Attraverso Gretha, la nascita dell’Anticrista (Beat, 2021, 552 pagine), che al contrario di quello che emerge dal titolo non è assolutamente un inneggiare l’ateismo, casomai è il porsi quesiti riguardo i complessi intrecci dell’esistenza, Enrico Bernard propone un volume (saranno tre, perché questo è il primo dei una trilogia) denso, che sta tra la saggistica filosofica, la grande letteratura e anche il teatro, che risulta essere un sommario in cui viene delineata l’Umanità tutta nelle sue sfaccettature, sia tragiche che comiche. Questo attraverso una narrazione che vede come protagonista Gretha, personaggio liberamente ispirato a Greta Thumberg, ragazzina nata dalla terra durante il terremoto in Umbria, che sarà adottata da diversi personaggi nell’arco della vicenda: religiosi, filosofi, contadini, anche animali, per dare luogo infine a una lettura completa, pungente e intelligente della realtà, tramite un personaggio che rappresenta appunto quel risveglio della Natura, che mette in crisi i rigidi o stolti schemi della nostra società, ponendo davanti ai nostri occhi la superficialità che regola il mondo, a discapito delle profondità che invece esso nasconde.
Naturalmente Gaia è una millenium, ovvero nata negli anni Duemila: sa poco e niente, se non per sentito dire e qualche foto in internet, di quelle splendide giornate all’Isola di Wight, a Woodstock, delle lotte politiche e libertarie di cui (dalla parte sbagliata, e grazie al cielo che se ne accorse in tempo!) militava Don Dino. Tuttavia il retaggio rimane. Le conquiste in fatto di libertà e soprattutto di mentalità non possono essere cancellate da un tirannico colpo di spugna.
Basta aprire casualmente questo libro per rendersi conto di quanto ogni singola riga sia curata alla perfezione, per un’opera corposa sotto tutti gli aspetti. Prima ho parlato di “grande letteratura”, proprio perché Gretha, la nascita dell’Anticrista, non vorrei esagerare, ma a mio avviso ha molto di quelle immense opere narrative che potrebbero essere Il Conte di Montecristo, I Miserabili o il Faust, proprio perché Bernard, attraverso uno stile fluido e impeccabile, dà luogo a un’opera immortale, in grado di parlarci in modo approfondito dell’universo che ci circonda. Lo fa attraverso una narrazione senza luogo e senza tempo, dove eppure appaiono quegli elementi che fanno parte della nostra quotidianità. In qualche modo quest’opera è il continuo del Faust goethiano, con la continua lotta tra Bene e Male e con l’enigmatico personaggio di Homunculus che prende corpo in questo testo, proprio perché Homunculus rappresentava il futuro, il transumano, tutto l’inferno nascosto dentro la scienza.
Gretha, la nascita dell’Anticrista va letto per capire bene l’umanità, sia nei suoi lati tragici che comici. Va letto non per trovare delle risposte, ma per farsi sempre più domande riguardo alla religione, alla filosofia, alla sfera sociale, individuale, esistenziale. Va letto anche perché qua c’è tanto Enrico Bernard, ma c’è tanto anche del suo vissuto di studioso, grazie al quale lo scrittore ci offre tutto il suo immenso patrimonio letterario, in particolar modo di matrice tedesca (alla fine del libro c’è una ricca bibliografia). E questa strabiliante opera pare veramente tedesca (possiamo dirlo? Probabilmente la Letteratura più eccezionale), per il suo acume filosofico, per la sua spiritualità, per la sua capacità di giocare coi drammi umani in modo anche grottesco, eppure sempre profondo.
Stefano Duranti Poccetti