Abbiamo più volte parlato di Angelo di Bella, questo Artista che ama definirsi “Nessuno”, in onore dell’Odissea omerica. Ha vissuto un’infanzia poverissima in Sicilia, abbracciando fin da giovanissimo il sogno della pittura, per questo saltando spesso la scuola. Quando aveva sedici anni partì volontario per fare il marinaio, prima a Taranto e poi a Genova. Un anno e mezzo in tutto, esperienza conclusasi divenendo ecogoniometrista di bordo, ma, nonostante fosse il primo del corso, fu buttato fuori a causa di una rissa. La sua indole ribelle poco si adattava a quella vita.
Di Bella comincia a viaggiare, tra Praga, Amsterdam, Parigi, frequentando cattive compagnie, che lo portano sulla strada della droga, conoscendo donne sia ricche che disperate. La sua ancora di salvezza è la pittura, che lo conduce a nuova vita, rinunciando a tutto il male che l’aveva attanagliato, trovando una poetica di rinuncia alle regole, rinuncia alle accademie, agli stili, rinuncia ai difficilissimi rapporti con i galleristi, per assurgere alla grande libertà, ricercando continuamente spunti: dalla preistoria ad oggi, passando da Caravaggio, Picasso, Pollock, con una bulimia dei linguaggi sempre crescente, per dare luce a capolavori a volte distorti, degenerati, compulsivi, in altri casi umani e delicati: quasi un soffio sulla tela. La pittura l’ha portato ad abbracciare la filosofia della non violenza. E’ diventato vegetariano e si rapporta con la fede in Cristo, a cui si rivolge tutta la sua Arte, quale anelito all’infinito. Per Di Bella si prepara una grande svolta. Lo dimostrano l’attenzione sempre crescente sulle sue opere da parte di esperti del settore e la quotazione delle stesse, sempre a salire. Angelo Di Bella sta un po’ divenendo un nuovo Picasso, classico vivente della pittura contemporanea.
Stefano Duranti Poccetti