Il tango di Astor Piazzolla a Umbria Jazz

Data:

Umbria Jazz Festival, Perugia. Domenica 18 luglio 2021

Questo difficile 2021, tra le altre cose, è anche l’anno in cui si celebra uno dei più grandi musicisti del Novecento per il centenario della sua nascita: il Maestro del tango Astor Piazzolla (1921-1992). Considerato alle origini come “musica del peccato”, il tango è stato progressivamente rivalutato fino a entrare nei “salotti buoni” di tutto il mondo dalla porta principale. Ma è grazie alle idee che hanno portato Piazzolla a elaborare il suo tango nuevo nella seconda metà del secolo scorso, se il genere è divenuto popolare in tutto il mondo, non più solo come musica da ballare ma anche, anzi soprattutto, da ascoltare. Il celebre album Libertango, registrato in Italia nel 1974, è la summa del suo progetto di riforma e rinnovamento del tango, cominciato alla fine degli anni Cinquanta con i primi audaci esperimenti musicali. Le composizioni del disco propongono una musica aperta alle contaminazioni con altri generi, jazz in primis, fino a lambire i territori del rock, con l’introduzione di strumenti – come la batteria – tradizionalmente estranei al contesto del tango; una musica sempre più elaborata e impegnativa, pensata più per l’orecchio che per il piede. Ma Piazzolla non si è occupato soltanto di tango: di grande importanza è anche la sua produzione dedicata alla musica colta, che gli è valsa il meritato riconoscimento, da parte degli esperti, di compositore “classico”.

“Umbria Jazz”, tradizionalmente sensibile alle proposte musicali provenienti dal Sud America, non poteva certo mancare l’appuntamento, e ha scelto di omaggiare il Maestro argentino nella serata conclusiva del Festival invitando sul prestigioso palco dell’Arena Santa Giuliana i suoi connazionali del Quinteto Astor Piazzolla. Formatisi nel 1998 sulla scia del progetto, nato tre anni prima, della “Fundacion Astor Piazzolla”, voluta dalla vedova Laura per conservare e divulgare l’eredità artistica di Piazzolla, i cinque virtuosi (Pablo Mainetti, bandoneon; Armando de La Vega, chitarra elettrica; Daniel Falasca, contrabbasso; Barbara Varassi Pega – in sostituzione di Nicolas Guerschberg -, pianoforte; Serdar Geldymuradov, violino) sono i depositari della “sacra missione” affidata loro dalla fondazione stessa: mantenere viva la musica di Piazzolla nel mondo. Il tutto, ovviamente, all’insegna del massimo rigore “filologico” possibile, nel rispetto delle intenzioni e delle visioni del Maestro. A tal proposito, quella del quintetto, tra le preferite da Piazzolla, è probabilmente la formula più adatta per valorizzare al meglio le sue composizioni, anche se non va dimenticato lo straordinario risultato raggiunto alcuni anni fa dal grande Richard Galliano in formazione a settetto, con il progetto “Piazzolla Forever” (di cui costituisce testimonianza l’omonimo disco capolavoro, pubblicato nel 2003).

Nel corso del concerto perugino, durato circa un’ora, gli artisti hanno proposto alcuni tra i brani più caratteristici del Piazzolla “nuevo”, come Caliente, Escualo e Revirado; uno splendido assolo di bandoneon ha introdotto una toccante versione di Adios nonino, brano composto da Piazzolla dopo la scomparsa del padre. Splendida anche l’esecuzione di due delle “quattro stagioni” scritte dal Maestro, Invierno porteño e Verano porteño. La fuga de La muerte del Angel, terzo dei quattro brani che formano la Suite del Angel, ha preceduto l’immancabile – e inevitabile – Libertango, che ha chiuso in bellezza l’esibizione.

A quasi trent’anni dalla sua scomparsa, la figura di Astor Piazzolla è più viva e presente che mai. Quella che il grande artista argentino ci ha lasciato è una musica universale, senza confini, in grado di emozionare pubblico di ogni età e provenienza geografica. Le varie iniziative culturali che si tengono ogni anno in tutto il mondo – in particolare in questo 2021 celebrativo – sono la testimonianza del crescente apprezzamento riscosso dall’Arte (con la “A” maiuscola) di Piazzolla, e questo, in un periodo così difficile e sconfortante, può essere un piccolo punto di (ri)partenza per guardare al futuro con ottimismo: pur impegnati a uscire dalla tempesta, siamo ancora in grado di riconoscere la vera Bellezza!

Francesco Vignaroli

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