Oggi intervisto un giovane artista che, nonostante giovane, possiede una grande maturità, sto parlando di Holy 420, nome d’arte di Andrea Leo. Egli ci parlerà del suo nuovo singolo dal titolo “Sbatti”, in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali dal 26 marzo 2021. Andrea, classe ’99, cresce nelle periferie di Torino, nel 2017 si avvicina alla musica e al mondo Rap, iniziando a sviluppare i suoi primi progetti come Holy Hell. Oltre ai concerti è presente a degli eventi, tra questi i più importanti c’è il Reload Music Festival 2019 e il concerto di San Matteo con Boro Boro e Shiva. Da qui arriviamo al 2020, ovvero l’anno che vede Andrea iniziare un nuovo percorso con RKT Production con il nome di Holy 420, affiancato dal suo producer Tommygothewaves.
Ciao Andrea, bentrovato al Corriere dello spettacolo. Ti faccio i miei complimenti per “Sbatti”, un pezzo che dona un grande messaggio, che possiamo inserire tra le cose belle e sublimi della vita di un singolo artista, ma anche di ogni singolo individuo. Ci parli di questo singolo?
Innanzitutto, grazie per le belle parole! “Sbatti” è un pezzo che sta ad indicare tutti i sacrifici che ho fatto in tutti questi anni per trovare la mia identità artistica e quindi parla del percorso musicale, in un tempo in cui l’apparenza va oltre all’essere se stessi.
Ho detto che “Sbatti” dona un grande messaggio, che a mio avviso possiamo classificare, catalogare tra le cose belle e sublimi della vita di un singolo artista, ma anche di ogni singolo individuo. Ho pensato a questo, perché come hai detto oggi l’essere umano vive ed è molto concentrato verso l’apparire, l’apparenza al centro di tutto. Si è schiavi dell’apparenza e non si è più se stessi. Un artista, ma anche ogni singolo individuo, non dovrebbe vivere nell’apparenza, ma essere se stesso, per dare sfogo ai valori dei propri sentimenti, a quello che è importante per una vita buona, e cioè essere se stessi appunto. Dare spazio all’ascolto e dare voce a cose reali. Sono queste le cose belle e sublimi, fondamentali della vita, che tu con questo singolo evidenzi.
Holy 420 è il tuo nome d’arte, “Holy” nella lingua inglese significa “Santo”, come nasce questo?
Come detto Holy significa “Santo”, io caratterialmente mi ci vedo un po’ in questo, nel senso che sono un ragazzo timido, silenzioso, parlo poco, sono più per fare. Mentre il “420” sta ad indicare il peso di quando sono nato.
Tornando al singolo, se ti dovessero chiedere quanto è importante fare i sacrifici nella propria vita, cosa risponderesti, soprattutto davanti a mille ostacoli?
Direi che è molto importante, soprattutto se c’è di mezzo quello che ti piace. Non bisogna mai rinunciare, per non avere dubbi, per non rimpiangere di non aver fatto rinunciando. È vero che durante un percorso ci sono momenti in cui giungi a dei crolli emotivi, e ti domandi: “Perché lo sto facendo? Per chi?”, rischiando di perderti, ma bisogna crederci e restare concentrati, perché ne vale la pena.
Sempre musicalmente parlando, hai un sogno da realizzare?
Sì! suonare in giro per l’Italia. Questo ancora non esiste per me, ho sempre suonato in provincia e mai oltre. Poi sto pensando di partecipare a dei talent show musicali e anche se ancora non mi sento pronto per provarci, credo che ci proverò.
Non ti faccio altre domande, ti ringrazio per il tempo dedicatomi. Ci salutiamo ricordando che “Sbatti” è accompagnato da un video, girato da Spakafra a Prali. Video su cui non diciamo nulla, ma invitiamo le persone ad andare a vederlo.
Giuseppe Sanfilippo