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L’ULTIMO DESIDERIO di Pietro Favari (undicesima puntata)

Data:

A seguire l’undicesima puntata del romanzo di Pietro Favari

UNDICESIMA PUNTATA

54

Sta per iniziare la partita di calcio, organizzata da Marco, tra la squadra degli Apostoli e la quella della Mezzaluna formata da giocatori di fede musulmana che si stanno preparando all’incontro. Indossano scarpette professionali, eleganti calzoncini e maglie verdi con la mezzaluna bianca.

Il capitano è Mohamed che prima di entrare in campo incita i suoi giocatori.

<<Oggi è un grande giorno. Scordatevi le regole, dobbiamo vincere, a qualunque

costo e con qualunque mezzo. Colpiteli con violenza! I crociati non sono i nostri

avversari, sono i nostri nemici. Sempre! Ricordatevelo!>>.

L’incitazione di Mohamed è accolta dai suoi giocatori con urla rabbiose.

Anche la squadra degli Apostoli, capitanata da Angelo, si sta preparando.

Qualcuno prega. Gaston è con loro per incoraggiare i giocatori che indossano vecchie scarpe da ginnastica e sdrucite e magliette della salute bianche.

<<Mi raccomando, non accettate provocazioni. Non vi dirò di porgere l’altra guancia ma siate certi che loro cercano la rissa>>.

<<Quelli ci chiamano con disprezzo crociati, per noi invece deve essere un vanto>>.

Angelo con un grosso pennarello nero traccia una croce sulla sua maglietta e su quelle dei suoi compagni. Gaston li benedice. La squadra esce dallo spogliatoio.

Marco, nel ruolo di arbitro, fischia l’inizio della partita che presto degenera in uno scontro senza regole.

I giocatori islamici attaccano con violenza i giocatori di fede cristiana, commettono qualunque scorrettezza che Marco finge di non vedere.

La rissa in campo si estende anche agli spettatori della partita.

La battaglia iniziata allo stadio tra cristiani e musulmani continua nel centro di accoglienza. I profughi si combattono tra loro e sfondano porte, rompono servizi igienici, danno fuoco a tavoli e letti.

I poliziotti entrano nel centro di accoglienza e intervengono colpendo i rivoltosi con gas lacrimogeni e getti d’acqua.

 

55

Dal balcone di casa sua Pia osserva con un paio di binocoli qualcosa nella palazzina di fronte alla sua abitazione. Vede Angelo ed Ester che disputano animatamente. Vede lui che chiude le tende. Disappunto di Pia che mette giù i binocoli, poi rientra in casa.

 

Filippo e Pia sono seduti davanti alla scrivania di Carlo.

<<E’ come nel film di Hitchcock. La finestra sul cortile. L’hanno passato in tv la settimana scorsa>>.

Carlo sembra annoiato mentre si rivolge a Pia.

<<Perché non andate dai carabinieri?>>.

<<Non ci hanno dato retta… Si vede che non hanno visto Hitchcock>>.

<<Venga anche lei a casa nostra>> interviene Filippo.

<<Vedrà di cosa stiamo parlando>>.

<<Va bene… Quanto mi pagate?>>.

<<Venga, poi parleremo di soldi>>.

Carlo li guarda con aria poco convinta.

 

Angelo esce di casa con due grosse valigie. S’incammina lungo il caruggio, poi scompare all’angolo della stradina.

Pia sta facendo la spesa al reparto macelleria di un supermercato. Fa la fila. La raggiunge Teresa, una signora sulla sessantina. Si conoscono. Pia parla con lei.

<<Ho visto il tuo affittuario andarsene via. Aveva con sé due grosse valigie. Spero ti abbia pagato tutto>>.

<<Mi deve ancora tre mesi d’affitto>> dice Teresa. <<Forse ha raggiunto la moglie che è andata a trovare i parenti, almeno così mi ha detto lui>>.

<<E tu ci credi?… Ma no. Ha ucciso la moglie, come nel film di Hitchcock>>.

<<Beh… E’ un tipo strano. Anche se non assomiglia a Raymond Burr… E poi lui è nero…>>.

<<A chi dovrebbe assomigliare?>>.

<<A Raymond Burr… L’attore, che poi ha fatto Perry Mason… E’ lui l’assassino nel film di Hitchcock>>.

Pia vede Marco che si avvicina con il carrello pieno di spesa e si rivolge a voce bassa a Teresa.

<<A proposito di tipi strani. Eccone un altro. Vive da solo eppure ha sempre il carrello pieno>>.

<<No… Conosco Marco da tanti anni. E’ una brava persona>>.

Marco le raggiunge e Teresa lo saluta.

<<Ciao Marco… Come stai?>>.

<<Ciao Teresa… Tutto bene. Grazie>>.

Pia fa finta di nulla, ma continua ad osservare il carrello di Marco mentre quest’ultimo dà un’occhiata alla lista della spesa.

56

Marion esce dalla cucina con una tazza di tè. Sembra annoiata, raggiunge la scrivania dove c’è un computer portatile aperto.

Si siede davanti al pc, l’accende, beve un sorso e naviga su Internet. Accede a Google Earth. Con il mouse si ferma sull’Africa.

Il volto della ragazza svela la sua nostalgia. Ingrandisce l’immagine.

Marion percorre il continente poi si ferma su un villaggio.

Marco esce dal supermercato con tante buste piene e si allontana dal posto con lentezza.

Pia esce a sua volta dal negozio con un paio di buste. Si guarda intorno. Vede Marco che si allontana.

Pia lo insegue a distanza di sicurezza per un bel pezzo, poi si ferma e l’osserva entrare nel portone condominiale in cui abita.

Pia torna indietro e va nella direzione opposta a quella di Marco.

57

Marion sta guardando alla televisione la sua soap opera preferita.

Marco esce dalla camera, prende il telecomando dalle mani di Marion e spegne il televisore.

<<Ma sei sempre attaccata al televisore! Non hai niente di meglio da fare?>>.

<<Sono prigioniera in questa casa. Non mi hai più fatto uscire dopo quella sera in discoteca e allora guardo la mia soap preferita… Voglio sapere come va a finire>>.

<<Che cosa racconta?>>.

<<La protagonista, Naomi, è una giovane e bella artista di circo. E’ corteggiata da un uomo, Christian, altrettanto giovane e bello – e in più ricco – che vuole sposarla>>.

<<Tutto bene allora. Qual è il problema?>>.

<<Qualcosa ostacola il loro amore e Naomi è costretta a confessarlo all’amato: lei è la figlia della Donna Barbuta che si esibisce nel circo, e Naomi non vuole sposarsi perché teme che i figli possano nascere e crescere tutti coperti di peli come la loro nonna. Naomi decide di sposare invece il lanciatore di coltelli, che l’ha chiesta in moglie, ma che non può avere figli a causa di un incidente sul lavoro: si è tagliato le palle con uno dei suoi coltelli>>.

<<E il suo innamorato che fa? Si rassegna?>>.

<<Christian non desiste e indaga sul passato della possibile suocera, la Donna Barbuta. Scopre così che lei, a causa dei suoi peli non ha potuto sposarsi e neppure avere i figli che ha tanto desiderato. Una notte, esasperata, la Donna Barbuta decise di rapire una bambina nel reparto maternità della città in cui era arrivato il circo. La bimba è quella che tutti credono sua figlia>>.

<<Dunque nulla sembra più opporsi al coronamento del loro sogno d’amore…>>.

<<Ma Christian in un momento di intimità con Naomi scopre che anche lei ha il suo stesso segno particolare: una voglia a forma di cuore. La circostanza lo insospettisce, la sorellina infatti era stata rapita anni prima, proprio nella stessa città dove ha agito la Donna Barbuta, e mai più ritrovata. I due protagonisti sono dunque fratello e sorella…>>.

<<E quindi questo matrimonio non si può fare…>>.

<<Ma la madre di Christian confessa al figlio che fu adottato proprio per lenire il dolore del rapimento. La voglia è un tatuaggio eseguito in ricordo della bimba rapita>>.

<<Allora le nozze si possono fare…>>.

<<Troppo facile. Il padre di Christian confessa che non è stato adottato per caso, era il frutto di una sua relazione illecita con un’amante, i due sono quindi fratellastri>>.

<<II matrimonio non si può fare, dunque…>>.

<<Ma la madre di Christian confessa che anche la figlia rapita è frutto di una sua relazione adulterina, dunque non sono fratello e sorella>>.

<<Allora il matrimonio si può fare?>>.

<<Vorrei saperlo anch’io. Forse ce lo dicono nella prossima puntata. La settantacinquesima>>.

<<Lo sai che ti stai rincoglionendo con la tv?>>.

<<Che altro posso fare? Non mi fai uscire… Ma non è vero che guardo solo la televisione. Sono agli arresti domiciliari e per evadere vado al computer che mi hai regalato e navigo>>.

Marion va al computer, lo accende e inizia a navigare.

<<Faccio lunghi viaggi con Google Earth. Come se fossi su un’astronave, dall’alto vedo continenti, oceani. Scopro paesi che non conosco. I miei viaggi vanno sempre nella stessa direzione. Mi avvicino all’Africa, rivedo il villaggio dove ho vissuto prima di partire per l’Europa, dove ho studiato in una scuola di suore italiane…>>.

<<E’ per questo che parli bene l’italiano. Soffri di nostalgia?>>.

<<No. Ho solo brutti ricordi, ma non riesco a farne a meno. Mia madre è stata stuprata da un mercenario bianco e poi è morta nel darmi alla luce. Non puoi aiutarmi a ritrovare la mia infanzia che non ho mai vissuta? Cantami una ninna nanna!>>.

Marco accarezza il volto di Marion con tenerezza.

<<Mia madre mi cantava questa ninna nanna, ma non è molto allegra…>>.

Marco canta.

Ninna nanna per chi è morto / e ancora non se n’è accorto. / Dormi dormi mia piccina / non ti svegliare domattina. / Non ti devi svegliare più / nella fossa tu vai giù. / Fai in fretta, fai in fretta / c’è la mamma che ti aspetta. / Ti aspetta nell’aldilà, / quant’è lunga l’eternità!.

Marion si addormenta.

Marco la stende sul divano e l’avvolge in una coperta.

58

<<Le assicuro. A me piacciono le donne!>>.

Eva reprime uno sbadiglio. In genere quelli che fanno un’affermazione simile sono dei gay che non vogliono ammettere di esserlo. Neanche con se stessi.

Quello che aveva fatto la perentoria affermazione, faccia scialba, del tutto privo di fascino, anche se davvero gli piacevano le donne era probabile che non ne avesse conquistate molte nella sua vita.

Eva è nella redazione di L’ultimo desiderio ad ascoltare richieste e proposte degli aspiranti concorrenti della trasmissione e sta pensando cosa volesse l’omino e come fare per liberarsene in tempi ragionevoli.

<<Una sera dalla finestra di casa mia guardai distrattamente l’appartamento di fronte al mio. “Un nuovo arrivo” mi aveva detto la portinaia. In quel momento una donna aprì la tenda. Una donna bellissima! Guardi non sto esagerando… Una magnificenza straordinaria! Corpo di proporzioni perfette, il volto magicamente truccato, labbra rosse e morbide. Da baciare. Un fondo tinta leggero ma che rendeva la pelle un velo di seta. Qualcosa di orientale nello sguardo ma appena accennato. Un seno che premeva come volesse uscire dall’abito da sera, nero e aderente. Tacchi altissimi, da vertigine…>>.

<<Ho capito. Gran bella donna. E lei?>>.

<<Io mi sarei fatto calpestare, da quei tacchi… Disteso per terra, ai suoi piedi. Poi lei uscì. Per andare a una festa, pensai. Il giorno dopo spiai la finestra del vicino. Volevo vedere come lei era al mattino…>>.

<<E com’era?>> chiede Eva, un po’ incuriosita dal racconto.

<<Guardai e vidi un tizio che si stava preparando per andare al lavoro. Un modesto impiegato, mi è sembrato. Era un omino di mezza età con tendenza alla calvizie, di bassa statura. Banale di faccia. Possibile che una donna così affascinante vivesse con uno così squallido? Tutte le sere spiavo la vicina. Sempre stupenda con un vestito diverso ogni sera e il giorno dopo vedevo lui che andava al lavoro infilato nel suo abito grigio. Ero incuriosito e chiesi notizie alla portinaia, che sapeva sempre tutto dei vicini. Le domandai chi era la coppia che era venuta nell’appartamento di fronte a casa mia>>.

<<Coppia? Quale coppia? Di fronte a lei è venuto ad abitare uno scapolo>> mi disse. <<Un impiegato di banca>>.

<<Rimasi sorpreso, come può immaginare. Allora chi era la bellissima? Volli scoprirlo. Me ne ero invaghito. Una sera, prima che lei uscisse, andai a suonare all’appartamento. Mi aprì. E lì ebbi una sorpresa straordinaria!>>.

Ora anche Eva si è interessata alla vicenda. <<Era l’amante del vicino?>>.

<<No. Era il vicino. Per evadere dalla sua grigia realtà, ogni sera lui si travestiva da donna. Raramente andava a qualche festa. Restava vestito da donna nella solitudine del suo appartamento. Mi confessò di spendere quasi tutto lo stipendio nell’acquisto di quegli abiti vistosi, in raffinati prodotti di bellezza. Mi mostrò il suo guardaroba>>.

<<E lei?>> chiese Eva.

<<Rimasi affascinato da una realtà a me sconosciuta. Lui se ne accorse e mi convinse a provare qualche abito, qualche cosmetico. Sono rimasto conquistato dalla mia immagine al femminile. Le ho detto che mi piacciono le donne e io mi piacevo, come femmina>>.

<<E poi che è successo?>>.

<<Sono diventato sempre più esigente in materia di travestimento. Ho incominciato a sottrarre di nascosto qualche vestito dal guardaroba di mia moglie, ho comprato anche qualche abito più lussuoso…>>.

<<Auguri per la sua nuova vocazione. Ma L’ultimo desiderio cosa può fare per lei?>>.

<<Purtroppo ho una brutta, bruttissima notizia in proposito.

<<Arturo… Il mio amico travestito si chiama Arturo, ha scoperto di avere un male incurabile, ormai in fase avanzata e ha un desiderio nascosto. La vostra trasmissione è in grado di realizzarlo, insieme a me. Ormai siamo complici…>>.

<<Sentiamo. Qual è questo desiderio?>>.

<<Lui ed io vogliamo esibirci… vogliamo fare un numero musicale insieme… Arturo è innamorato di Marilyn Monroe. Vorrebbe fare il numero di Gli uomini preferiscono le bionde, ricorda? A me darebbe il ruolo di Jane Russell… Anche io sono bruno scuro, sotto la parrucca>>.

Puntata singolare in onda a L’ultimo desiderio.

La telecamera inquadra il numero musicale dei due travestiti truccati come Marilyn Monroe e Jane Russell inguainate in due aderenti abiti rossi ricoperti di lustrini e con un vertiginoso spacco sulla gamba sinistra.

<<These rocks don’t lose their shape, diamonds are a girl’s best friend…>>.

59

Un giornalista legge le notizie del telegiornale locale.

<<In un centro di accoglienza per richiedenti asilo si sono verificati violenti scontri tra migranti cattolici e islamici>>.

All’immagine del giornalista si sostituiscono le riprese degli scontri.

<<La causa è stata una partita di calcio presto degenerata in una vera e propria battaglia che si è poi estesa a tutti gli ospiti del centro. Si teme che simili atti di violenza possano diffondersi in tutto il paese>>.

Mezzo busto del giornalista.

<<A questo proposito vediamo e sentiamo le opinioni raccolte dalla nostra inviata>>.

Un giovane africano è ripreso a mezzo busto.

<<Gaston non è certo Cristo risorto ma per me e per tutti i diseredati come me rappresenta un modello di riscatto e di speranza>>.

Una coppia di mezza età viene intervistata sullo sfondo di una strada.

<<Vi sentite minacciati per gli scontri in atto tra i migranti islamici e quelli di fede cristiana?>>.

<<Certo che abbiamo paura. Siamo nel duemila e ancora dobbiamo subire le guerre di religione…>>.

Primo piano della moglie.

<<Poi magari fanno pace tra loro e decidono di fare la guerra a noi che non c’entriamo nulla…>>.

Un signore di mezza età è ripreso in primo piano.

<<Io non sono razzista ma la colpa è di quel negro che crede di essere Cristo!>>.

Primo piano della inviata.

<<Lei ritiene che il migrante diventato famoso per le sue predicazioni sia un mitomane?>>.

Controcampo sul signore di mezza età.

<<Macché mitomane! Quello è un negro!>>.

60

Maria e Gaston tentano di rimettere ordine nel centro di accoglienza devastato.

Sollevano sedie e tavoli rovesciati, spazzano frammenti di bottiglie e di piatti.

<<Tutto questo per colpa mia… Speravo che la partita fosse un’occasione di fratellanza tra noi e loro e invece…>>.

<<Che dici? Le tue intenzioni erano buone…>> sostiene Maria.

<<Semmai la colpa è di Marco. Non mi intendo di calcio, ma mi sembra che come arbitro lui ne sappia meno di me. E poi le violenze sono venute dagli islamici… Mi riesce sempre più difficile giustificarli…>>.

<<Se si ama solo chi ci ama, qual è il merito? Si devono amare soprattutto quelli che non ci amano>>.

Entra Emilia carica di giornali.

<<Eccolo l’uomo del giorno! Sapevo che ti avrei trovato qui! I giornali parlano degli scontri ma soprattutto parlano dell’uomo che li ha provocati. Ciao Maria…>>.

<<Ciao Emilia… Guarda che Gaston non aveva certo intenzione di causare questi disordini!>>.

<<Lo so, ma non ha importanza. Tutto questo ha creato un fantastico ritorno di immagine per Gaston… Non sai le telefonate che ho ricevuto per invitarti a telegiornali e dibattiti televisivi… C’è persino una proposta per farti partecipare a Ballando con le stelle .

<<Che cos’è?>> chiede Gaston.

<<Lascia perdere… Ma ti pare possibile tutto questo?>> commenta Maria.

<<Perché ti scandalizzi? Se Gaston vuole fare arrivare la sua parola a tante più persone deve sfruttare i social, soprattutto adesso. Sul suo profilo Facebook le reazioni sono divise tra quelle favorevoli e quelle contrarie, tra chi lo ritiene un Dio che può fare miracoli, che può salvare il mondo, e chi lo vede come un pericolo, un’altra delle tante manifestazioni di integralismo religioso… Io mi occupo dell’immagine di Gaston perché credo nell’importanza del suo messaggio>>.

<<Già e magari anche nei vantaggi che per riflesso ricavi dalla sua notorietà…>>.

<<Guarda che il mondo reale è questo, che ti piaccia o no, e a proposito di vantaggi ti faccio notare che ne ha avuti anche la tua associazione di volontariato, proprio sfruttando la fama di Gaston. Se lui davvero vuole scomparire, non c’è problema. Il mondo dei media ha vita sempre più breve, basta fare silenzio per un po’ e il riflettore si sposta altrove e si scompare nel buio>>.

 

61

Pia è ferma sul pianerottolo dell’appartamento di Angelo. Teresa arriva con le chiavi. Le consegna a Pia.

<<Non sarà violazione di domicilio?>>.

<<Ma figurati… Non ti paga da tre mesi!>>.

Pia apre la porta ed entrano entrambe.

<<Ecco siamo come Grace Kelly nel film. Tu non le assomigli tanto… Devi dimagrire un po’… Fatti bionda>>.

<<Parla per te>>.

Filippo e Carlo sono fermi sul balcone di casa Parodi. Si passano il binocolo.

Vedono Pia e Teresa che passano da una stanza all’altra, come se stessero cercando qualcosa d’importante.

Pia e Teresa vedono pezzi di anatomia femminile da cui è fuoriuscito del liquido rosso. Sangue? Poi scoprono un secchio della spazzatura pieno di stracci insanguinati. Sembrano sconvolte.

Si guardano. Un attimo in silenzio.

<<Visto?… Ho sempre ragione io. E’ un assassino>>.

 

Angelo arriva in casa alle loro spalle.

<<Chi è un assassino?>> chiede.

Pia e Teresa si voltano, pallide in volto e vedono Angelo, che si avvicina con fare minaccioso.

Le due donne sono impietrite, non riescono più a emettere un suono.

Angelo le osserva con aria infastidita e interrogativa.

 

Prima che l’uomo riesca a raggiunge le due intruse, giungono due carabinieri, chiamati dai vicini.

Uno dei due carabinieri punta la pistola su Angelo mentre l’altro si rivolge alle donne.

<<Che succede?…>>.

Si rivolge poi ad Angelo.

<<Mani in alto!.. Che fai qua?>>.

Angelo obbedisce e replica.

<<Questa è casa mia!>>.

Teresa interviene.

<<Non lo è più… Sono tre mesi che non mi paghi l’affitto>>.

Mentre Angelo e Teresa si guardano in cagnesco, Pia rincara la dose rivolgendosi ai carabinieri.

<<Questo signore ha ucciso sua moglie. E l’ha fatta a pezzi… Controllate di là>>.

<<Non è vero… Faccio lo scultore e questi pezzi di gambe e braccia femminili sono le mie opere. Commemorano i femminicidi>>.

Uno dei carabinieri vede un pezzo di anatomia sul tavolo della cucina. Un rivolo di sangue cade giù da esso.

I due carabinieri sembrano intenzionati ad arrestare Angelo, che si sbriga a spiegarsi.

<<Quei pezzi sono solo delle sculture di gesso. Il sangue è decorativo. E’ anilina. Si tratta solo di un equivoco… Aprite la mensola. Vedrete i contenitori>>.

Uno dei carabinieri apre la mensola e scopre la verità. Ci sono tanti contenitori di anilina e gesso.

L’altro si rivolge ad Angelo.

<<Allora vuole sporgere denuncia contro queste due signore?>>.

<<No… Stavolta lascio correre>>.

Teresa guarda Pia in malo modo. Si scusa con Angelo e i carabinieri.

Si rivolge al suo inquilino. <<Ma ricordati di pagarmi l’affitto”.

Angelo annuisce. I militari e le due donne escono dall’appartamento di Angelo.

Rimasto solo, tira un sospiro di sollievo e va a chiudere la porta di casa.

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