Il muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali, 5 e 6 maggio 2021, Sala Bartoli, dal 12 al 16 maggio e dal 25 al 30 maggio 2021

A poco a poco riaprono i teatri.

Le sale tornano a riempirsi e lo streaming passa in secondo piano rispetto allo spettacolo dal vivo.

Al Rossetti di Trieste l’attività più consona a questo genere di produzione artistica è ripresa il 5 maggio scorso con Il muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale, curato da Monica Codena, Marco Ongaro e Paolo Valerio, direttore quest’ultimo dello stesso Teatro Stabile e in scena nel ruolo di Max, un tennista che, solo, di fronte a una parete di plexiglass, palleggia contro di essa proponendo al pubblico in sala un avvincente monologo, vera e propria partita giocata tra la narrazione di una storia d’amore – si trova lacerato tra una relazione ormai sterile e quel che forse è l’ultima  fiamma della vita – e illuminanti riflessioni sul tennis.

Le parole rimbalzano da un argomento all’altro favorendo l’uno la chiarificazione dell’altro in uno scambio non sempre amorevole, ma di certo utile, mentre musica e luci, curate rispettivamente da Nicola Fasoli (con Carlo Turetta e Borut Vidau) e da Marco Spagnolli (con Davide Comuzzi e Alessandro Macorigh) fanno da contrappunto segnando il ritmo della performance.

Messo in scena per la prima volta nel 2020, il delirio di questo tennista risulta in qualche modo espressione di questo nostro vivere, in bilico com’è tra l’accettazione e il desiderio di lottare contro un nemico invisibile che forse si trova dentro di noi, nell’aria che respiriamo, un avversario contro cui dover combattere senza potercisi scagliare contro.

Separato dal pubblico da una quarta parete, questa volta ben visibile, quasi a proteggere e a proteggersi, lo spettacolo appare così come una sorta di camera di decompressione, luogo sospeso tra la chiusura totale e la sicurezza di un’apertura certa, definitiva, sostanziale; un teatro in minore alla ricerca di un incontro nuovo con il proprio pubblico.

In platea si percepiva la timidezza di spettatori impacciati, quasi sorpresi di potersi ritrovare di nuovo in sala e prende parte di nuovo a un rito collettivo che tanto bene avrebbe potuto fare in questi mesi di sofferenze, di lutti, di confusione.

E se i danni economici sono visibili, prevedibili e sotto gli occhi di tutti, più nascosta ma non meno profonda è la desolazione provocata dal sospendere forzatamente e per così tanto tempo la presenza in sala.

Perché il Teatro è da sempre il luogo in cui potersi trovare per “sentirsi comunità” ascoltando, partecipando tutti insieme, nello stesso tempo e in un unico spazio, alle vicende di altri come noi, nei quali riconoscersi per quel che ci accomuna tutti.

Gli attori,  e coloro che di teatro vivono, costituiscono una categoria di professionisti dei quali abbiamo tutti bisogno: ci aiutano a trovar senso nelle nostre esistenze, a rincuorarci; ci sfidano a metterci in discussione; ci costringono a porci domande.

Ma in momenti drammatici come questi sono stati lasciati indietro, da soli, in un silenzio imbarazzante da parte delle istituzioni.

Sarebbe davvero bello essere capaci, una volta tanto, di imparare la lezione e tentare di prendere esempio da altre nazioni, non troppo lontane da noi, in cui le arti performative godono del giusto rispetto, giustamente riconosciute nel fondamentale ruolo sociale da esse svolto, assieme alla giusta considerazione delle donne e degli uomini che le rendono possibili.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali
5 e 6 maggio 2021
Sala Bartoli
dal 12 al 16 maggio e dal 25 al 30 maggio 2021
Il muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale
a cura di Monica Codena, Marco Ongaro e Paolo Valerio
con Paolo Valerio
scena Antonio Panzuto
progetto fonico Nicola Fasoli
fonica Carlo Turetta, Borut Vidau
direttore di scena Paolo De Paolis
disegno luci Marco Spagnolli
luci Davide Comuzzi, Alessandro Macorigh
una coproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Teatro Stabile di Verona

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