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UN GLORIOSO RECORD

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Nel 1853 l’ingegnere inglese George Cayley costruì e sperimentò (mettendo a bordo un suo inserviente, lanciandolo da un pendio) un velivolo più pesante dell’aria senza che questo potesse precipitare.
La sostentazione di un aerodìna (nome del velivolo, conosciuto come aliante), è tenuto in equilibrio per effetto di opportune forze sostenendolo durante il volo.
Circa cento anni più tardi, nel mese di marzo, un giovane ma promettente ingegnere di nome Alberto Morelli, progettista non solo d’ingegneria Aeronautica al Politecnico di Torino, progettò un aliante brevettandolo. A differenza dell’inglese Cayley, volle personalmente pilotarlo.
Esattamente il giorno 4 del 1956 sembrava la giornata perfetta per quello che il Morelli ambiva, decollò dal campo volo dell’Aeronautica, librandosi nell’azzurro cielo in compagnia forse di qualche pennuto. Non potremmo mai sapere l’emozione provata dallo stesso Morelli, quando la creatura alata si sollevò verso la empirea volta celeste, facendogli vedere dall’alto uno spettacolo da lasciare senza fiato chiunque.
Affascinante è la visione dello scorgere il Piccolo e Grande Lago di Avigliana (Torino) con il suo Parco Naturale e ciò che resta del borgo medioevale, le rovine dell’antico castello, dovuta alle incursioni francesi del 1691. Lo scenario, poi, della valle morenica circostante abbracciata dall’arco alpino, mentre il velivolo continua l’ascensione durante le sue ellissi. Sarà stato sorprendente sorvolare la Sacra di San Michele e vederla nel suo sacrale silenzio, un panorama difficile da immaginare, se non si è provato.
Intanto, il solitario Alberto Morelli, saliva a quota 5000 piacevolmente, l’aliante stava superando le proprie attese, senza nessun timore continuava la salita e il minimo accenno di scendere, nella mente forse per un momento sembrava ricordare il desiderio di Icaro. Ai 5500 metri di altitudine, l’adrenalina invade il corpo, mentre l’occhio affascinato sorvola il letto della Dora Riparia, siamo nella Val Susa… e poi ancora… sempre più in alto sino a raggiungere l’altezza dei 6.800 metri, questo è ciò che l’ingegner Alberto vide segnato sull’altimetro del suo Aliante Veltro, uno dei più brillanti velivoli della flotta italiana di alianti che ha segnato il record di volo in quota, nel giro di tre ore circa dalla sua partenza.

Daniele Giordano

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