EmotionHall – Tiare Shopping – Villesse (Go), dal 19 novembre 2021 al 31 marzo 2022, tutti i giorni dalle 10 alle 21
“C’era una volta… – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori…”
Centoquaranta anni fa, il 7 luglio 1881, apparve sulle pagine de “Il giornale per i bambini” il celeberrimo incipit de “La storia di un burattino”.
Erano passati appena vent’anni dalla nascita dell’Italia come Stato unitario e si sentiva forte la necessità, da parte di scrittori, educatori e giornalisti tra gli altri, di sostenere culturalmente l’infanzia e l’adolescenza di una popolazione ancora frammentata anche dal punto di vista linguistico.
L’efficacia dell’opera di Collodi è testimoniata ancora oggi dal successo costante e continuo; “Le avventure di Pinocchio” è da tempo il romanzo italiano più tradotto al mondo; conta, tra l’altro, innumerevoli adattamenti teatrali e cinematografici, televisivi e animati cui si aggiungono i tantissimi artisti che dal racconto di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, hanno tratto ispirazione per indimenticate illustrazioni.
Non sorprende quindi il desiderio di avventurarsi ancora in questo mondo e, anzi, affascina e coinvolge la nuova proposta dell’EmotionHall di Villesse – prima arena immersiva permanente d’Italia – che ha deciso di presentare, attraverso un’appassionante esperienza multimediale, un’ulteriore chiave d’incontro con il burattino più famoso del mondo e le figure da lui conosciute in emozionanti avventure.
La mostra è ideata e diretta da Roberto Luciani, Presidente di Medartec Media Experience, prodotta da Medartec Distribution – Media Experiences, con la curatela di Marine Kevkhisvili, gode della collaborazione e del patrocinio della Fondazione Nazionale Carlo Collodi e della collaborazione con Giunti Editore, oltre alla partecipazione dell’illustratore Fabio Magnasciutti.
È indubbio quanto siano inesauribili gli spunti da cogliere nella vicenda di Pinocchio: la ricchezza linguistica del testo, con termini che si mantengono croccanti in bocca a masticarli, anche se a volte desueti, o forse proprio per questo; la profondità delle relazioni create tra il protagonista e i tanti personaggi e le conseguenze da esse derivanti nello sviluppo di una personalità in formazione; l’ironia benevola, mai tagliente, sottesa lungo tutto il flusso del racconto strettamente legata a un moralismo pragmatico che non manca di essere libertario e attualissimo, anche capace di precorrere i tempi (si pensi ad esempio alle figure del materno e affettuoso Geppetto e della paterna e autorevole Fata, la cui inversione di ruoli è di una modernità non ancora consolidata alle nostre latitudini).
Ecco allora che qui le suggestioni si mescolano, si integrano e si arricchiscono lungo tutto il percorso (costruito su otto tappe) grazie a continui rimandi, con elementi che appaiono proposti in forme e applicazioni sempre nuove.
La presentazione del contesto storico nel quale è nata l’opera letteraria, si espande in una premessa valoriale necessaria per decodificare in modo consapevole lo svolgimento della storia.
Si passa quindi alla multiforme presentazione dei personaggi, rivelati anche grazie ai sontuosi costumi originali di Elena Mannini creati per la rappresentazione teatrale di Italo dall’Orto, occasione di rimandi capaci di suggerire il contesto e definire le caratteristiche delle “personae” coinvolte.
Si passa poi a una prima esperienza più fisicamente empatica e sensoriale, la sala del pesce-cane, cui segue un salto nella tecnologia più moderna, con cinque animazioni in realtà aumentata e la possibilità di giocare con una magica APP per giungere a un’esperienza kinetica, gioco interattivo di metamorfosi virtuale accanto alla visione della realtà fisica delle marionette di Mangiafoco.
Reale e virtuale vanno a braccetto anche nel teatrino allestito per l’occasione con attori olografici impegnati a raccontare le sei scene più famose nei costumi ammirati poco prima con, sullo sfondo, concreti personaggi e oggetti di scena.
Si conclude il viaggio nello stupore che la sala immersiva suscita ogni volta, in cui le emozioni più intense provate da Pinocchio sono raccontate con immagini animate, sostenute da un’adattissima colonna sonora.
A tutto ciò si aggiunge “Pinocchio va a scuola”: un progetto speciale dedicato alle scuole dell’infanzia, alle primarie e alle secondarie di primo grado. Sono messi a disposizione degli insegnanti supporti on-line gratuiti e schede didattiche sul romanzo e sull’autore, utili anche come fase preliminare alla visita in loco.
Quando ci si emoziona, come avviene visitando l’opera di questi abilissimi new media artist, l’esperienza del conoscere segna un solco profondo nella nostra memoria, arricchendoci in modo permanente.
Un po’ come fece Collodi raccontando, con leggerezza e sensibilità ma senza far sconti, le avventure di un burattino.
Paola Pini