Sesto Quatrini, il ritorno a Genova di un giovane direttore

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Maestro, intanto  bentornato a Genova!  La abbiamo ascoltata con ammirazione in Anna Bolena di Donizetti, pochi mesi fa. Un grande successo!  Cosa pensa del nostro Teatro? Dal punto di vista acustico è  uno dei migliori al mondo, vero? Anche dal punto di vista scenico è fantastico…

Il Teatro Carlo Felice è senza dubbio un grande teatro con mezzi straordinariamente all’avanguardia per tutto ciò che riguarda gli aspetti tecnici. È una struttura mastodontica che consente il montaggio in contemporanea di diverse produzioni. Personalmente mi sono trovato molto bene anche dal punto di vista meramente acustico. È stato un piacere dirigerci ed è un grande piacere tornare a farlo con il Turco.

Lei ha diretto grandi orchestre, come si trova con la nostra del Carlo Felice? So, da amici orchestrali, che la chiamano il simpaticone, che i professori si trovano a proprio agio con lei, penso che la cosa sia reciproca.

Mi sono trovato bene professionalmente e umanamente. L’orchestra del Carlo Felice ha una storia importante e devo dire che ha risposto secondo le più alte aspettative a tutte le mie richieste. Se poi, come lei dice, mi trovano anche simpatico non può che farmi piacere!

So che è  una domanda un pochino delicata, ma la pongo lo stesso. Al Carlo Felice, manca un direttore stabile, da anni se non da decenni,  qualora glielo proponessero lei accetterebbe?

In realtà non più, la correggo. Il Teatro Carlo Felice ha recentemente nominato il Maestro Riccardo Minasi come nuovo direttore musicale. È un collega di straordinaria bravura e di grande respiro europeo. Ha fatto bene il Teatro ad affidarsi a lui ed affiancargli due grandi direttori nei ruoli rispettivamente di direttore emerito, Donato Renzetti, e direttore onorario, Fabio Luisi.

Riguardo a me le confido che mi piace parlare e commentare solo cose che hanno una certa concretezza. Sono direttore artistico dell’Opera Nazionale Lituana a Vilnius e con questo teatro stiamo facendo un percorso entusiasmante che mi piace e mi dà grandissime soddisfazioni. Per ora sto bene così.

Ora vorrei  porre una domanda  prettamente musicale, io sono un grande ammiratore di Ottorino Respighi, cantore della sua Roma, che ne pensa di questo  musicista un pochino dimenticato?

Non trovo che Respighi sia dimenticato, anzi credo sia il sinfonista italiano più eseguito soprattutto negli Stati Uniti. È un compositore che amo profondamente così come tutti i compositori della cosiddetta generazione dell”80 (Casella, Malipiero, Pizzetti, Respighi e molti altri) i quali hanno sofferto un certo oscurantismo dopo la Seconda Guerra Mondiale tornando in auge soprattutto dagli anni ’90 dello scorso secolo. Mi piacerebbe avere l’opportunità di dirigerli di più e rendere loro giustizia anche nella produzione più rara, meno conosciuta. Per esempio sarebbe affascinante per me iniziare un percorso artistico che affianchi le loro produzioni operistiche ai più celebri brani sinfonici in un teatro italiano: un vero e proprio ciclo sulla Generazione dell”80.

Invece, venendo all’attuale produzione del Turco in Italia, come le sembra questa messa in scena con cantanti giovani?

È una produzione molto poetica. Le scene di Lele Luzzati sono leggendarie. La regia di Italo Nunziata fresca e divertente, nonché curatissima in ogni minimo dettaglio. I cantanti dell’Accademia sono talentuosi ed entusiasti nell’iniziare a muovere i primi passi importanti nel mondo del teatro musicale che conta. L’operazione creata da Francesco Meli e dal Teatro Carlo Felice è assolutamente necessaria per offrire piattaforme di espressione di un certo livello per i giovani artisti. Io, da parte mia, sono felicissimo di essere il nocchiero di questa nave carica di energia positiva che salperà il 10 giugno e sulla quale ho avuto la fortuna di incontrare un team di collaboratori di altissimo livello.

Lei è stato assistente del nostro grande concittadino Fabio Luisi, che ama profondamente il nostro teatro e che, generosamente, spesso dirige da noi. Che rapporto  musicale c’è tra lei e il Maestro?

A Fabio Luisi devo tutto. È colui che mi ha scoperto e aiutato. È stato un rapporto di totale dedizione quello che ho avuto con lui, del quale sono stato appunto assistente al Met e a Martina Franca. Mi ha insegnato tantissimo e mi ha aperto le porte che si sono rivelate decisive per lo sviluppo della mia carriera nonché della mia personalità musicale e non solo. Oggi abbiamo un rapporto di amicizia profonda, bella e leale. È un rapporto che esula talvolta anche dagli aspetti professionali e che si sviluppa in qualcosa di più forte e personale e che custodisco gelosamente. Oltre a stimarlo incommensurabilmente gli sarò sempre riconoscente e gli voglio bene.

Un’ultima domanda,  le piace Genova?  Vivrebbe nella nostra città?

“La Superba” mi piace tantissimo. Mi piace la sua gloriosa storia, l’architettura, il cibo, la dimensione cosmopolita della città che deriva da secoli di influssi di ogni genere. La Liguria più in generale è una terra straordinaria e Genova ne è il cuore pulsante. Certo che ci vivrei! Senza alcun dubbio!

Grazie per la disponibilità e a presto nel Turco in Italia,  nel nostro  amato Carlo Felice.

Stefano Ceniti

Foto Fabrizio Sansoni

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