“Circostanze incendiarie, cronaca del mondo che viene” di Amitav Gosh

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“Le circostanze incendiarie” del mondo che è un grande mosaico con tessere che intessono vite ed eventi; quando la storia è raccolta e condensazione delle nostre gesta che riverberano la memoria, fissandone i momenti come un orologio inceppato che non riparte perché vuole letteralmente fissare, cristallizzare i momenti del nostro divenire “Circostanze incendiarie , cronaca del mondo che viene “ di Amitav Gosh, Neri Pozza Editore Vicenza 2006, pagine 364 .

Leggere “Circostanze incendiarie” di Amitav Gosh, scrittore , inviato di guerra nei maggiori scenari di conflitti politici in zone ad alta “circostanza incendiaria” la cui fama mondiale non necessita di presentazioni è stato come entrare in una guerra dove natura e umanità ciascuna per le proprie “circostanze incendiarie”danno prova -facendo a gara ? -della loro potenza distruttrice per la natura e suicidaria per l’umanità, rendendo i lettori spettatori della nostra umanità in cui capitolo per capitolo incede il destino in alcune zone del globo che attraverso lo tsunami per esempio il 26 dicembre 2004 le isole Andamane e Nicobare amministrate fin dall’annessione dalla terraferma ad opera degli inglesi e oggi sotto l’amministrazione dell’Unione Indiana devastò il suo circondario cambiandone il paesaggio geografico .
Il destino diventa unione della faglia politica geologica facendo incontrare la storia di Obed Tara che perderà la sua famiglia pur continuando a cercarla sotto il fango e le case ingoiate dall’onda anomala (pag.13 La città sul mare ).
Quindi,l’autore riporta eventi narrati in altre sue opere , si tratta di un libro con dentro tanti libri, estratti come gocce di sublimazione , riflessione e saggezza dove la storia dell’umanità contemporanea e la natura (vedi la città sul mare ) mostrano i muscoli della violenza come prova di forza cristallizzando come nel caso del’11 settembre 2001 gli eventi che modificarono gli assetti internazionali nei rapporti tra U.S.A. e il resto del mondo (pag.76 l’11 settembre ) dove i protagonisti sono Nicole e Frank De Martini amici dell’autore e di sua moglie Deborah, lui esperto di costruzioni a prova di bomba incaricato sin dal 1993 all’epoca dell’esplosione del World Trade Center di fare una super perizia sui danni , divenne il padre spirituale dei due edifici sostenendo “che erano a prova di impatto con un piccolo aereo “lei designer di origine svizzera che quel giorno accompagnarono i loro figli a scuola a Brooklyn Heights per poi proseguire verso le due torri gemelle per poi letteralmente sobbalzare via quando giunti all’interno non realizzando nemmeno quello che stava succedendo, e dopo avere bevuto un caffè , ognuno diretto verso il proprio ufficio videro i pavimenti materialmente sussultare sentendo un grandissimo boato e affacciandosi alla finestra alzando la testa furono investiti da fiamme altissime come in nell’inferno Dantesco.
Frank misse in salvo la moglie facendola evacuare e rimasto dentro l’edificio mise in salvo almeno 20 persone..La sera Dominic, sua moglie , non lo vide arrivare, avvisò i due figli che il papà che non sarebbe più tornato , i bambini interruppero i loro giochi ascoltando con gli occhi spalancati per poi ritornare ai loro giochi “per quel tempo interminabile che le notizie impiegano a prendere corpo nella nostra mente “..
In questo episodio,il tempo senza fine descritto dall’autore diventa la storia sospesa , un momento dove le cose si fermano, il mondo smette di ruotare intorno a se stesso per realizzare la tragedia e il non senso della violenza gratuita dove l’umanità diventa una massa urlante che si dimena nell’ingiustificata logica della guerra non annunciata ma perpetrata in cui due culture si scontrano e la forza , la militarizzazione della medesima è l’unica forma di dialogo possibile senza anticipazioni, senza avvisi. La storia è anche questo , una soglia dove il mondo si divide senza volerlo per poi diventare terrore come cultura del vivere in costante tensione..
Il viaggio dell’immaginazione come interpretazione e della cristallizzazione della storia prosegue a pag. 155 con “Birmania 1996” .
Il talento del corrispondente di guerra con un occhio attento sulla riflessione dell’evento vissuto a caldo vede l’autore narrarci e quindi consegnarci la storia della Birmania , paese di una bellezza mozzafiato “Paese d’oro il più ricco dell’Asia a parte il Giappone”, (conquistato dagli inglesi nel xix secolo con all’interno l’etnia Barmar che è la maggioranza della popolazione e le 4 minoranze Karen, i Rakhine gli Shan e i Mon)) partendo dal suo vissuto di studente di nazionalità indiana a contatto con altri studenti birmani e dal fatto che molti indiani si trasferirono in Birmania. Il controverso destino di questo paese è descritto storicamente da Amitav Gosh con un’ardita capacità narrativa dove a parlare sono i fatti storici che hanno portato la Birmania ad essere quello che è oggi passando dalla vicenda di Aung San padre di Suu Kyi (si pronuncia Su Ci), fondatore del partito indipendentista People Freedom’s League .
Il libro è un puntuale diario dove l’invenzione letteraria e’ una riflessione condivisa con il lettore sul destino del mondo attraverso i reportage della sua gesta dove la natura che non e’ militarizzata tanto meno ideologizzata ne è il contrappasso, nel senso che non sarebbe e non è necessario praticare il terrorismo come cultura dialogante per riqualificare le zone d’influenza politica mondiale ,perchè in fondo ci pensa la natura (vedi pag.13la città del mare) ad esprimere il suo personalissimo disappunto sul nostro modo di agire e fare consorzio..
Ergo le “Circostanze incendiarie “ raccolte nel libro omonimo sono azione e riflessione, memoria e monito senza scadenza dove riflettere diventa convergere sulla missione anche dello scrittore inteso come viaggiatore nel mondo e nelle storie degli altri , che ci consegna il dono della narrazione scevra da personalismi in cui l’impianto della scrittura è riportare rigorosamente a galla la verità senza cadere nella lusinga della manipolazione che spesso si compie per fare in modo che “le circostanze incendiarie “ oscillino come un pendolo senza essere un punto fisso senza essere un riferimento per noi lettori che necessitiamo come diritto -dovere di giungere alla conoscenza attraverso la verità che in questo libro è anche spiritualità , un onda “anomala” in cui la storia si fonde con il sentimento dell’azione e della riflessione dei suoi attori , noi stessi, noi UMANITA’..

Barbara Appiano

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