“Super Mario World”: 30 anni di un mito

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Nella primavera del 1992, con due anni di ritardo rispetto al lancio giapponese, finalmente anche il pubblico dei videogiocatori europei poteva mettere le mani sulla nuova e rivoluzionaria (per i tempi) console Nintendo a 16 bit: il mitico Super Nintendo (o Super Nes). Il divario nei confronti della rivale SEGA – che, giocando d’anticipo, si era tuffata nell’era del 16 bit con il Mega Drive già nel 1988 in Giappone, e nel 1990 anche in Europa – fu colmato immediatamente, e questo soprattutto grazie al gioco incluso nella confezione della console: Super Mario World.

Erede diretto di quel capolavoro che era stato Super Mario Bros. 3, terzo e ultimo capitolo della serie uscito per il glorioso NES  (il predecessore a 8 bit del Super Nintendo), Super Mario World stabilì un nuovo standard qualitativo nel genere videoludico del platform bidimensionale, imponendosi sin da subito come una pietra miliare nella storia dei videogiochi.

Sfruttando la potenza della console, della quale metteva in mostra le notevoli capacità tecniche (si vedano la coloratissima grafica e gli innovativi effetti di rotazione e trasparenza), Super Mario World riproponeva, espandendole, le peculiarità che avevano reso Super Mario Bros. 3 un gioco innovativo ed evoluto rispetto ai predecessori, come, ad esempio, i tanti livelli di gioco presenti e la loro collocazione all’interno di una mappa che consentiva al giocatore, in alcune fasi, di poter scegliere tra percorsi alternativi per avanzare nel gioco. In World, grazie alla batteria tampone implementata all’interno della cartuccia per il salvataggio dei progressi (non c’erano ancora le memory card), quella dei percorsi alternativi rappresentava un’appetitosa “sfida nella sfida” per i perfezionisti che, per ottenere l’agognato “96” – numero che indicava il totale dei livelli presenti nel gioco, quindi ne rappresentava il completamento al 100% – sul file dovevano riuscire a trovare tutte le uscite alternative all’interno dei molti livelli che le prevedevano. Tali uscite permettevano di sbloccare livelli segreti, oppure fungevano da scorciatoie per abbreviare il percorso del giocatore verso la conclusione. Pur non essendo un requisito necessario per finire il gioco – per fare ciò bastava arrivare all’ultimo livello e sconfiggere l’acerrimo nemico di Mario, Bowser –, tale trovata ne aumentava a dismisura la longevità, spingendo i giocatori a ripetere – altra possibilità introdotta qui per la prima volta – livelli già superati per scoprirne tutti i segreti e completare così la mappa del gioco. Un traguardo a dir poco ambito, da conseguire sia per la soddisfazione personale, sia per far invidia gli amici! Un’idea che ha fatto scuola, diventando un elemento quasi fondamentale per questa tipologia di giochi.

Ma le novità non finivano qui. Oltre al nuovo potere di “Mario cappa”, che consentiva al baffuto idraulico di svolazzare per alcuni secondi tramite l’utilizzo di un buffo mantello, in Super Mario World faceva la sua prima apparizione uno dei personaggi destinati a imporsi tra le mascotte più amate della Nintendo: Yoshi. La sua importanza e la sua immediata presa sul pubblico sono testimoniate dal fatto che il seguito ufficiale di Super Mario World, intitolato Yoshi’s Island (del 1995: un altro capolavoro, ancorché molto diverso dal predecessore), sarà dedicato proprio al dinosauro verde, promosso da comprimario a protagonista assoluto del nuovo capitolo della saga mariesca.

Super Mario World fu un successo annunciato, e non poteva essere altrimenti, visti i nomi coinvolti nel progetto: nella veste di produttore, il geniale Shigeru Miyamoto, tra i più importanti autori videoludici di sempre, inventore di Mario, oltre che di personaggi del calibro di Donkey Kong e Zelda; il grande programmatore e autore Takashi Tezuka, designer dei precedenti capitoli della saga di Super Mario Bros, qui in cabina di regia alla guida del formidabile team di sviluppatori Nintendo EAD; il compositore Koji Kondo, autore delle più belle colonne sonore dei giochi targati Nintendo.

Nato all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso come una semplice figura stilizzata rivestita di pixel chiamata “Jumpman” nel gioco Donkey Kong, a partire da Super Mario Bros. in poi Mario ha rapidamente conquistato i cuori di generazioni di giocatori, diventando il personaggio più celebre e amato della storia dei videogiochi, oltre che, a detta di molti, un vero e proprio “eroe popolare”. Di più: Mario è ormai un’autentica icona pop! Un personaggio amatissimo ancora oggi, grazie a giochi del calibro di Super Mario Galaxy e Super Mario Odyssey, che, come i titoli lasciano intuire, hanno dato una bella rinfrescata alla saga lanciando Mario alla conquista di nuovi orizzonti, senza però sconfessare la tradizione e conservando quella “Nintendo Difference” che rende i giochi Nintendo unici e inimitabili.

Francesco Vignaroli

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