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ROBERTA CAPPELLUTI, QUANDO IL CALCIO E’ QUESTIONE DI… TESTA

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Il calcio è stato la miccia di tutto, ma dall’essere semplicemente una appassionata e una tifosa, Roberta Cappelluti ha saputo interpretare lo sport da un punto di vista psicologico che l’ha portata a scrivere libri e ad essere coinvolta in progetti di rilevanza internazionale. D’altronde se per vincere occorrono piedi buoni, resistenza fisica e velocità d’esecuzione, molto dipende anche dal carattere, dall’atteggiamento, dalla voglia e dallo spirito. Ed è così che Roberta, 32 anni da Roma, ha saputo mostrare l’altra faccia del calcio, quella che resta celata al grande pubblico. “Ho iniziato a collaborare nella redazione di diversi canali sportivi per poi orientare i miei studi verso lo sport, conseguendo un master in Psicologia dello sport e uno sulla gestione delle risorse umane per diventare successivamente una psicologa clinica e dello sport”. Un ruolo decisivo per gestire le vittorie e le sconfitte, un’allenatrice fuori dal campo che insegna a comportarsi dentro al campo.

Ma come inizia questa avventura?

Fin da piccola sono sempre stata attratta dalla mente umana, forse un po’ influenzata da mia mamma che collezionava libri su Freud! Dopo il diploma ho scelto psicologia convincendo della decisione la mia famiglia, tant’è che, per quanto mi piaceva, in poco meno di cinque anni mi sono laureata.

Ma il pallone, nel frattempo, è iniziato ad entrare nella tua quotidianità lavorativa.

Ho iniziato da subito, anche prima di laurearmi, a collaborare con testate sportive e come relatrice per convegni incentrati sulla lotta contro la violenza, nei quali io portavo l’esempio di come le donne nel mondo sportivo siano sempre state limitate e trattate in maniera differente rispetto i colleghi. Lo sport è sempre stato quindi centrale nel mio percorso e mi ha dato l’opportunità di conoscere personaggi illustri del mondo dello sport e non solo, grazie ai quali ho iniziato a costruire la mia carriera…

Nel 2012 è arrivata la laurea in Psicologia Clinica, altro step decisivo per la tua vita professionale.

Diciamo che ho sempre cercato di tenere aperti tutti i canali. Sono riuscita a non dire mai di no al microfono ed alla platea. Mi sono sempre buttata nelle nuove opportunità e questo sicuramente mi ha aiutata a conoscere e soprattutto farmi conoscere. Quando sono stata chiamata da una rete televisiva per parlare di sport, Canale21, ero felicissima ma al contempo avevo una grande paura, soprattutto perché sono stata da subito portata in un programma “in diretta” dove non potevo sbagliare! Però allo stesso tempo è stato proprio questo ad aiutarmi e a darmi l’esperienza per non avere paura di parlare e confrontarmi di fronte ad un pubblico o anche solo di fronte una semplice telecamera.

Nel frattempo ha preso piede anche la tua carriera di formatrice e di scrittrice.

Ho da sempre un debole per la lettura ed all’età di vent’anni ho deciso di scrivere io un romanzo incentrato su una storia d’amore. Sono una persona molto romantica che crede nell’amore e per questo ho scelto di scrivere una storia creando un personaggio ad immagine e somiglianza della persona dei miei sogni.

Dopo tanta fatica nello studio, sei tu che sei salita in cattedra.

Mi è sempre piaciuto “insegnare”. Ricordo nell’ultimo anno di liceo i miei professori mi chiesero di aiutare un ragazzo della mia classe che rischiava di essere bocciato. Ed io tutti i giorni, nel mese di luglio e fino al giorno del suo esame, lo raggiungevo a scuola e ci mettevamo in una stanza per ripassare insieme tutto il programma scolastico. Ho sempre avuto quindi una vocazione possiamo dire. Nel tempo ho avuto anche l’occasione di essere contattata per portare la mia esperienza e preparazione all’interno di corsi di formazione. Per questo insegno attualmente in due master di psicologia all’Università Unicusano e tengo diverse docenze, tra cui ultimamente anche per la LND (lega nazionale dilettanti).

Lo sport ormai fa parte… di te!

Lo sport è un bel mondo, dinamico e pieno di energie positive. Per le donne purtroppo ci sono ancora molti limiti, come la loro scarsa presenza nelle posizioni più importanti a livello dirigenziale oppure per gli stipendi nettamente inferiori rispetto i colleghi. Purtroppo si fa ancora fatica a superare questo aspetto, negli anni fortunatamente sono stati fatti dei passi avanti ma ancora molti sono da fare! Per quanto riguarda la mia vita personale posso svelare che nel 2017 sono stata una, se non la persona principale, a spingere un giocatore della Lazio a cambiare squadra per migliorare la sua carriera. Un’altra curiosità? Sono stata fidanzata, sempre tra il 2017 ed il 2018, con un giocatore della serie A.

Anche sui social sei molto seguita e sei… onnipresente!

Credo di essere stata una tra le prime in Italia ad iscriversi su Facebook. Già nel 2008 possedevo il mio primo account e raggiunta la soglia dei 5000 amici ho creato il secondo profilo. Successivamente ho aperto la mia pagina professionale sempre su Facebook dove mi racconto e dove pubblico i miei lavori e tutto ciò che mi piace e che sia attinente alla psicologia. Instagram l’ho aperto più tardi, su consiglio di amici, ed anche quel canale l’ho trasformato in un profilo dove racconto sia un po’ della mia vita privata, che dei miei traguardi/successi lavorativi.

Sui social dai spazio al mondo professionale… ma anche a quello tuo privato!

Attraverso i social cerco di far capire chi sono e cosa mi piace ma senza spingermi troppo sul personale… anche se ogni tanto ci cado! Oggi è molto delicato utilizzare i social, soprattutto Instagram, perché è facile il giudizio altrui. Bisogna stare attenti a cosa si mostra, soprattutto nelle “storie”. Pongo una domanda: siamo sicuri di voler far vedere, anche a persone a noi sconosciute, cosa facciamo nell’arco delle 24ore? Io credo che sia più bello condividere alcuni aspetti della vita solo con le persone a noi care e scelte da noi. Io dico sempre “sono nata ma soprattutto cresciuta nell’era sbagliata”, però oramai ci sono e un po’ mi sono adeguata anche io….

Cos’è per te la tua immagine?

Ci tengo molto alla mia immagine ma se devo essere sincera la curo nei limiti. Sono fortunata, ho una buona base, dovrei sicuramente fare più attività fisica ma in questo momento non trovo veramente il tempo per farlo. La bellezza è stata un punto di forza non c’è dubbio e non lo nego, ma ovviamente non basta una bella immagine per andare avanti. E’ importantissimo, soprattutto in un settore come il mio, avere una buona preparazione e studiare… e poi non ho mai voluto dare l’immagine della bella e basta.  Ma non sempre è stato così facile; per esempio una società per cui avrei dovuto collaborare rifiutò l’impegno per paura di creare scompiglio tra i giovani giocatori…. Per questo quindi non è sempre vero che la bellezza ti apre tutte le porte!

Chi è Roberta Cappelluti nel quotidiano?

Una donna a cui piace vestirsi bene. Un casual elegante è il mio stile ma non sento la necessità di mettermi in mostra. La sera posso optare per un vestito, una jumpsuit o anche un tailleur… rigorosamente tacchi! In spiaggia di giorno mi basta un abito copricostume, per un aperitivo sulla spiaggia mi piace molto l’idea di un caftano con un bel sandalo. Mi differenzia il sorriso e la mia eleganza naturale.

Che progetto hai da realizzare?

Vedremo se ci sarà spazio per me in tv a settembre… seguitemi per saperlo! Tra dieci anni spero di essere sposata già da qualche anno, mamma e soprattutto felice!

Luca Fina

 

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