La nostra nazione ha avuto una lunga storia risorgimentale per formarsi e, dopo la costituzione del regno d’Italia nel 1861,ben tre gloriose città hanno avuto l’onore d’esserne la prestigiosa capitale:LA SABAUDA TORINO fino al 1865,la Dantesca Firenze per arrivare alla straordinaria presa di Roma che avvenne nel 1870 come rammentano i giganteschi quadri nella prima sala rievocano la breccia di porta PIA.Sono imponenti dai colori vivaci che richiamano le sofferenze patite per la liberazione dal dominio del Papa,che si dichiarò con Pio IX prigioniero politico ed iniziò la trasformazione urbanistica della città documentata da un vasto repertorio documentaristico e dai busti della seconda sala dei grandi padri dell’ottocento liberale e democratico.In ogni stanza vi sono accuratissimi pannelli esplicativi dei numerosi percorsi tematici,anche se ogni tanto qualche didascalia contiene dell’inesattezze cronografiche.Sospesi in alto vi sono pannelli in filigrana testimoni dell’evoluzione sociale in bianco e nero dell’urbe,con gli agglomerati dei borghi e gli insediamenti popolari che si stabilivano nella città.I Romani erano vestiti con gli abiti tipici del XIX secolo significando la media borghesia quotidiana dell’epoca e tale cronaca estemporanea è impreziosita da prestiti avuti da collezioni pubbliche e private,come cimeli storici,pitture di piazze,parchi,ville e giardini,scorci stupendi quale IL PINCIO con le carrozze,sculture e filmati di grande spessore culturale per rinverdire la memoria ed istruire coloro che sono privi d’una cultura storica.Nella parte più interna della mostra vi sono i manifesti pubblicitari delle ditte commerciali, dei negozi al minuto nati in quel periodo,come pure degli spettacoli che si tenevano al teatro”COSTANZA”,dei giornali e delle riviste che sorgevano in quel frangente.Vi sono opere di Balla e Cambellotti futuristi e veristi tra cui la vasca con i bufali all’abbeverata dell’ultimo,per andare a terminare con le foto della realizzazione del Vittoriale prima e poi dell’altare della patria,con il monumento equestre a Vittorio Emanuele II,opera dell’architetto Sacconi.Qui sarebbe posto il milite ignoto,secondo quanto ci rammentano i filmati pervenutici,della grande guerra con gli scontri in trincea:”una chicca”.Nella mostra vi è l’esposizione delle foto d’archivio,delle macchine fotografiche e dei capi intimi del vestiario nobile del conte Giuseppe Primoli,che ch’ha trasmesso con le sue pellicole dei primi piani e ritratti di persone catturate,con sapiente maestria del clic.Nell’interminabile scorribande nella fiorente dimensione allargata quasi a metropoli d’una Roma mai prima svelata.La mostra chiuderà il 26/09 venturo.
Giancarlo Lungarini