Nelle opere di Simona Gasperini reale ed immaginifico si incontrano all’interno di un’aura rarefatta e sospesa. Possiamo certamente parlare di “elementi magici in un contesto realistico”.
L’artista fornisce, certamente, all’osservatore strumenti per evadere dalla realtà, lasciando però nel contempo un varco, uno spazio per una immaginazione possibile.
L’evasione dalla realtà rimane sempre legata ad essa in una chiave salvifica e di speranza verso il futuro.
Traspare in tutti i lavori quel realismo magico presente in uno dei massimi esponenti del ‘900 quale Donghi; come in quest’ultimo le sue atmosfere sono sospese, rarefatte, non finite ed aperte a sguardi pronti a definirle e concluderle.
L’artista ci offre fluttuazioni realistico-fantastiche ricorrendo alla tecnica del collage rivisitata con accenti fortemente personali.
Trae spunto, sì, dai grandi del passato come Braque e Picasso, ma andando oltre. Il suo collage non è utilizzato in chiave paratattica quanto come assemblaggio di elementi per la costruzione e sintesi di una storia.
Non a caso dice la Gasperini: “Le mie opere nascono dalla necessità di esprimere le emozioni, la realtà, le suggestioni di momenti passati e presenti.”
Le citate fluttuazioni sono evidenziate da “donne vascello” simili ad impalpabili viaggiatrici; esse vivono di operazioni di sottrazione del peso che hanno il loro riferimento in uno dei più importanti codici letterari del terzo millennio indicato nelle “Lezioni americane” da Italo Calvino: la leggerezza.
Poesia e musica del silenzio sono i parametri caratterizzanti tutto il suo fare artistico; Leopardi e Debussy aleggiano nelle sue opere.
Come un poeta la Gasperini:” rappresentando, racconta ,affidandosi alla suggestione”…e …” si volge a leggere i segni dell’ignoto destino dell’uomo e del mondo, dell’infinito che sovrasta le particolari situazioni della vita.”
Il ricorso mentale, poi, dell’artista al “Nocturne” del preromantico Debussy vela le sue opere di un “tacet” musicale.
La manipolazione dei materiali cartacei, la concatenazione degli elementi narranti le sue storie, esprimono in modo emblematico la capacità della Gasperini di trattare i temi con delicata veemenza e drammatico accento lirico.
Oscar Wilde affermava che: “Ogni santo ha un passato, ogni peccatore ha un futuro”.
Il sublime peccato d’amore per l’arte della nostra artista è vate di un certo e sicuro futuro artistico. Mi sento con sincerità di augurarle un’avventura artistica come quella di Artemisia Gentileschi che, donna Vascello, ebbe la capacità, nel suo viaggio, di infrangere tutte le norme per conquistare gloria e libertà.
Maria Laura Perilli