Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi, 9 ottobre 2020
Due ore di musica senza intervallo con una proposta sinfonica ben nota, quasi monografica.
Il Terzo concerto dell’Attività Artistica Autunno 2020 al Teatro Verdi ha visto il ritorno, a meno di un mese dal debutto a Trieste, del M° Jordi Bernàcer nella direzione coinvolgente di un programma in cui ha saputo dare ottima prova di sé passando dalla plasticità evocativa del “Capriccio italiano in la maggiore op. 45” di Pëtr Il’ič Čajkovskij alla magia pittorica beethoveniana del “Quarto Concerto in sol maggiore per pianoforte op.58” e della quasi coeva “Terza Sinfonia in mi bemolle maggiore op.55 – Eroica”, e opportunamente ben distinti sono risultati i caratteri dei due grandi autori.
La serata ha rappresentato la ripresa, parzialmente rispettata, di quanto previsto e annullato nell’aprile scorso (il 24 e il 26) e che sarebbe stata aperta dall’Adagio e Fuga in do minore K546 di Wolfgang Amadeus Mozart.
Ma tornando alla recente realtà, la lettura della composizione di Čajkovskij ha dato vita a una giustapposizione di quadri evocativi, resi quasi percepibili visivamente nel rappresentare danze e canzoni popolari, fra loro legati da una comune atmosfera di festa per costituire così un solare preludio al profondo e umanissimo mondo beethoveniano, sempre in costante dialogo con ciò che dall’umano trascende.
Mariangela Vacatello, solista nel Concerto per pianoforte, ha immediatamente portato il pubblico nell’incanto di una musica cesellata sulla tastiera da un tocco delicato e preciso, limpido ed energico intessendo con l’orchestra uno scambio organico e bilanciatissimo, senza per questo astenersi da lanciare stilettate che, affondate con sicurezza, sono state presto lenite come un balsamo dalle pronte risposte dell’Orchestra della Fondazione.
Di pura bellezza la cadenza dell’Allegro Moderato e il successivo scambio di ruoli nell’Andante con moto – più meditativo il pianoforte e assertiva l’orchestra – ha reso ancor più evidente la fisicità di un’esecuzione davvero notevole che, nel conclusivo Rondò, ha svelato la limpidezza estrema di un percorso portato avanti con invidiabile coerenza interpretativa.
La sua presenza in palcoscenico si è conclusa con grandi applausi, cui la giovane artista ha risposto offrendo due bis: il terzo movimento dalla Sonata “Al chiaro di luna” e la Bagatella “Für Elise”.
La “Terza Sinfonia – Eroica” ha dominato l’ultima parte del programma con una tavolozza ricchissima dai chiaroscuri nettamente definiti, brillante e luminosa costruzione architettonica in continua ricomposizione, non priva di episodi drammatici e dolenti, superati alla fine da una serenità di rara bellezza dalla quale è emerso il meraviglioso fugato che ha confermato ulteriormente l’ottimo equilibrio generale.
Ogni sezione dell’Orchestra è stata guidata, quasi accompagnata, con gran partecipazione mimica dal M° Jordi Bernàcer, come a voler andar oltre a una pura direzione per condividere e prender parte ancor più attiva a un’esecuzione impegnativa, senza sosta né repliche.
Paola Pini