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“CLERVILLE”: IL NUOVO E PRIMO SINGOLO DI CROTTI B

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Oggi intervisto il rapper Crotti B, nome d’arte di Cristian Cavalli. Crotti B è un dei suoi soprannomi, dato dai suoi amici dell’infanzia. Nel suo primo singolo – di cui ci parlerà –  racconta di quanto sia difficile avere la fama del tipo duro. Il suo modo di abbigliarsi e di atteggiarsi sono mezzo di discriminazione in ambito lavorativo e, talvolta, anche con le ragazze con cui si approccia. Ma il mondo ideale, anche ora che è da poco maggiorenne, rimane proprio Clerville, quella cittadina di quel famoso ladro che veniva temuto e rispettato da tutti. Crotti B è un ladro: di parole, di mode, di cuori e di pensieri. E per quanto Clerville sia un posto propriamente ed esclusivamente immaginario, lì c’è una villa dove progetta di svaligiare anche i tuoi pensieri attraverso la sua musica. Per quanto il linguaggio del suo primo singolo sia semplice e le rime possano sembrare fatte apposta per “suonare bene” con un’aria da tormentone, “Clerville” è una parte fondamentale della sua storia, che lo porta ad incontrare e iniziare un percorso con l’etichetta romana Noise Symphony. Questa è nata nel 2018, da un’idea originale del musicista e produttore Francesco Tosoni, CEO dell’etichetta Noise Symphony.  E’ la prima Community italiana interamente dedicata alla musica emergente, con un occhio sempre attento alle realtà discografiche che ogni giorno conquistano il nostro Paese. L’obiettivo è quello di promuovere e dare spazio alla musica nuova, in un modo del tutto inedito, permettendo ai giovani artisti – come appunto Crotti B – di diffondere i loro brani e ricevere, inoltre, una consulenza mirata alla crescita artistica del progetto. Ma incontriamo da vicino Crotti B, che non manca di manifestare un grande entusiasmo verso l’etichetta che gli dà possibilità di lanciare le sue canzoni e la musica.

Ciao Cristian, benvenuto al Corriere dello Spettacolo. Innanzitutto complimenti per il tuo singolo. COME NASCE IL TUO NOME D’ARTE?

Crotti in realtà è nato dal nulla. Inizialmente per gli amici ero “Cri”, poi sono diventato “Crai”, questo ha una similitudine con il fatto che in inglese “Cry” vuole dire piangere. Poiché io sono una persona un po’ malinconica mi  hanno affibbiato questo nome. Poi con il tempo mi hanno chiamato Crotti e sono rimasto Crotti.

Dal 27 novembre in radio e su tutte le piattaforme digitali è presente “Clerville”, ossia il primo singolo di esordio. Tra l’altro, brano di cui sei autore e soprattutto un brano ricco di contenuto e che vede un giovane molto maturo, nonostante appena diciottenne. COME È NATO “CLERVILLE”?

Sì, è il mio primo singolo, ed è un pezzo a cui sono particolarmente legato, perché è un ricordo della mia infanzia. La canzone è nata una sera in cui era mancato da poco mio nonno, a cui ero molto affezionato. Quella sera stavo pensando a quando ero piccolo, quando, trovandomi con lui al mare, mi portava in edicola a prendere dei giornali di fumetti per farmi leggere.

C’È UNA DIFFERENZA TRA SCRIVERE TESTI DI CANZONI RAPPER E TESTI DI CANZONI POP O ALTRI GENERI MUSICALI IN GENERALE?

Secondo me sì, perché per scrivere un testo di una canzone rapper devi tenere conto del BPM della base ad esempio, perché è molto importante che tutte le rime si incastrino perfettamente alla lettera. Parlo della buona riuscita della base. Generalmente devi stare molto attento alla metrica, che deve essere perfetta. Se devi reppare il tempo deve essere una cosa che hai insita nella testa. Poi le rime spesso sono più complicate, perché un pezzo pop diciamo deve essere orecchiabile, invece il rapper è difficile da capire, anche perché le rime, poiché sono complicate, sono meno apprezzate.

In effetti il genere rapper spesso non è facile comprenderlo, ha bisogno di tempo. Tuttavia, è un genere musicale particolare, ma che rientra nella categoria dell’arte musicale, perché nel suo genere possiamo ritrovare il bello e il sublime da un punto di vista di estetica musicale. Un bello e sublime che rispecchia la vita quotidiana o il come siamo. Esprime anche emozioni, sensibilità e sentimenti, attraverso non un urlare, ma un parlare, un parlare stesso che si intreccia con una voce dell’anima, che ricerca la manifestazione dei sentimenti e il racconto della vita. Non ti chiedo se farai un Ep, perché so che questo sta nei tuoi progetti. So anche che farai altri brani. Di conseguenza, voglio chiudere questa intervista invitando il pubblico ad ascoltare “Clerville”. Grazie per il tuo tempo, buone feste e un caro saluto.

Giuseppe Sanfilippo

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