Roma, Teatro Vittoria, dal 2 al 7 novembre 2021
Massimo Wertmuller che si dimette dall’essere romano? Al Teatro Vittoria dal 2 al 7 novembre il grande attore ci prova, in A Cuore aperto, argomentando il suo fastidio nei confronti di una città che sembra diventata matrigna, così distante dal bon ton, da toni poetici di cui si fece cantore, tra gli altri, Goethe. Una città che si adegua al peggio dei tempi, anche nel linguaggio oltre che in una esteriorità fasulla e cialtrona, in un incattivimento generale. Roma città chiusa in se stessa, diffidente, non più aperta. Forse Honolulu potrebbe essere la meta definitiva per allontanarsi da un tradimento che sembra irreversibile. Ma anche no. C’è sempre un guizzo, un colore vivido che schizza sull’apparente tela grigia della storia attuale, una battuta inaspettata che sbaraglia il campo dalla rassegnazione, rivelando l’intima essenza di un popolo, la linfa vitale da cui non ci si può allontanare più di tanto.
Gianni Clementi confeziona il suo testo affidandolo al talento straordinario di Wertmuller, e il risultato è uno spettacolo di gradevolissima leggerezza e colta comicità, un grido di dolore celato dalla maestria di un autore e di un interprete di assoluto valore. Con l’aiuto in scena delle musiche (e delle spassose gags) di Pino Cangialosi e Mario De Meo, lungi da pensieri malinconici, dal “si stava meglio quando si stava peggio”, A cuore aperto sviscera in poco più di un’ora tanti aspetti della romanità. Dalle Satire di Giovenale alla poetica di Pasolini, fino al doveroso omaggio al Re, Gigi Proietti, tra volgarità e poesia, tra sciatteria e memoria storica, tra amore ed esasperazione, melodrammaticità e cinismo, questa è Roma e questo Wertmuller ne è uno dei più amati cantori, capace di donare un calore ineguagliabile alle sue performance. Ma quali dimissioni, ad Honolulu va bene una breve vacanza, il cuore batte qui, nonostante tutto!
Paolo Leone