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Dal 3 dicembre è disponibile in rotazione radiofonica “LA STAGIONE”, nuovo brano di GIACOMO LURIDIANA presente su tutte le piattaforme di streaming dal 30 novembre

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“LA STAGIONE” è una canzone che parla dell’inevitabile successione dei periodi, così nel mondo esterno come nel nostro universo interiore. Con questo nuovo pezzo, GIACOMO LURIDIANA riflette su come a volte sia impossibile evitare di esperire certe sensazioni, perché emozioni, sentimenti e relazioni hanno una vita e una morte proprio come le persone.

Dice, infatti, l’artista: «In autunno le foglie stanno per morire, e proprio per questo si vogliono prendere la scena con i loro colori accesi un’ultima volta prima di doversene andare».

Volevamo saperne di più!

Perché “La Stagione”?

Perché i periodi si succedono fuori come dentro di noi e i sentimenti, gli umori e le emozioni si comportano spesso come stagioni sulle quali non abbiamo nessun controllo, vanno e vengono usandoci come sistemazioni temporanee.

Cosa consiglieresti a chi ha appena concluso una relazione e pensa che questo dolore che sta provando non finisca mai?

Non ho consigli da dare, onestamente. Ognuno vive la vita secondo la propria sensibilità, questo vale anche per le relazioni e gli addii. Secondo la mia esperienza, la fine di una relazione è una rottura irreparabile con il passato, non si torna più quelli di prima. In un certo senso, però, questo è rassicurante: vuol dire che la persona a cui abbiamo detto addio non è sparita totalmente dalla nostra vita, e anche se non ci si parla più e quella storia condivisa è finita male, è un’esperienza di crescita e cambiamento che non può essere cancellata dalla vita di almeno due persone; anche se si finisce per odiarsi, il cambiamento portato dal confronto con l’altra persona è indelebile e questo mi conforta, non spariamo mai veramente dalla vita di qualcuno con cui abbiamo condiviso un pezzetto del cammino.

Qual è il processo creativo che ti porta alla fine di una canzone?

Di solito inizio scrivendo un testo abbastanza di getto con la musica in cuffia; poi ci torno su e lo cambio per giorni, settimane o mesi. Intanto trovo un giro di accordi e cerco una melodia adatta, che poi magari rifaccio da zero dopo qualche tempo. E’ un processo abbastanza caotico che mi porta a fare registrazioni su registrazioni sul cellulare, quando una registrazione mi rimane in testa e mi convince fino in fondo, allora smetto di ritoccare la canzone.

Hai esperienze musicali precedenti a questo tuo progetto solista?

Ho suonato con alcuni amici in passato, anni fa, mi hanno aiutato molto a crescere come musicista e anche come persona. Sono esperimenti che non sono durati molto e non sono mai stati molto stabili, cambiavamo spesso alcuni componenti. Sono anni ormai che mi muovo prevalentemente da solo, ma sono state esperienze belle e molto importanti che non escludo di ripetere in futuro.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

Varie volte, ma non ne ho mai trovato uno in cui mi riconoscessi veramente. Un nome è un modo arbitrario e disfunzionale di autoidentificarsi secondo me, ma è un’abitudine radicata così profondamente che adottarne un altro in cui non mi riconosca a pieno mi mette molto a disagio. A dire il vero, ne avevo pensato uno che mi piaceva molto una volta, ma me lo sono scordato. Nel complesso, però, quando dico di essere Giacomo sento di star dicendo la verità, non ho mai trovato un nome d’arte che mi facesse sentire la stessa cosa.

Morgana Grancia

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