Forse non tutti ricordano, di certo i giovani non sanno neppure di cosa stiamo raccontando poiché c’è stato un tempo lontano che le strade del Parco Valentino a ridosso del fiume Po, non era solamente il passaggio amoroso con la “Signorina e il Cadetto” come recita una nota canzone datata. Questo scenario esteso nel verde, all’epoca vedeva sfrecciare i piloti del momento con le loro vetture su un percorso snodato di ben 4.200 Km su un totale di novanta giri, per una gara di extra-campionato della formula A (l’attuale Formula 1), vinta da Alberto Ascari segnando un’epoca in quanto, unico italiano campione del mondo e riconosciuto tra venti nomi importanti di settore. Milanese di nascita, vincendo tredici Gran Premi su trentadue con la più alta percentuale di vittorie in una sola stagione, in un’intervista dichiarò: Io obbedisco soltanto a una passione… le corse, senza di esse non saprei vivere. Davanti al Castello del Valentino (ora Facoltà di Architettura), è stata recentemente ripristinata in toto la sua postazione di partenza col numero 6 su una Lancia D50 rossa. Vettura guidata dal pilota Ascari, sul circuito più dimenticato della storia, in cui si correva l’ultima data memorabile quella del 27 marzo 1955, per il Gran Premio del Valentino.
Da sempre (1935 al 1955) il Parco ha ospitato manifestazioni sportive con gare ufficiali di Formula A, su questo indimenticabile circuito non solo caro ai torinesi, dove Case Automobilistiche si sono confrontate esibendosi al vasto pubblico, insieme a grandi assi del volante come Nuvolari, Ascari, Varzi e Villoresi… piloti che legarono i loro nomi alla storia dell’automobilismo, i quali con le loro esibizioni “trascinavano un notevole pubblico” proveniente da ogni dove per assistere alle gare. Evento che piaceva molto alle autorità dell’epoca e cittadini di prim’ordine assistendo, aumentandone il prestigio. I pionieri delle prime case costruttrici erano orgogliosi a loro volta di presentare le proprie vetture dove sfoggiava l’inconfondibile eccellenza del design tutto italiano… e questo non faceva che aggiungere spettacolo nella manifestazione. Un circuito ormai dimenticato da molti… tranne per aver esposto qualche anno indietro autovetture come una vetrina… differenziando totalmente il suo obiettivo primario.
È strano che la Città di Torino, considerata da sempre la metropoli automobilistica con i suoi eccellenti meccanici e impeccabili design, la prova lampante la troverete visitando il Mauto (Museo Auto Torino) considerato uno tra i più importanti e antichi al mondo, grazie all’intuizione e dal suo instancabile lavoro del progettista Carlo Biscaretti di Ruffia con il suo impegno ha saputo preservare modelli d’auto conservandoli e rimettendoli “a nuovo” esponendoli per la gioia di grandi e piccini.
Durante la cerimonia di ripristino marmoreo della postazione qualcuno… pensando ad alta voce…ventilò di rilanciare una vecchia proposta… quello di riaprire il circuito nel Parco del Valentino creando un calendario con gare di Formula E, per auto monoposto ad azione elettrica… ideata dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), considerato che la manifestazione non inquinerebbe essendo elettriche… Come sempre, la Città Metropolitana di Torino anche in questo caso ha fornito un’idea niente male… ne gioverebbe sia il lato turistico, sia economicamente… soluzione non da scartare ma ponderare come una bella attrazione… altro che la “ruota”… bah, noi comuni mortali non è dato di sapere… Purtroppo come sempre c’è il solito personaggio del momento che non vede più in la del proprio naso… peccato!
Daniele Giordano