Roma, Teatro Lo Spazio, dal 17 al 20 e dal 24 al 27 febbraio 2022
E’ dai fumi dello schianto sotto il tunnel del Pont de L’Alma a Parigi, che si materializza, sul palcoscenico del Teatro Lo Spazio, una dimensione spirituale di Lady Diana, ancora inconsapevole di quel che è accaduto e che pian piano ricostruisce la sua vita, ancora a metà cammino verso “l’altra parte”. Una ricostruzione in prima persona, dove i sogni e le ambizioni di ragazza sono continuamente avversati dalla realtà rigida e glaciale dei protocolli monarchici, dal primo all’ultimo giorno della sua esistenza. Lei, una “nota stonata” in una partitura che non ammette iniziative al di fuori del prestabilito, ma amatissima dal popolo e dalla gente comune di ogni dove.
Sappiamo ormai tutto della storia di Lady Diana e molte cose sono state scritte, dette e rappresentate. Eppure il fascino che avvolge la sua persona sembra non finire mai. Il testo di Clelia Ciaramelli, agile, ironico e non pretenzioso, è un bell’omaggio alla sua memoria, interpretato con intensità dalla brava Annalisa Favetti, presenza scenica notevole e credibilità, e con un bel lavoro registico di Pino Ammendola che ha saputo esaltare l’aspetto surreale di questa pièce con l’ausilio della scenografia di Giuseppe Santilli, le suggestive luci di Giuseppe Lo Bianco e un sorprendente coro in presenza. Mi è piaciuta molto Annalisa Favetti, attrice che avevo visto in diverse commedie, alle prese con un ruolo non facile. Leggera ed agile come il testo, eterea ma anche sensuale, ha reso perfettamente il senso di una figura come quella di Lady D., di cui in questo spettacolo viene privilegiato l’aspetto umano ed intimo, con un afflato positivo verso la vita. Si replica fino al 20 e poi dal 24 al 27 febbraio.
Paolo Leone
Roma, Teatro Lo Spazio, dal 17 al 20 e dal 24 al 27 febbraio
Nicola Canonico per la Good Mood presenta:
Annalisa Favetti in: Lady D., di Clelia Ciaramelli.
Regia di Pino Ammendola. Scenografie di Giuseppe Santilli, Montaggio di Luca Conti, Grafica di Stanislao Cantono Di Ceva, Luci e fonica di Giuseppe Lo Bianco.
Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Lo Spazio nella persona di Maresa Palmacci.