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La magia di tornare al cinema con un film come Tenet

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Dopo numerosi rinvii, il primo grande film post lockdown è arrivato in sala. Noi con lui.
Tenet, il nuovo film con cui Christopher Nolan a maggio aveva promesso di riportarci al cinema, salvandone le sorti, dopo il lockdown . E Tenet ci riesce anche se in parte e anche dopo il finale aperto di Inception. Cosi Nolan ha mantenuto la sua promessa.
Perché tornare al cinema con Tenet è diverso che tornare al cinema e basta. Come se Nolan avesse affidato al proprio film un senso più profondo, che trascende la trama ed è legato all’esperienza di essere lì, seduti magari davanti alla proiezione in 70mm di cui è sostenitore, e rivivere in totalità l’esperienza di vedere un film al cinema.
Forse l’unica pecca di Tenet è la durata, dato che dura due ore e mezza. Più che la durata si percepisce il fatto che il regista abbia voluto mettere sul fuoco troppa “roba” e ci sono dei casi irrisolti nella sceneggiatura, cose che potevano essere approfondite, facendo durare il film 3 ore, o addirittura omettere proprio.
Riuscitissima anche l’alchimia tra John David Washington e Robert Pattinson (che ha smesso di fare il vampiro che luccica da otto anni e c’è gente che ancora non lo prende sul serio), ed è bellissimo vederli lottare mentre cercano di fermare un particolare olocausto nucleare che funziona scardinando il tempo e il rapporto causa-effetto, in cui gli abitanti del futuro vogliono uccidere noi del passato attraverso l’uso di armi “inverse”.
Il tutto mentre si alternano scenografie che richiamano a Inception, palazzi che si ricreano dalle macerie, inseguimenti con le auto in retromarcia, combattimenti, una guerra, un linguaggio che lavora costantemente per addizione di elementi fino alla fine. Ogni volta che ci sembra di essere arrivati al momento dello “spiegone-Nolan”, quello che dai tempi di The Prestige ci fa attendere con ansia la scena che ci eviterà di ragionare sulla trama fino all’aneurisma cerebrale, non arriva.
Sarebbe impossibile provare a capire Tenet davvero, tanto che spesso Nolan si rivolge a noi tramite i suoi attori a cui fa dire «cerca di tenere il passo», e soprattutto «non devi comprenderlo, devi sentirlo». E Tenet noi non possiamo fare altro che sentirlo, prenderlo d’istinto nel suo impatto visivo così forte privo di un nucleo emotivamente commuovente a differenza delle altre opere. Come se ci volesse ubriacare di immagini bellissime, architetture, deserti, una nozione sull’altra per farcelo vivere anche una volta terminato. Bellissime di fatto le inquadrature nella splendida Amalfi, che fan salire alle stelle l’orgoglio italiano.Tenere unito, “Tenet” appunto, il prima e il dopo, il fuori e il dentro la sala grazie a un film che dopo tanto tempo ci ha fatto tornare, finalmente insieme, a parlare di cinema.
Tenet è un film che va visto più volte per esser compreso del tutto, forse è un regalo che dovremmo fare ad ogni film, ma a ogni sua visione, troveremo elementi nuovi da aggiungere e comprenderemo di certo meglio la districata trama.

Voto: 8 su 10

Marco Assante

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