Al Teatro Donizetti di Bergamo, fino al 6 febbraio 2022
Il titolo è universalmente noto, soprattutto grazie al film di Frank Capra, interpretato da Gary Grant, adattamento, a sua volta, di un grande successo teatrale di Broadway di Joseph Kesselring.
Il New York Times giudicò la commedia “così divertente che nessuno la dimenticherà mai”.
La vicenda ha come protagonista Mortimer Brewster, severo critico teatrale, che deve vedersela con la sua famiglia di pazzi assassini: due amabili, anziane zie zitelle, che uccidono i coinquilini con un vino di sambuco corretto con arsenico, un vecchio zio, convinto di essere Theodore Roosevelt, che cerca di scavare il Canale di Panama in cantina (dove, tra l’altro, sono sepolte le vittime delle sorelle), un fratello assassino, che a sua volta ha in carico un cadavere da nascondere in cantina… Lo spettacolo è liberamente ispirato alla regia di Mario Monicelli del quale, nel 2020, ricorreva il decimo anniversario della scomparsa. Ambigua sarebbe la catalogazione di questa creazione, che si situa tra la dark comedy e il giallo che si tinge di rosa. L’autore, Kesselring è stato capace di creare una macchina teatrale ben congeniata e di sicura (ancorché facile) presa sul pubblico: lo stanno a dimostrare le migliaia di repliche in tutto il mondo: debutto a Broadway nel 1941 (cinque anni di repliche) con Boris Karloff nel ruolo di Jonathan, film di Frank Capra nel 1944, debutto in Italia con la compagnia Morelli – Stoppa nel1945, al Teatro Quirino di Roma.
All’interno di un impianto scenico classico, che ricorda le pièce d’antan, agisce una compagnia omogenea per qualità interpretativa, in cui spiccano, per bravura, due attrici primarie quali Anna Maria Guarnieri e Marilù Prati. La Guarnieri, la cui voce conserva intatta la dolcezza e la dizione bella e cristallina, è zia Martha mentre la Prati, con spigliatezza e brio, è zia Abby.
Leandro Amato, con grande senso del ritmo e della brillante vis comica, interpreta con appropriatezza lo scapolo Mortimer. Completano il cast Totò Onnis, nei panni del vecchio zio Teddy; Luigi Tabita è il sinistro Jonathan, assassino seriale dalle fattezze mostruose, che con la complicità dell’alcolizzato Dottor Einsten, interpretato da Tarcisio Branca, fa concorrenza alla follia omicida delle due zie. Da citare, per cortesia, Maria Alberta Navello nei panni della briosa e innamorata Giulia. La serata, tuttavia è messa a dura prova dalla durata dello spettacolo, senza intervallo, che evidenzia i limiti del testo. Questo, seppur perfettamente tradotto da Masolino D’Amico, poteva essere ulteriormente sfrondato per favorirne la piacevolezza. Altra nota, da riportare per completezza d’analisi e critica, è da farsi al tono eccessivamente brillante cui la regia di Geppy Gleijeses ha piegato la commedia. La risata facile e l’eccessivo risalto alla battuta di colore, spavalda, infatti, non rendono giustizia al sarcasmo disilluso, e un poco scorretto, di Joseph Kesselring. Il pubblico partecipa allo spettacolo ridendo e applaudendo con sincero divertimento, senza mostrare stanchezze di sorta per tutta la lunga recita.
gF. Previtali Rosti