Mi nascondevo bene
Mi nascondevo bene
Una corazza impenetrabile
Un mistero triste
A tratti oscuro
Occhi malinconici, feriti
Testimoni di un mesto passato
Occhi sognanti, lontani
Traboccanti di speranza
Per la vita e le parole
Un’anima assetata d’amore
Alla ricerca disperata
Di sé stessa
Di una via illuminata.
Fino a quella notte
I tuoi occhi precipitarono
Nel pozzo profondo del mio abisso
Rischiarando a giorno
Le tue eteree mani che, delicate,
Strinsero il mio animo intimorito.
Un’energica scossa
Mi fece vibrare.
Il tuo calore,
Brace ardente,
Nei miei pensieri freddi e inquieti
L’eco della tua voce
Unguento sulle mie ferite
Vera, pura e sola
Mi mostrai a te
La notte ci stringeva
Tra le sue braccia
Luna cadente
Luci lontane
Fiammelle di vita
Attimi d’amore
Sfuggiti al tempo
Eravamo noi
Angelo,
Ti lasciai un’ala
L’altra era tua.
Senza pensieri sulle rose che si schiudono
Arcano, ricercato
Scrigno
Custodisci il tuo essere eletto
Come la perla nell’ostrica
Dolente e illuso
Tetragono e solitario
Con un po’ di eternità
Ti sottrai agli sguardi
Fugaci e distratti.
Il lucchetto è
Senza chiave
Irrimediabilmente perduta
Nel soffio di impossibili infiniti
Cosa ti svelerà?
Chi schiuderà quell’estenuata reliquia
Se non il sole impazzito
Di un trasalito amore?
Bonjour tristesse
Malinconia,
Aurora fatale,
Pianti il tuo vessillo
Nei miei pensieri
Agitati e confusi
Ti annego
In un angolo anonimo
E profumato di un caffè.
Intorno a me
Tavoli e sedie
Silenziose, inermi
Aspettano qualcuno
Che le riempia di parole.
Una musica distratta
Riecheggia nell’ aria
Rubandomi le idee.
Porto alle labbra una tazza di caffè
Amaro come la giornata.
Fuori un inverno senza pietà
Ammonisce chi osa sfidarlo.
All’ improvviso
La porta si apre
Una folata gelida
Mi procura un brivido
Lungo la schiena
Curva e stanca.
Una coppia entra
Stretta in un caldo abbraccio
Si abbandonano
In sedie accoglienti.
Regna un silenzio
Ricco di sguardi e di gesti.
Lui le parla con gli occhi
Sorpreso dalla sua bellezza
Un rossore compare
Nelle sue gote
Quasi fosse un bambino.
Lei gli prende le mani
Se le avvicina al cuore
E socchiude gli occhi.
La fiammella
Illumina il tavolo
brilla come
Gli sguardi intrecciati.
Nulla esiste più
Intorno a loro
Persi l’uno nell’altro
Viaggiano in luoghi lontani e inaccessibili.
Il tempo clemente
Per loro indugia
Per me è passato
È ora di andare
Ho visto,
Raccolgo carta e penna,
Mi stringo in un freddo abbraccio solitario.