bigottismo femminile e della sessualità promiscua senza falsi pudori nella commedia sociale realista: “Persone naturali e strafottenti”

Data:

Al Teatro Vittoria di Roma, fino al 19 gennaio 2020

Talora gli scritti dei drammaturghi e dei filosofi, degli scienziati ed informatici, anticipano i tempi ed immaginano il realizzarsi di qualcosa che è in pieno divenire nei costumi e nel pensiero della gente, anche se sembra ancora lontano per la sua attuazione. Questo è il caso del lavoro che il grande autore e sociologo ”in pectore” Giuseppe patroni Griffi realizzò negli anni settanta riflettendo sull’abitudini ed i comportamenti dei suoi concittadini partenopei, specialmente quelli delle classi ultime e popolani che abitano nei vicoli e nei quartieri popolari senza speranze,per dirla con il verista G. Verga: ”I VINTI”. Tale acuta fotografia dei personaggi disgraziati e dannati è nella commedia nera ed amara: “Persone naturali e strafottenti”, rappresentata a Roma al Teatro delle ARTI nel 1974 con grosso scalpore e turbamento del pubblico presente, che ebbe una scomposta e chiassosa reazione per i temi scabrosi affrontati in una sorta di teatro da camera. Ci troviamo nella casa di Violante, incarnata con viva icasticità e limpida recitazione, dalla vulcanica Marisa Laurito che pur essendo partenopea, e ormai da molti anni a ROMA, impersona la nubile, casalinga e bigotta, Violante che accende lampade cinesi al Salvatore ed all’ADDOLORATA nella sua casa di ridotte dimensioni, dove con un cappello sulla testa finge d’uscire per celebrare allegramente la notte di Capodanno. Ella fin da sedici anni ha svolto le funzioni da cameriera in un bordello giungendo a detestare gli uomini per i loro volgari piaceri sensuali ed infatti non si è mai lasciata toccare da qualcuno,restando illibata e padrona assoluta della sua casa che affitta regolarmente al travestito in abito nero da gran sera al “femminiello” Maria Callas che a sua volta lo subaffitta a clienti omosessuali quali il giovane studente FRED ed il suo amante, lo scrittore di carnagione scura BYRON, che  hanno deciso di trascorrere una notte insieme. Allora l’omosessualità era vista come uno scandalo sociale, un’infrazione ai canoni etici consolidati e si gridava allo scandalo pubblico. Oggi al contrario siamo arrivati alla libertà sessuale e perfino ai PACS, ai matrimonicivili tra gay, registrati nell’elenco dello stato civile. La pièce riproposta nella sua piena aderenza alla realtà da Giancarlo Nicoletti nei panni del travestito è una partitura in crescendo con la seconda parte tragica che scaturisce dalla prima, dove si prepara il convegno d’amore da parte del transessuale impersonato dallo stesso Giancarlo Nicoletti che ne cura anche la regia per una soddisfacente concretizzazione tragica. Infatti l’adone di colore ha un crudo,lancinante amplesso con FRED al punto da provocargli un trauma anale emorragico, tanto che la povera Violenta è costretta a medicarlo da infermiera provetta,con pezze bagnate.Scandalizzata pure dalla condotta spregiudicata e surreale di Byron che s’affaccia alla finestra con “l’arnese” in totale libertà ed ubriaco con oltraggio al apudore. Maria CALLAS tuttavia la ricatta in quanto non ha la licenza d’affitta camere e potrebbe perdere l’unico mezzo di sussistenza per tale omofobia, oggi non più trasgressiva.Il ragazzo sedotto e violentato è reso da Guglielmo POGGI,mentre il suo aerobico partner è Livio Besala  che scatena vergognose discussioni e screzi, dissidi, minacce. In quel tempo i fantastici interpreti di questa dissacrante parodia dei napoletani sommersi erano stati Lavia,Gasmann e Pupella MAGGIO. Fuori comunque, PIEDIGROTTA festeggiava il nuovo anno nell’indifferenza.

Giancarlo Lungarini

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati