In questo tempo pandemico dove per viaggiare devi fare tamponi, analisi, check in di varia natura, io mi sono concessa un viaggio unico senza spostarmi dalla mia scrivania, ho viaggiato grazie ad Ester Cecere e al suo libro “Dall’India a Lampedusa soste di viaggio “ un libro che e’ un atlante geopoetico , intendo dire che la poesia è come la geografia viaggiando contagia e crea una catena di parole, messaggi e immagini che diventano VIAGGI DELL’IMMAGINAZIONE.
Giustamente Ester scrive:”Il viaggio è metafore della vita per eccellenza. Cos’è infatti la vita se non un viaggio di cui conosciamo solo la località e località e la data di partenza ?Durante questo viaggio ci sono tuttavia delle tappe delle “soste”, “Le soste di viaggio” che interrompono il suo svolgersi routinario. Esse possono essere dei viaggi fisici, alcune volte di piacere , ma anche dei momenti particolari della nostra vita, degli accadimenti come una malattia , un incontro particolare che ci hanno segnato ,che ci hanno insegnato qualcosa “.
La lettura è agile , ho già avuto modo di conoscere l’abilita’ di narratrice di Ester Cecere in “Istantanee di vita “ una raccolta di racconti dove la sintesi è al contrario del suo senso letterario generosa ma asciutta dove il dettaglio diventa un tutt’uno con l’insieme del “raccontare”senza dilungarsi ma scolpendo la summa del messaggio che il racconto vuole dare.
In questa nuova opera dove il titolo evoca due luoghi l’uno agli antipodi dell’altro pare di essere a piedi e circumnavigare un mappamondo mentre il nostro cammino accorcia le distanza di questi due luoghi meravigliosi l’India luogo di spiritualità rigenerativa, natura, povertà ,saggezza e ultr a millenaria cultura e Lampedusa la porta dell’Europa nota meta di sosta dei migranti ,ma incantevole sito di bellezza naturali e di storia affacciata davanti al continente africano è lo spartiacque tra i due continenti quello africano e quello europeo
In mezzo tra l’India e Lampedusa c’è Ester Cecere che narra a pag.25 racconto dal titolo “Shock” il viaggio tradotto in stupore, meraviglia e sconcerto di Alessandra che in viaggio in India percorre le strade della città vecchia Old Dehli grazie ad un guida che li porterà a visitare il Taj Mahal ad Agra, prima di arrivare alla meta, la protagonista toccherà con mano la miseria, la potenza, il senso di adattamento , il caos ma anche la saggezza che percorre l’animo del popolo indiano dove animali come cinghiali, mucche , cani passeggiano indisturbati alla ricerca di cibo in mezzo ai rifiuti senza la raccolta differenziata che per noi occidentali che inquiniamo e deprediamo è simbolo di civiltà ed ecologia, come l’osservazione delle donne che nelle strade di Dehli raccolgono lo sterco delle mucche per farlo essiccare trasformarlo in combustibile…
Una meraviglia di cose nuove arrivano agli occhi della protagonista che come ci ricorda Ester citando Vidiadhar S.Naipaul “Ecco perché si viaggia e si scrive: per scoprire. Altrimenti sarebbe come conoscere le risposte prima dei problemi “
Ester Cecere fa sua questa citazione che io a mia volta faccio mia, infatti scoprire prescinde meraviglia e stupore e orrore (sono il negativo e il negativo della meraviglia) mentre conoscere indica l’analisi e la sperimentazione che diventano esperienza e in questa citazione emerge l’anima della ricercatrice quale la dott.ssa Cecere è , essendo ricercatrice alla CNR Consiglio Nazionale delle ricerche di Taranto.
Il viaggio continua a pag.53 il racconto “ La ragazzina dei cenotafi” è introdotto da una citazione di Voltaire” E’ ben difficile in geografia come in morale , capire il mondo senza uscire da casa propria”.
Questa citazione è ben congeniale al senso del viaggio come scoperta , la protagonista Alessandra con il marito Michele in viaggio in India visita una la zona di Jaisalmer nella regione del Rajstahan per visitare i cenotafi di Bada Bagh.I cenotafi sono monumenti- lapidi che ricordano i defunti che non sono seploti lì , visto che secondo la religione Indu, i defunti vengono cremati e le ceneri spare nel fiume sacro Gange.
La visita consente ad Alessandra di prendere coscienza e consapevolezza della miseria e del degrado in cui vivono gli abitanti con i bambini sfruttati e mendicanti realizzando che l’India e’ un caos di rumori con una popolazione numericamente pari ad un immenso formicaio e in mezzo ci stanno gli animali che sono sacri e che vengono tollerati ma che devono anche loro arrangiarsi da soli per sopravvivere, come il cagnolino che Alessandra incontra e che disseta rifocillandolo con dei biscotti e la ragazzina che pronunciando la parola “Stilo “ e Chewingum” intenerisce il su cuore e quello del marito che non avendo “Chewingum” le dona una penna recuperata dai vari alberghi che li hanno ospitati e delle caramelle…
La ragazzina abbasserà lo sguardo raccogliendo nelle mani questa immensa ricchezza e si dileguerà nel caos e nella sacralità misteriosa che e’ l’India dove il mondo corre a rilento e non ha fretto di diventare “grande”.
Ancora a pag. 117 il racconto Kafka metta al centro l’amore per gli animali che Ester Cecere esprime in ogni sua composizione sia poetica che di narrativa ricorrendo sempre allo spirito di ricercatrice – biologa marina che la anima davanti ai torti che vengono fatti ai più deboli sia umani che animali e che la rende agli occhi di chi scrive una paladina dotata di talento nel renderne giustizia mettendo al centro del mondo , lo scopo che l’umanità tutta ha, compiere la storia come scuola dei meriti attraverso il “sym pathos” quel sentire insieme, quel soffrire e gioire insieme oggi così asfittico , asettico e inerme perché impauriti dalla pandemia affidiamo al mondo irreale dei social gli abbracci che dovremmo scambiarci come promessa di eterna fratellanza..
Il racconto reca la citazione di Kant “ Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo con cui tratta gli animali “.
Kafka il protagonista che da il titolo al racconto è un cane investito da un auto , una cane che vive affiatato al suo padrone clochard di nome Stas che disperato dimostra che il suo amico a 4 zampe ha il libretto sanitario , le vaccinazioni e il microchip e che non e’ un randagio.
Kafka verrà ricoverato in una clinica dove la protagonista Alessandra con il marito e Stas andrà a riprenderlo giusto il tempo per venire a sapere che la clinica sopprime gli animali “randagi” senza padrone per incassare dal comune la spesa della “rottamazione della carcassa”.
Kafka con la zampa bendata viaggerà su un passeggino procurato dal suo padrone Clochard
per fare in modo che la zampetta non poggi per terra.
Alessandra fara dono di una somma di denaro al clochard per fare in modo che si trasferisca in altro luogo perché la vicenda di Kafka finita sui social ha creato un clima di discriminazione nei confronti di Stas calunniato di avere maltrattato il suo amatissimo cane. Così sarà Stas migrerà a Napoli da Taranto con il suo amatissimo Kafka.
Questo libro mi ha creato un sussulto , mi sono sentita partecipe di questi viaggi e delle relative soste, le parole sono un mosaico di immagini di luoghi a me lontani che Ester Cecere ha reso a me ignara e solitaria viaggiatrice immaginaria, una vera turista del mondo da scoprire.
La struttura del libro è un corollario di luoghi e riferimenti culturali importanti per la nostra civlità occidentale perché la Cecere ha unito mondi distanti India e Lampedusa che hanno ognuno a modo suo il compito di essere porto di arrivo e partenza di sogni di vita e civlità , in cui la dignità degli esseri umani e del mondo animale e vegetale è trattato come una grande famiglia che si sposta pur lasciando dietro di se l’impronta del proprio passaggio.
Noi siamo viaggiatori e sognatori ,siamo artigiani del nostro divenire animato dalla volontà mai sopita di inventare storie che nascono dalla realtà.
“Dall’India a Lampedusa soste di viaggio “ è un atlante geopoetico e antropologico denso di umanità sofferente ma anche sognante, in cui la scrittrice Ester Cecere è una formidabile NAVIGATRICE.
Il mio viaggio senza decolli grazie a “ Dall’India a Lampedusa soste di viaggio “ di Ester Cecere
Barbara Appiano