“Tre uomini e una culla” è l’ultimo appuntamento al Festival di Verezzi

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Savona. Negli anni Ottanta una pellicola francese diventa un cult: l’autrice e regista di “Tre uomini e una culla” è Coline Serreau e, del testo, “sono circolate in Italia anche alcune versioni spurie”, come ci ricorda il direttore artistico del Festival teatrale di Borgio Verezzi, Stefano Delfino. “Ma questa è l’unica originale”, ha provveduto a precisare.
Infatti, a chiudere la 55ma Rassegna (inizio alle 21.30), sarà proprio l’adattamento siglato dalla stessa autrice con Samuel Tasinaje, traduzione di Marco M.Casazza.
Sotto la regia di Gabriele Pignotta, a calcare le scene venerdì 20 agosto, sabato 21 e domenica 22, ci saranno: Giorgio Lupano, lo stesso Pignotta e Attilio Fontana (tutti e tre nella foto), accompagnati da Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari e Malvina Ruggiano.
Tre scapoli impenitenti vivono in un appartamento parigino, godendosi la vita, liberi da impegni sentimentali, passando da una donna all’altra, finché non trovano la neonata Marie abbandonata sul pianerottolo di casa. Così sono costretti, loro malgrado, a occuparsi di pappe, centrifugati e pannolini… e arriveranno a scoprire che senza la piccola l’appartamento è vuoto e triste.


Per questa pièce, un occhio di riguardo andrà all’allestimento di Matteo Soltanto, scenografo che ha più volte lasciato un bel ricordo in chi scrive: solo per citare alcuni titoli in cui la sua verve si è sbizzarrita al meglio, in piazzetta Sant’Agostino aveva già siglato “Queste pazze donne”, con Paola Quattrini e Vanessa Gravina (nel 2017), “Alle 5 da me”, con Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero (estate 2018) e “L’inquilina del piano di sopra”, con gli stessi interpreti (estate 2016).
Prima dello svolgersi della trama (venerdì 20 agosto), ci sarà la consegna della menzione speciale della Camera di Commercio Riviere di Liguria all’attore e regista Maximilian Nisi (nella foto di Luigi Cerati) e alla scrittrice Raffaella Bonsignori, per lo spettacolo “Giuda”, “per la profondità dei contenuti e l’alto livello dell’interpretazione”. Il monologo, prodotto dal Centro Mediterraneo delle Arti, con le musiche originali di Stefano De Meo e i video art di Marino Lagorio, ha debuttato lo scorso anno al teatro Gassman, come evento speciale all’interno della 54ma edizione.
Già ieri, martedì 17 agosto, il vicesindaco Maddalena Pizzonia aveva “approfittato” che lo spettacolo “Belle Époque e polvere da sparo” fosse della Golden Show Impresa Sociale Trieste e Teatro della Città Catania: così era salita sul palco con il presidente della Camera di commercio Enrico Lupi per consegnare a Emanuela Furlan, in rappresentanza della Produzione, il Premio camerale per “Nota stonata” di Didier Caron, maggior successo dell’estate 2020. Questa la motivazione che ha dato lustro all’interpretazione di Carlo Greco e Giuseppe Pambieri, e alla regia di Moni Ovadia: “Interpretato molto bene da una coppia di attori in stato di grazia, lo spettacolo presenta un testo deflagrante, grazie al quale lo spettatore passa poco alla volta dai toni leggeri della scena iniziale ai fantasmi del nazismo, fino a un finale drammatico e sorprendente”.

Laura Sergi

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