Contrapposizione fra Io e Mondo. Fra De Filippo e Fo

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Dottoressa Nermin Shawky, appassionata per il teatro italiano, è la ricercatrice egiziana che ha intervistato un giorno il gran drammaturgo italiano Dario Fo prima della sua morte. Recentemente, la famosa studiosa ha già compiuto la sua tesi di Dottorato, marzo 2021, ancora sul teatro di Dario Fo, questa volta però scoprendo un nesso tra l’ultimo e Eduardo De Filippo.

Certamente che non è facile studiare a confronto i due drammaturghi italiani insieme dal punto di vista psicologico”, reclama Shawky, spiegando che “è stato un gran piacere per me.. devo dire che è stato comunque necessario provare di toccare le nuove teorie di psicoanalisi per poter analizzare la natura dei personaggi di Dario Fo che sono più estroversi di quelli di De Filippo”

Verso una nuova metodologia psicoanalitica del teatro

La ricercatrice che è molto in gamba, non ha solamente studiato i punti di affinità e di divergenza tra le commedie di ambedue i drammaturghi, anzi ha elaborato un nuovo approccio scientifico che riguarda una nuova metodologia psicoanalitica che trattano le teorie moderne a partire di Freud.

A livello di psicoanalisi e alla luce dei metodi applicati nello studio, la ricerca della studiosa, che si è dipolmata in psicoanalisi, si è soffermata ad applicare nuovi metodi di psicoanalisi. Si può notare insomma che la psicoanalisi di Freud si basa principalmente sull’inconscio e sul passato dell’uomo, la psicoanalisi moderna si basa, invece, sul conscio e sul presente del paziente. La ricerca ha esaminato i protagonisti dei due drammaturghi nelle commedie scelte, ricorrendo ai metodi convenienti a seconda della natura di ogni personaggio teatrale elaborando un caso di studio dell’Io del personaggio, ritenuto come un caso clinico.

Ad esempio, il Super-Io freudiano, è un termine che viene incarnato nel protagonista di De Filippo ne Il sindaco del rione sanità. Inoltre, nelle commedie scelte, si riscontrano vari meccanismi difensivi dell’Io: Sik sik, ricorre all’arte e il sogno, Cupiello ricorre all’isolamento, Giulia ricorre invece alla pazzia. Obiettivo di questi meccanismi è sempre placare le circostanze, salvarsi dalla tragedia e soddisfare i desideri insoddisfatti dell’Io.

In termini non difensivi, Erikson, ad esempio, si concentra sulla forza nascosta dell’Io: l’Io è un padrone e non più schiavo né all’ES né al Super-Io. E questo si può applicare, ad esempio, a Sik Sik di Eduardo, che ricorre all’arte, non come difesa, anzi come soluzione creativa dell’Io.

Detto ciò, nelle commedie scelte di entrambi De Filippo e Fo, i personaggi teatrali cercano di soddisfare i bisogni umani della piramide di Masslo: il protagonista di Sik Sik è in cerca continua di (autostima), invece, Giulia in Una giornata, oltre a Luca in Cupiello, sono in cerca di (affetto), mentre, la protagonista di sotto paga è in cerca di appagare (la fame).

Su altre piste, la teoria gestalitiana del qui/ora si basa su cancellare il passato: si possono ricoverare tutti i ricordi passati ed i fatti incompiuti, per essere finiti nel momento vissuto del presente. Questi fatti vengono discussi e trasferiti dall’inconscio al conscio di Giulia in Una giornata di Dario Fo, ed è appunto in questo modo che diventa capace di liberarsi dai propri sentimenti negativi sospesi.

Del resto, applicando la dicotomia introversione /estroversione elaborata da Jung si può riassumere che i protagonisti di De Filippo sono introversi rassegnati, mentre quelli di Fo sono estroversi ribelli.

Si può notare nettamente che Luca appartiene alla categoria dei deboli rassegnati. In Luca, si esprimono chiaramente i tratti salienti della personalità introversa, quali: distacco dalla realtà, ipersensibilità, freddezza, comportamenti inadeguati, stravaganza. D’altronde, l’isolamento di Luca diventa un meccanismo difensivo per non affrontare l’amarezza della realtà che lo circonda. Questo suo ritiro consiste appunto nel costruire il presepio, per lui ormai è la fine del mondo.

Più estroversi ed attivi sono ovviamente i personaggi di Fo. Antonia, la protagonista di Sotto paga non si paga può rappresentare un esempio dell’Io estroverso. Lei ha un certo rapporto con l’ambiente esterno: ne osserva tutte le circostanze e cerca di adattarsi ad esse il più possibile.

Esiste quel tipo particolare dell’Io che si pone in mezzo tra estroversione e introversione: non è più capace di aprirsi al mondo esteriore, neanche capace di creare il suo mondo interiore privato. L’Io, in questo caso, si rifugia alla pazzia come il canale conveniente per sfogarsi. Infatti, la figura del pazzo è un elemento frequente nel teatro dei due drammaturghi messi in esame. Esempio di questo personaggio nel teatro di Dario Fo è Giulia in Una giornata qualunque.

Si può arguire anche che nell’ambito del teatro di De Filippo e quello di Fo, i personaggi teatrali sono costantemente in cerca di un equilibrio. Va notato che nel periodo bellico, Eduardo offre sulla scena personaggi lacerati palpitanti di esistenza con i loro timori di oltrepassare quel disagio. Quindi, la rassegnazione e il sogno sono le tematiche più diffuse in quel periodo. Nelle opere teatrali successive del drammaturgo, i protagonisti sono, invece, più coscienti.

Anche se il tipo del protagonista di Sik sik è diverso da quello infantile in “Natale in casa Cupiello“, ma si è sempre dinanzi a personaggi non sono ancora coscienti. Questa sensazione ed esigenza di coscienza si mostra solo nelle opere che seguono le due guerre mondiali: il protagonista ne Il sindaco del rione sanità ne è un esempio saliente, il quale non si ritira dalla realtà ma cerca di cambiarla in meglio. Di conseguenza, solo i personaggi teatrali coscienti di De Filippo, possono appartenere alla stessa sfera del conscio dei personaggi di Dario Fo. Sono quelli che pensano più che sognano. Sono consapevoli, e soprattutto più responsabili.

Punti di affinità e di convergenza

Infatti, entrambi i drammaturghi, Fo e De Filippo, sono innovatori e riescono a fornire al pubblico spettacoli di valore, con contenuti popolari. D’altronde, il teatro per ambedue è un teatro che comunica: il rapporto con il pubblico è, dunque, fondamentale.

Nel tempo in cui Eduardo De Filippo appartiene al teatro pirandelliano, aggiungendo la sua figura come attore-autore, si vede che Dario Fo condivide con il drammaturgo napoletano la stessa figura, rinunciando però alle maschere pirandelliane e adottando un nuovo percorso.

Entrambi i drammaturghi condividono la tecnica del metateatro. Questa tecnica viene impiegata, ad esempio, nelle commedie di Sik Sik di De Filippo e Una giornata di Dario Fo: il protagonista della prima trova se stesso nel ruolo del demiurgo e restituisce l’autostima e la fiducia, mentre la protagonista della seconda impiega le proprie capacità espressive per fare il ruolo di un’analista. Per entrambi i protagonisti, tal concetto di narcisismo positivo favorisce, tramite il congegno di metateatro, la cosiddetta teatroterapia.

Non si può non osservare che entrambi i drammaturghi, De Filippo e Fo, si possono ritenere «clown dottori»: l’obiettivo dei loro spettacoli è quello di produrre un miglioramento dell’umore degli spettatori rendendole più sane.

Eduardo esprime, invece, con il suo tragicomico un colore di malinconia come in Natale in casa Cupiello. Pertanto, non si può non osservare che la comicità è un pretesto per mascherare la cruda realtà in cui vengono a trovarsi tutti i personaggi di De Filippo.

Del resto, al contrario della risata liberatrice tramite la ribellione ed i personaggi più resistenti di Fo, la risata di Eduardo, è di vivissima sensibilità esistenziale e specialmente patetica, come in Sik Sik, con l’impiego della maschera comica di situazioni tragiche e con l’uso speciale del grottesco e del paradosso da parte di Eduardo.

Del resto, si può dire, in ultime parole, che Napoli di Eduardo, può riferire a tutto il mondo che subisce gli stessi problemi proposti dall’inconscio collettivo. Lo stesso è per le opere teatrali di Fo, che possono incarnare tutte le classi sociali, con vocazioni alle opere universali.

‪Nermin Shawky

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