PARTE IL TORINO JAZZ FESTIVAL

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Alla presenza del Segretario Generale della Fondazione per la Cultura Torino Alessandro Isaia, la Sindaca Chiara Appendino, della Città Metropolitana di Torino e l’Assessora alla Cultura Francesca Leon, insieme al cuore pulsante di questa grande manifestazione jazzistica diretta dai musicisti Giorgio Li Calzi e Diego Borotti, ha presentato il calendario della IX edizione del Torino Jazz Festival. Quest’anno nei nove giorni di puro jazz (dal 19 al 27 giugno) la città sarà contaminata da 150 musicisti italiani e internazionali, artisti di ricerca e talenti piemontesi con attenzione al contemporaneo, dedicando ampio spazio all’aspetto formativo sui giovani studiosi musicisti con le loro forme espressive. Sebbene Torino, come quasi tutta la penisola sia in “zona gialla”, saranno comunque prese le dovute precauzioni sulle norme emanate in fatto di Covit, iniziando dal pubblico, gli artisti e il personale addetto ai lavori.

Nel cartellone si evidenziano in gran parte nomi dei musicisti dell’anno passato che per ragioni risapute sono state annullate alcune date, queste andranno a completare i 15 concerti in programma nei luoghi che ospiteranno il TJF 20121 per la precisione sono: Camera (Centro Italiano per la Fotografia), Circolo dei Lettori, Conservatorio Giuseppe Verdi, O G R, Oratorio San Filippo Neri, Teatro Vittoria. Quest’anno, per non farsi mancare nulla, si potrà assistere a conferenze, incontri tra operatori del settore e mostre fotografiche. Da porre l’accento su questa iniziativa come “Jazz è Ricerca” saranno esposti nelle stazioni della metropolitana torinese (ampliamento completato da pochi mesi), gli scatti di Massimo Forchino a sostegno della ricerca scientifica di Fondazione Ricerca Molinette, guardando le immagini vi accorgerete del liaison esistente tra la musica jazz e la ricerca. Una sorpresa innovativa ha arricchito ancor più questa edizione che viene fornita dal gruppo creativo “The Bounty Killart” fornendo due sculture iconiche della storia dell’arte, il Discobolo di Mirone e la Paolina Borghese di Antonio Canova, elaborandole a nuove forme e narrazioni, adattandole in una nuova ricomposizione, celebrando la storia e l’età del Jazz. Troviamo azzeccata la spiegazione dell’artista Donato Sansone: Come sempre l’immagine è nulla senza l’atmosfera visionaria del suono e della musica realizzata in questo caso da Enrico Ascoli. In attesa dell’inizio di quest’appuntamento, ci piacerebbe terminare con alcuni commenti dettati dalla Sindaca Chiara Appendino e l’Assessora Francesca Leon: Nonostante i tempi complessi, il TJF 2021mantiene l’alto livello qualitativo, con l’intento di continuare l’azione di sostegno che la Città ha intrapreso dal suo esordio. Un sentito ringraziamento va dunque a chi realizza materialmente e svolge il lavoro nel retroscena, non meno all’attore più importante, quello che si trova di fronte al palco cioè il pubblico. A sentire le parole di Gustav Mahler a riguardo della tradizione: È custodire il fuoco, non adorare le ceneri. Il docente Diego Borotti aggiunge: Andare a un concerto di jazz significa partecipare alla sua storia, spesso sofferta di migliaia di uomini e donne che hanno scelto un percorso più monastico che mondano. Anche Giorgio Li Calzi, suo compagno di questa fantasmagorica avventura si è espresso in questo modo: Il jazz rappresenta nella musica quella libertà che nasce dall’imprevisto della vita, i cicli della storia si ripetono, per fortuna i mutamenti creano nuove forme di vita. Un festival contemporaneo ancorato al terreno e pensato per una collettività che ha desiderio di conoscere tutto ciò che sta intorno a sé e tutto ciò che sta al di fuori di un semplice concerto.

Daniele Giordano

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