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TRA PASSIONE E VISIONE: LA BELLEZZA TRASCENDENTALE IN BACH

Data:

SULLA CURA DELL’ANIMA: UNA RICREAZIONE DELLO SPIRITO ESIGENTE, TRA SENTIMENTO E MISTERO DELLE VARIAZIONI DI GOLDBERG 1745

Le trentadue variazioni di Goldberg sono un’opera per clavicembalo composte da Johann Sebastian Bach fra il 1741 e il 1745 e pubblicate a Norimberga dall’editore Balthasar Schmid. Le variazioni sono dedicate al giovane Goldberg, nonché allievo di Bach, a quel tempo in servizio a Dresda come maestro di cappella presso il conte von Brühl.

L’opera si presuppone come una vera e propria architettura del suono modulare composta da 32 brani disposti seguendo schemi matematici e aritmetici.

La motivazione nasce dal presupposto del conte Hermann Carl von Keyserling, ammiratore di J. S. Bach, all’epoca della pubblicazione dell’opera era ambasciatore russo presso la corte di Dresda. Essendo un grande appassionato di musica classica, prese sotto la propria protezione il giovane promettente Goldberg ( Danzica1727 – Dresda 1756) in modo che potesse studiare con il figlio maggiore di J. S. Bach, Wilhelm Friedmann.

La storia narra nel 1740 il conte, fiutando il talento del giovane Goldberg, lo mandò a Lipsia affinché studiasse con lo stesso J. S. Bach, si diffuse cosi la sua fama da virtuoso, si narra che potesse leggere qualunque spartito a prima vista, persino se posto al rovescio del leggio: il compositore compone la prima Variazione de l’Aria mit verschiedenen Veränderungen nel 1740 e altre trentadue diverse variazioni per clavicembalo il quale il primo biografo di Bach, fu Johann Nikolaus Forkel (1749-1818) scrive;

“In cattiva salute, il Conte soffriva sovente d’insonnia, e Goldberg che viveva in casa sua, doveva distrarlo, in simili occasioni, durante le ore notturne, suonando per lui in una stanza attigua alla sua. Una volta il Conte disse a Bach che gli sarebbe molto piaciuto avere da lui alcuni pezzi da far suonare al suo Goldberg, che fossero insieme delicati e spiritosi, cosi da poter distrarre le sue notti insonni.”1

Sempre il biografo di Bach, J.N. Forkel narra un’aneddoto risalente al 1802 dunque scrive; “Bach concluse che il miglior modo per accontentare questo desiderio fosse scrivere delle Variazioni, un genere che fino allora non aveva considerato con molto fervore per via dell’armonia di base, sempre uguale. Sotto le sue mani, anche queste Variazioni divennero modelli assoluti dell’arte, come tutte le sue opere di quest’epoca. Il Conte prese a chiamarle, da allora, le “sue” Variazioni. Non si stancò mai di ascoltarle e, per lungo tempo, quando gli capitava una notte insonne, chiamava: “Caro Goldberg, suonami un po’ le mie Variazioni”. Mai Bach fu ricompensando tanto per un’opera come in questo caso: il Conte gli diede in dono un calice pieno di 100 Luigi d’oro. Ma tale opera d’arte non sarebbe stata pagata adeguatamente nemmeno se il premio fosse stato mille volte più grande.”2 (J. N. Forkel)

Si entra nel mistero delle Variazioni, quando in epoca moderna alcuni musicologi non concordano col racconto tramandato da Forkel, poiché la sua prima edizione del 1742 non presenta alcuna dedica. Dubitano quindi che un ragazzo di quindici anni, quale era Goldberg nel 1742, possedesse il talento prodigioso e la tecnica necessaria per eseguire l’esecuzione della prima Variazione de l’Aria.

La pubblicazione del frontespizio della prima edizione dell’opera, porta le seguenti indicazioni in tedesco: Clavier Ubung / bestehend / in einer ARIA / mit verschiedenen Veraenderungen / vors Clavicimbal / mit 2 Manualen. / Denen Liebhabern zur Gemüths- / Ergetzung verfertiget von / Johann Sebastian Bach / Königl. Pohl. u. Curfl. Saechs. Hoff- / Compositeur, Capellmeister, u. Directore / Chori Musici in Leipzig. / Nürnberg in Verlegung / Balthasar Schmids. “ La pratica per strumenti a tastiera, che consiste in un’ARIA con diverse variazioni per clavicembalo con due manuali, composta per gli intenditori del ristoro dello spirito, l’editore era amico di Bach, Schmid stampò l’opera incidente con lastre di rame anziché utilizzare caratteri mobili, perciò le annotazioni nella prima edizione sono scritte di pugno da Schmid, contiene anche errori di stampa.

Il lato “romantico” di quest’opera é che solo Beethoven gli si avvicina per grandezza, compongono oltretutto una melodia sublime che segue un’aritmetica decisa sulle Variazioni che partono dal basso, composto da trentadue battute in 3/4 con un ritmo lento di sarabanda. Sul basso viene svolta l’aria ma essa serve anche da base per tutte le altre trenta variazioni. Un’opera vera e propria definita “ il miracolo della creazione musicale “ Le note sprigionano il sentimento di eterna mutualità scritte con impeto e sentimento, da un temperamento romantico.

Andreina Sergi

1 La bibliografia di Bach contenente l’aneddoto riportato in precedenza nell’articolo é: Johann Nikolaus Forkel, Über Johann Sebastian Bacs Leben, Kunst und Kunstwerks, Lipsia, Hoffmeister und Kühnel, 1802.
2 Bach – Variazioni di Goldberg, ediz. Breitkopf

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