A partire dal capolavoro di Jean-Luc Lagarce, oggi 01 Marzo al Piccolo Eliseo di Roma si terrà lo spettacolo Giusto la fine del mondo per la regia di Francesco Frangipane.
Louis, il protagonista della storia (Alessandro Tedeschi) – uno scrittore malato di Aids e prossimo alla morte – dopo essere stato lontano da casa per dodici lunghi anni, torna nel suo paese natale per rivedere i suoi familiari e comunicare loro la notizia della sua malattia e della sua imminente morte. Ad aspettarlo trova la madre vedova (Anna Bonaiuto), i due fratelli Antoine (Vincenzo De Michele) e Suzanne (Angela Curri) e la cognata Catherine (Barbara Ronchi). I membri della famiglia reagiscono tutti in maniera diversa all’incontro.
Di seguito l’intervista all’Attore Vincenzo De Michele che interpreta ANTOINE.
Come mai Antoine, il tuo personaggio è profondamente geloso di Louis, il protagonista? Tale sentimento ha radici nella loro infanzia?
Non credo si tratti di gelosia. È molto più probabile che inconsciamente Antoine sia invidioso di Louis. Non è riuscito a prendersi la stessa libertà del fratello, la libertà di pensare per lui ad una vita diversa.
Antoine è il fratello che è rimasto, quello che si è preso la responsabilità del nucleo familiare dopo la morte del padre.
Antoine è certamente il personaggio più vero e schietto, l’unico senza maschere. Questo suo modo di essere lo porta ad essere l’unico che riesce a vedere oltre all’apparenza, l’unico a capire veramente perché Louis è tornato. Il tuo personaggio vive una trasformazione durante la rappresentazione?
Forse è l’unico personaggio che fa una transizione durante lo spettacolo. Quel partire per così dire in sordina, queste risposte sferzanti, senza mezze misure, come si dice spesse volte nel testo “brutali”, nascondono quello che poi Antoine non riuscirà più a trattenere nel monologo finale, fondamentalmente una richiesta d’amore nei confronti del fratello! Allo stesso tempo forse è l’unico che avverte che il fratello ha qualcosa di grave da comunicare ed anche in questo caso, ecco che torna in gioco il discorso di prima, del senso di protezione che Antoine ha nei confronti della famiglia. Sceglie istintivamente di mandare via il fratello, facendolo a modo suo, con i mezzi che ha a disposizione, con la sua conoscenza della vita e delle cose.
La sua irruenza, violenza e aggressività cela un aspetto fragile?
È certamente un uomo fragile, durante le prove si è lavorato ed ho lavorato molto su questo aspetto! Non si spiegherebbe altrimenti perché una donna come Catherine, dovrebbe stare con lui, farci due figli, mettere su famiglia. Così come alla fine dei giochi, sia sua sorella Susanne, che la mamma Martine scelgano lui tutto sommato, lasciando andare il fratello, pur sapendo che forse è l’ultima volta che lo vedranno. È un istintivo, dice le cose in maniera “brutale” forse, ma le cose che dice a mio avviso sono vere.
Quanto ti ha emozionato interpretare un personaggio così complesso?
C’è tanto di me in questo personaggio. Ammetto che è un personaggio che aspettavo da tempo, mi ricorda certi uomini del Sud, del paese da dove provengo, della mia famiglia. Anche se é un testo francese, spessissimo quando sono in camerino, prima della replica, ripeto le mie battute in dialetto pugliese, mi aiuta moltissimo ad entrare. Ci sono tante cose di me anche in Louis però, riconosco tante cose di me anche in lui, forse cose che avrebbero potuto essere e non lo sono state, le riconosco e mi fanno rabbia, è come se mi fossero messe davanti inesorabilmente. Ascoltare i monologhi che Alessandro recita in scena, mi aiuta molto nel preparare ciò che a breve dovrò “vomitare” in scena.
“Giusto la fine del mondo” è la rappresentazione della vita stessa, quella fatta di continue attese, di gioie nascoste e, di dolori urlati. Quella fatta di rimpianti, delle parole non dette e, dei legami difficili. C’ è un messaggio che vuoi lasciare al pubblico?
Non so io vorrei un po’ sfatare questa cosa delle parole non dette. Questi personaggi se le dicono eccome le cose. È che forse nei rapporti bisognerebbe metterci un po’ di creatività in più. Stare lì, puntare i piedi, non scappare, anche quando è difficile, per questo parlavo di creatività! È una cosa che ti puoi inventare tu di sana pianta, ci vuole tanta immaginazione. Perché in fine dei conti è nei rapporti che l
e persone hanno l’opportunità di realizzarsi davvero la vita, molto di più che in qualsiasi altro ambito.
Di seguito l’intervista all’Attore Protagonista Alessandro Tedeschi che interpreta LOUIS
In ” Giusto la fine del mondo “tu interpreti Louis: il protagonista della rappresentazione. Come puoi descrivere il tuo personaggio con tre aggettivi?
Louis è un ragazzo degno, silenzioso e muliebre.
Louis rientra a casa dalla sua famiglia dopo tantissimi anni per comunicare una brutta notizia. Quali sono le motivazioni che lo hanno fatto allontanare originariamente?
Il testo non ci fornisce grandi informazioni sulle motivazioni dell’allontanamento, come di tante altre cose.
Susanne ci dice che non ci sono state grandi fratture che hanno determinato la sua andata via. Tutti lo accusano di non essersi preso le responsabilità che si devono prendere all’interno di una famiglia. Ognuno a modo proprio, e non hanno torto. Sicuramente lui le responsabilità se le è prese per le sue vocazioni: la scrittura, Il teatro.
Louis è prima di tutto un artista e, per questo motivo ha dovuto lasciare casa.
È diventato un viaggiatore per cercare la sua strada. Credo che questo per lui sia la motivazione del suo andare via.
Come vive il personaggio il rientro a casa dopo tanti anni e, quali sentimenti prova alla vista dei suoi familiari?
Lui prova imbarazzo nel vederli così ostinatamente uguali ai suoi ricordi, nonostante il tempo sia passato. Altresì prova un forte senso di smarrimento quando ha la certezza che per la sua famiglia è come se fosse una foto sbiadita, alla quale ognuno rinfaccia la propria infelicità. Ed infine tenerezza quando comprende che è stata anche la sua assenza a condannarli a loro stessi.
“Giusto la fine del mondo” affronta vari temi tra cui l’incomunicabilità tra le persone. Louis riesce a lasciare comunque un messaggio per il futuro ai suoi familiari?
Louis non riesce a comunicare ai suoi familiari il vero motivo della sua visita.
Louis quanto ti assomiglia nella vita di tutti i giorni?
Louis non è una persona reale quindi non saprei quanto possa assomigliarmi. Diciamo che sono io che cerco di avvicinarmi alla fantasia dell’autore e, perciò di assomigliarli senza sapere com’è. È un procedere a tentoni: vedendo una luce che si allontana mano a mano che la si insegue. I miei amici mi dicono che ultimamente mi trovano più aggraziato e dimagrito. Ecco forse sono queste le cose che oggi abbiamo in comune sicuramente.
Daniela Di Genova