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“Luce della mia tenebra”. Romanzo dirompente, psicologico e visionario

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Quest’anno l’Autore Massimo Triolo, che conosciamo principalmente come Poeta, è uscito con il suo secondo romanzo Luce della mia tenebra, pubblicato con Nulla Die nel corso del 2021, casa editrice per la quale era stata pubblicata anche la sua prima opera in prosa, vale a dire Innocenza e altre deviazioni, con cui Luce della mia tenebra forma una dilogia.

La vicenda è quella di Anna, ragazza enigmatica con la quale entra in contatto Andrea per soltanto un giorno. Il desiderio da parte del giovane di rivederla si mescola a ossessioni, angosce e fatti enigmatici, dando vita a un romanzo fortemente psicologico e anche noir, che si spiega come un viaggio che si muove sia sul piano reale che su quello onirico, penetrando nei profondi meandri dell’esistenza umana.

Sudava sempre più copiosamente. Aveva spilli sotto le unghie, tamburi nelle tempie. La canzone stava virando allo psichedelico: con delle chitarre distorte che gli graffiavano i nervi, un pulsare di basso che scandiva il suo ritmico stillicidio. A ogni respiro aveva la sensazione di sentire la mappatura esatta dei suoi bronchi, mentre un coro scoordinato di voci cantilenanti saliva ora come dal basso di piatti vibranti e un gorgogliare liquido di effetti prodotti da sintetizzatori a valvole creava un’eco ulteriormente deformante a quella che pareva una nenia acida. Tutto col contrappunto ossessivo di rulli di tamburi che crescevano e decrescevano. Un monologo gli rimbalzò di lato e sull’ultima strofa lo avvolse da destra tornandogli di fronte in un grido roco e lamentevole. I colori sgranarono come in una pellicola vintage e divennero di un’intensità quasi insostenibile.

La scrittura di Triolo è fluida e dirompente. L’intera narrazione è un flusso scoppiettante e potente d’immagini, che non possono fare altro che sorprendere il lettore. Gli ambienti sono descritti minuziosamente, così come è puntualissima la delineazione della psicologia umana, per un romanzo per certi versi naturalista, da quanto sono pittorici i dettagli; per altri è fortemente onirico e, per riferirsi alla citazione scelta, anche psichedelico. È un’opera che si muove tra tonalità chiare e scure, celando fino alla fine un mistero, che sarà svelato attraverso uno stratagemma ingegnoso dell’Autore, sul quale vale la pena spendere alcune parole.

Massimo Triolo è nato ad Arezzo il 18 agosto 1977 e ha al suo attivo numerose pubblicazioni, come le sillogi poetiche: Due chiacchiere con il diavolo, Zona, 2005; In ritardo sulla scena, Akkuaria, 2012; Acini di sangue, Ensemble, 2017; Occhio e assenza, Raffaelli, 2018; Trilogia dell’estasi, Transeuropa, 2019; Due ali di fiamma, Le forme del visibile, Nulla Die, 2020. Nello stesso anno escono i racconti Raso rosso con Eretica e anche il già citato Innocenza e altre deviazioni con Nulla Die.

Luce della mia tenebra è l’ultimo nato, un romanzo ben congegnato dall’Autore e che racchiude in se stesso una varietà di fattori che si amalgamano perfettamente tra loro: psicologia, filosofia, noir, naturalismo e surrealismo… c’è anche molta, ma molta, poesia.

 Stefano Duranti Poccetti

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