“Un grande grido di amore”. Riapertura con il botto per il Teatro degli Audaci

Data:

Al Teatro degli Audaci di Roma, dal 2 al 4 ottobre 2020

In questo periodo è già notevole se alcuni spazi culturali riescono a risorgere dall’oscurantismo della stagione scorsa interrotta alle calende di Marzo per il lockdown,anche se il pericolo di una seconda ondata del virus si sta sempre più profilando all’orizzonte con il rischio che una nuova chiusura rovini economicamente il paese dopo il crollo del 9% del PIL.Tra questi rientra il teatro degli audaci alla Bufalotta che,per venire alla soddisfazione dei vari gusti del pubblico,ha in programma un intenso carnet di spettacoli,per lo più dal giovedì alla domenica,quali i primi due che hanno visto come protagonista assoluto F.Branchetti capace di sdoppiarsi nelle vesti di coprotagonista accanto alla sublime Barbara De Rossi e direttore artistico degli interpreti del dramma condominiale scritto da G.Manfridi.Nel primo lavoro sentimentale di J.Balasko due interpreti di successo G.ORTEGA ed H.MARTIAL legati anche nella vita 3 lustri prima si sono lasciati,dopochè lei ha perso il figlio che ardentemente desideravano e per cancellare il dolore s’è rifugiata nell’alcool;lui continua a recitare ma con copioni di scarsa rilevanza:La”press agent e promotor dei due ISABELLA GIANNONE vorrebbe cogliere il pretesto d’una sostituzione femminile per defezione improvvisa d’una prima donna per ricomporre l’affiatato,un tempo duo,inventandosi scuse artificiose lusinghe reciproche per ricostruire ipocritamente e per il suo interesse il duo,come ve ne sono tanti in circolazione.Tuttavia l’ira,il rancore e l’accuse reciproche per il loro fallimento esistenziale covano ancora sotto la cenere per il disappunto del fin troppo paziente regista che,pure lui per tornaconto,è costretto a sopportare liti e battibecchi durante la lettura del copione.Inaspettatamente alla bufera dialettica subentra l’arcobaleno sentimentale per l’affinità elettive,di cui parla il romantico W.GOETHE,in quanto le pulsioni istintive non si possono controllare più di tanto per la spinta innata alla felicità e Silvestre con il regista incarnato da S.Lambertini osserveranno felici premiati i loro sforzi di ricongiungimento dei partner.Di tutt’altro spessore il thriller di G.Manfridi riguardante l’omicidio d’uno scapolo sciupafemmine,nel mini appartamento di un palazzo dove s’incontrano due individui di sesso opposto:lui l’amministratore che opera come scultore,introverso ,ansioso e collerico,lei invece è una dama grintosa,intraprendente e non meno definita.Dell’analisi psicologica di codesti personaggi,delle loro frustazioni e tabù,si permea lo spettacolo,teso a svelare la natura del gioco che si instaura tra loro in un’atmosfera incandescente dalle varie tonalità,che li condurrà in un baratro dal quale li salverà unicamente la catarsi finale da dramma greco.Lo scavo psicanalitico sarà temperato da una briosa ironia che mitigherà i due contrastanti caratteri,perfusi dalle musiche di Pino Cangialosi che invadono la scena creata da A.Franculli,mentre i due ruoli unici da antagonisti sono impersonati con dinamica energia fisica e vocale dalla scintillante Alessia Fabiani e dal coriaceo Claudio Zarlocchi.Per inciso F.Branchetti firma anche i costumi borghesi dei protagonisti.

Giancarlo Lungarini e Susanna Donatelli

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