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SEGRETI: INTERVISTA ALL’ARTISTA GRIGIO CREMA

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Grigio Crema nasce nel 1988. Il suo gioco preferito era “rubare” le musicassette e i dischi ai genitori per ascoltarli di nascosto. All’età di 10 anni viene folgorato dalla musica rap grazie al disco “Sotto Effetto Stono” dei Sottotono e da quel momento non riesce più a fare a meno della musica hip hop. Verso i 12 anni, interessato al lato della produzione musicale convince suo padre a comprargli dei campionatori e un giradischi, cominciando a produrre le prime basi strumentali. In seguito, inizia anche ad approcciare con la disciplina del freestyle e i primi testi scritti. Nel corso degli anni Grigio è stato membro di numerose crew e gruppi della scena rap underground italiana con altro pseudonimo. Nel 2018 compare nel disco di Lord Madness dal titolo “3 mg”, cantando il ritornello del brano “Lacrime di Vetro”: sarà il brano più ascoltato del disco stesso sulla piattaforma Spotify. Ispirato dalla poesia urbana e dalla strada, nel 2019 avvia una collaborazione con l’etichetta LaPOP e nel 2020 esce il suo primo album dal titolo “È quasi Luce”: il disco unisce atmosfere trap, soul e R&B, mescolate tra loro in un intreccio di sentimenti e di emozioni vissute in prima persona, al margine tra il chiaro e scuro della vita. Parallelamente al lavoro di tecnico del suono nel suo studio a Bologna, Grigio Crema sta attualmente lavorando alla realizzazione del secondo album “Ad un passo dalla luce”. In questo processo di maturazione musicale e scoperta di sé, l’artista scegli di abbandonare il passamontagna che teneva nascosta la sua identità. Di recente ha lanciato il suo nuovo e ultimo singolo “Segreti” (LaPOP) disponibile su tutte le piattaforme di streaming e in rotazione radiofonica dal 7 maggio. Lo stesso brano anticipa il nuovo album dell’artista, in uscita prossimamente. Il brano racconta una storia d’amore finita male, condita con bugie e segreti nascosti. È uno dei brani più cupi del disco; l’artista l’ha scelto appositamente per anticipare il nuovo progetto discografico, caratterizzato da sonorità che spaziano dalla trap al R&B, passando per afrobeat e reggae.

Ciao Grigio, benvenuto al Corriere dello Spettacolo, iniziamo parlando di questo singolo “Segreti”, che appunto anticipa il tuo nuovo album, mi parli del brano?

“Segreti” come sai è la prima traccia del disco. Ho scelto di anticipare l’album con questo singolo perché è uno dei brani più cupi del disco, rispetto agli altri pezzi che sono più caldi, più romantici. È un brano che parla di una reclusione d’amore, un amore che dura da tanti anni e che è andato a finire. Parla di questa persona che nel testo mi ha fatto del male, parla di lei che mi dice che ha dei segreti dentro i suoi cassetti segreti. Principalmente parla di un tradimento.

Spesso quando finisce una storia la persona con cui si stava ai nostri occhi ci appare diversa rispetto a prima. Abbiamo una visione diversa della stessa, addirittura come se ella fosse un’altra, una perfetta sconosciuta, e il più delle volte diciamo a noi stessi: “Come ho fatto a non rendermi conto della vera persona che era colei con cui stavo?”, magari ci affidiamo all’idea che l’amore ci rende ciechi, ma secondo te veramente avevamo gli occhi bendati (o veramente l’amore ci rendeva ciechi) o in realtà, la persona è veramente una persona che non conoscevamo, oppure ella (e anche noi stessi) ha subito un cambiamento nel corso del tempo, che a sua volta ha determinato la fine?

Sicuramente entrambe le cose, anche se a nascondere non si va molto lontani, perché poi andando avanti ci si conosce e quindi viene tutto fuori. Sicuramente il conoscere formula un cambiamento di visione della persona e anche il corso del tempo ci porta a un cambiamento interiore e magari in questo processo i due non vanno più bene insieme. Tuttavia, è normale che una persona può essere vista con occhi diversi rispetto a prima, ma non bisogna mai dimenticarsi delle emozioni e gioie che si sono vissute insieme. Mai dimenticare e rinnegare i momenti belli vissuti insieme e l’amore che è stato dato.

Possiamo dire che i cambiamenti producono la chiusura e apertura di alcuni capitoli delle nostre singole vite. E in questo processo ovviamente ci sono persone che si fermano, escono dalla nostra vita, al di là delle situazioni. Mi piacciono le tue ultime parole, spesso invece è molto più facile dimenticare l’amore che è stato dato, al di là delle situazioni che portano a questo dimenticare. Hai già fatto un tuo primo Album “È quasi Luce” e ora stai lavorando al secondo, che si chiamerà “A un passo dalla luce”, come scegli le tue canzoni da inserire nei tuoi dischi?

In realtà, non credo di essere la persona più adatta per rispondere a questa domanda. A me le canzoni mi sono venute fuori in un momento di sofferenza e dico che la chiave di tutto è che quando soffro mi viene fuori un nuovo disco. Mettendo insieme in musica pezzettini di storie viene fuori un disco.

La vita di ognuno di noi è fatta di sofferenza, non c’è nessun che non soffre, quanto vale la pena soffrire o meglio quanto è importante la sofferenza al di là del dolore?

Sicuramente tanto, anche per giungere alla compressione che senza sofferenza non si può comprendere.

Abbiamo detto che uscirà prossimamente questo tuo nuovo album “A un passo dalla luce”, ci vuoi salutare dicendoci qualcosa di questo?

“A un passo dalla luce” è il secondo capitolo del primo album che si chiama “È quasi Luce”  – se prima ero rivolto verso l’alba, con “A un passo dalla luce” adesso mi sto avvicinando alla luce. Poi il terzo capitolo si chiamerà “È luce”. In ogni modo, “A un passo dalla luce” è un album che come il primo contiene 11 tracce da ascoltare.

È sicuramente un album d’ascoltare e scoprire, quindi non diciamo nulla di altro, aspettiamo l’uscita. Ricordiamo che il singolo “Segreti” non è accompagnato da un videoclip tradizionale, bensì da un visual video a cura di Vivo Rec Film in cui le immagini in bianco e nero dei protagonisti si fondono e susseguono in maniera suggestiva in un loop continuo che si fa metafora di un viaggio interiore dell’artista. Grazie Grigio, è stato un piacere intervistarti, buon lavoro e un saluto.

Giuseppe Sanfilippo

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