Il 23 novembre 2021 al Teatro Vittoria di Roma
L’incontenibile e stupendo “performer” abituato a divertire le platee con una vorticosa girandola di frasi esplosive legate tra di loro da un’ammirevole capacità di allusioni, metafore e rimandi con assonanze e consonanze che permettono di spaziare, con rapide ed incisive “toccate e fuga”, da un campo del reale all’altro o di sognare a 360 gradi si conferma stando su una torre fatta di ponteggi e scale di plexigas, che si diverte a scalare arrampicandosi od a scendere con forte personalità e folta barba. Inizialmente sta sulla terrazza della struttura che s’intitola “Trascendi e Sali” e che aveva già portato al successo nello stesso spazio culturale un paio d’anni prima del “Lockdown”. Adesso naturalmente il nome dello show resta uguale, ma cambiano gli argomenti a cominciare dall’avvio del lavoro in cui sciorina una splendida fantasia a 360 gradi immaginando di guardare non solo il volo degli uccelli a storni, bensì anche quanto avviene sotto di lui per le strade metropolitane, ad iniziare dalla sua dotta Bologna dove nacque la prima Università italiana nel Medioevo. Il bravissimo Alessandro non segue un filo logico nel suo irrefrenabile discorso di circa due ore, ma passa ai vari quadretti ed ambienti fatti immaginare agli spettatori con un cambio di lettera prima od ultima d’un lemma, infatti la sua ricchezza glottologica è straordinaria ed occorre possedere una grande conoscenza del vocabolario generale e dei dizionari settoriali, elasticità mentale, spirito ironico e sarcastico, viva e pronta attenzione, allertata, non stanca, per cogliere al volo i doppi sensi e le battute di genialità che lui si diverte con incredibile spasso a creare e far gustare al pubblico presente in sala, che si lascia incantare e trascinare da lui ad uno scintillante e fervido entusiasmo. Tra le sue perifrasi ed espressioni che maggiormente si sono scolpite nella nostra mente ricordiamo quella che quando c’è una morte “ chi passa a miglior vita è chi eredita e non chi trapassa” in quanto se sta in ristrettezze con il lascito patrimoniale può sanare il suo reddito ed elevare il proprio “status sociale”. Per ciò che ci riguarda e per la fede che abbiamo crediamo che la considerazione sia errata, tuttavia recenti pellicole cinematografiche e commedie pure di questa stagione sembrano dargli ragione. Il suo ricco campionario monologante estroso e bizzarro è stato più volte sottolineato da scroscianti applausi ed aperto consenso paradossale e surreale, che è un altro tipo di recital affabulatorio rispetto a quello grottesco e censorio di denuncia e sfida civile ed economica della Reggiani, che abbiamo commentato la passata settimana. In conclusione gli spettatori stregati dal farsesco lazzo satirico ed a getto continuo dell’attore dalla prestidigitazione idiomatica e fonetica con ghirigori e suoni , bisbigli e robusti fonemi, hanno costretto il brillante ed ostinato mattatore del palcoscenico ad un doppio bis, che ha avuto il suo apice con il verso della differente fauna ornitologica. Si può ritenere uno sciamano o sacerdote della glottologia prosastica e poetica, che ha uno sfarzo esilarante ed ipertestuale con le sue parodie verbali e metaforiche figure , visioni ed ombre trasognate, frutto d’una profonda ed arguta ricerca. Talora la sua realtà è soltanto dedotta dalla libera ispirazione e talentuoso genio proprio degli scrittori o dei comici autori dei loro testi in prima persona. La misura dell’ oggettività che rielabora l’artista con la sua perspicacia inventiva è compito di chi paga il biglietto sanzionarla e stabilire quale sia la realtà più affidabile. Per impostare al meglio la resa del lavoro umoristico ed iperbolicamente ironico è coadiuvato nella regia da Riccardo Rodolfi , che contribuisce a definire i giusti algoritmi. La stupenda ed unica nel suo genere “pièce” resterà al Vittoria fino a domenica e quindi per una settimana sarà la volta di Lella Costa che ci regalerà una performance dedicata alle donne di Dante, dato che si sta per chiudere il settecentesimo anniversario della sua morte, con “Intelletto d’Amore” per la regia d Gabriele Vacis che ha realizzato il copione del testo insieme alla medesima Costa, che apporta la sua competenza professionale di docente umanistica.
Giancarlo Lungarini