Kingdom, un’opera magnifica metafisica

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Ci sono volte in cui anche un critico, un giudice o un giornalista ha serie difficoltà a fare la recensione o a esprimere un suo punto di vista su uno spettacolo teatrale, questo è uno di quei casi. Partiamo con il definire Kingdom un’opera magnifica metafisica e meta teatrale, utilizzo questo termine meta teatrale perché come non si vedeva da tempo si è adoperato uno sguardo diretto ed indiretto verso il pubblico. Cercherò di spiegarmi meglio. Il teatro si suddivideva tra luogo scenico e video che seguivano la vita e le vicende di questa famiglia, adoperando una macchina da presa, e sullo schermo si vedeva ciò che vedeva la macchina da presa ma nel frattempo si poteva vedere con lo sguardo anche il teatro in sé, quindi in un certo senso si può dire che anche tutto quello che è esterno alla telecamera e tutto quello che è nascosto agli occhi della telecamera poteva essere ugualmente visto, quindi si poteva definire tutto come un abbattimento della parete anche cinematografica. Lo spettacolo puramente internazionale è stato visto per la prima volta come prima nazionale naturalmente in lingua completamente francese ma con i sottotitoli in italiano – o meglio, gli attori in scena parlavano in francese e sullo schermo della telecamera oppure in quel nero dello schermo teatrale venivano trascritti i sottotitoli in italiano.

È stato davvero molto toccante poiché si sono toccati dei temi che possono essere definiti non solo post-moderni, perché ci rifacciamo a qualcosa che è sempre storicamente attuale quali lo scontro tra famiglie, si ricordi il Romeo e Giulietta di William Shakespeare, rappresentando lo scontro interfamiliare ed intrafamiliare nell’ambiente teatrale, fattore che in generale proprio nel vissuto di vita quotidiana è sempre vero, popolare e soprattutto attuale. Si parlava di tradimenti, di cose dette, non dette, dire realtà e verità un po’ nascoste, il tutto sempre con questo gioco di attori che osservavano, ma facevano finta di non sapere che ci stava un pubblico a guardarli. Gli attori, recitando, perfettamente mostravano un metodo Stanislavski, erano entrati nel personaggio di persone che vivevano in montagna come se effettivamente quello che stessero facendo fosse la loro vita quotidiana e che il teatro non fosse stato altro che una rappresentazione per noi. Naturalmente era tutta una forma teatrale fatta in maniera eccellente. Una cosa che si dovrebbe dire un pochettino al ministero dei beni culturali italiani, cioè quello di finanziare un po’ di più le strutture teatrali ed investire un po’ di più sull’arte in generale, poiché possono fuoriuscire delle perle del genere, perché uno spettacolo come questo può essere definito solo una perla. Inutile dire che gli applausi interminabili erano d’obbligo, ma vorrei essere un pochettino più preciso per elencare tantissime altre cose meravigliose. C’è stato anche un addestratore di cani, perché ci stavano anche dei cani come attori. In scena c’erano dei veri e propri animali: oltre a due cani, un meticcio ed un lessie almeno, così mi è sembrato, era subentrato anche un lupo ed attenzione non parliamo di un cane lupo cecoslovacco ma di un vero e proprio lupo, questo fa comprendere come investire sull’arte e più specificamente sulla cinematografia, sulle iconografie, come l’arte a 360 gradi riesca a far emergere degli spettacoli stupendi. Si è ravvisata solo l’ignoranza oserei dire di una persona o due che forse a loro avviso nobiliare fin troppo snob oserei dire perché davvero si cade nel ridicolo in certe occasioni soprattutto perché ci troviamo nel 2023 e dubito che esistano ancora i nobili barone, baronesse che pretendono poltrone d’oro, sedute estremamente confortevoli. Una rappresentazione super precisa per il biglietto che abbiamo pagato eppure a qualcuno non è piaciuto lo spettacolo e quindi ripeto: ignoranti, perché ignorano completamente ciò che hanno visto.

Lo spettacolo è stato stupendo e anche molto contemporaneo e spiego subito il perché è stato citato più volte dai bracconieri di Mosca. Si è parlato di cugini e questo non mi fa che pensare all’attuale guerra tra Russia e Ucraina, un gioco davvero maestrale per poter inserire questa tematica all’interno di un’opera teatrale che parlava appunto di scontri di famiglia, di misteri della foresta, di notizie svelate.

A poco a poco Eddy capitola e questa è una cosa davvero super interessante perché il tutto era svolto in capitoli, che come sappiamo possono essere anche leggermente più brevi rispetto agli altri oppure più specifici oppure più paghi e più generici. Comunque parlarne senza aver visto lo spettacolo è davvero difficile perché sono quei tipi di spettacoli che senza la visione fisica comportano una difficoltà immane nella descrizione. La trama può sembrare così semplice ma il problema è che tutto il contesto parte da una scenografia magnifica. Vi voglio solo far capire che all’interno del teatro era stata costruita una struttura in legno o meglio per essere più specifici una casa vera e propria in legno, erano stati portati degli alberi veri non finti ma veri attenzione a questo termine veri. E’ stato creato un canale acquatico, una barca, cioè io davvero non so come farvi capire quanto è stato investito per questo spettacolo, quanto specifica e speciale e soprattutto quanta amore dedizione hanno impiegato non solo gli attori, ma soprattutto gli scenografi e i musicisti, con una musica assolutamente perfetta suonata con timpani e strumenti come lo xilofono e il triangolo, le campane, campanelli che hanno reso l’idea della foresta del bosco e soprattutto sapevano come essere adoperati al meglio e non è una cosa banale e soprattutto non è una cosa da tutti. Quindi consiglio solamente di vedere questo spettacolo qualora ce ne fosse la possibilità perché spettacoli così capitano solo tre o quattro volte in un anno se si è fortunati.

Emmanuele Paudice

ph Salvatore Pastore

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