Settembre nel segno dei festival!

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Settembre ricco di danza con ben due appuntamenti sin dal primo settembre: si parte all’alba con la ripresa del festival “Antichi Scenari” ed il Festival del Parco Archeologico dei Campi Flegrei “Antro. Cento vie, centro porte, centro voci”, che, fino al 12 settembre 2021, ospiterà performance di musica, teatro, danza, arte, conferenze e reading nei luoghi più suggestivi dei Campi Flegrei a Napoli: il Castello Aragonese di Baia, il Parco Archeologico di Cuma, il Parco Archeologico delle Terme di Baia e lo Stadio di Antonino Pio di Pozzuoli. Si partirà dunque alle 6.30 del primo giorno di settembre con “Mari compulsi – Spinti dal mare”, un concerto con Osvaldo Di Dio e Raimondo Ponticelli sul Belvedere Buona Vista a Monte di Procida. Il secondo appuntamento sarà invece nella splendida cornice delle Terme di Baia con lo spettacolo M’agma. Eruzioni emozionali, regia, testi e coreografie di Antonio Colandrea, in collaborazione ancora con Osvaldo Di Dio e Raimondo Ponticelli. Uno spettacolo ricco di spunti, come sapientemente descritto dal sacerdote e psicoterapeuta Don Lello Ponticelli: “la musica, la danza, il corpo, il canto, nel percorso proposto, come nella vita, accolgono, interpretano, esprimono le intime eruzioni emozionali: così esse, anziché incutere timore ed essere ricacciate nell’abisso dell’apatia, prendono e danno forma alla vita, ricevendo un “nome” e una direzione, in un intreccio continuo di “logos” e “pathos”. L’uomo contemporaneo, sospeso tra stato liquido e gassoso, a rischio di evanescenza, cerca, attende, anela, desidera una roccia solida sui cui poggiare saldamente i piedi. Anche il magma indistinto e infuocato, dentro e fuori di noi, se trova spazi e argini non è solo fonte di distruzione, ma palingenesi, fertilizzante, materia prima per costruire e ricostruire dentro e fuori l’uomo e il mondo – continua Don Lello Ponticelli – Il percorso suggerito dall’evento è fatto di immagini, note, parole sussurrate e melodie struggenti della nostra terra e della geografia del cuore della gente del Sud −Tutto richiama i paradossi dell’umano esistere: vacuità e durata, leggerezza e solidità, vulnerabilità e fortezza, forza e fragilità, passione e cinismo, debolezza e consistenza, bellezza ed inferno, caos e ordine, ambiguità e verità, narcisi e piccine divinità, canto e lamento, mutismo ed eloquenti silenzi….odio e genuino amore, gelosia e sprazzi di dono, tradimento e vera, imperitura e fedele gratuità, umano e trascendente. E conclude: Dentro e oltre, negli altri e nell’intimo più intimo, c’è come un bisogno, un’invocazione, quasi un grido che si eleva dagli abissi del cuore fino ad invocare implicitamente un “Oltre” e un “Altro” in grado di accogliere e integrare il tutto nel frammento: dagli inferi e dalle dannate nuvole, dove niente dura niente, dove tutto è evanescente , come per incanto emerge fiducia e speranza che aguzzano lo sguardo anche più fosco,lasciando intravedere ciò per cui vale la pena camminare, soffrire, amare, gioire, impegnarsi, lottare. L’atmosfera con cui s’apre il cammino evoca l’illusione di poter volare ed andare lontano, ma subito s’infrange e si spezza, chiedendo ai piedi di poggiare sulla ferma e inferma terra. Come tanti Icaro dalle ali bruciate, aneliamo e attendiamo dal magma che ci ribolle dentro e attorno, una roccia sicura, un solido ancoraggio, radici e memorie spirituali che permettono sguardi di futuro. Troveremo mai pienamente tutto questo guardando solo quaggiù? Due appuntamenti imperdibili di danza e musica, corpi e spazi meravigliosi scelti con cura da Antonio Colandrea, punto di riferimento sempre più impegnato sul territorio con una programmazione variegata e permanente, proprio come nelle sue corde.

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