L’8 MARZO SI PUÒ RICORDARE ANCHE COSÌ

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Tra breve si avvicina una ricorrenza che dura nella memoria del tempo, allacciata ai numerosi incendi nei luoghi di lavoro avvenuti in America, sia stata forse questa la “scintilla” che diede inizio ai vari movimenti femminili?

Innumerevoli furono le battaglie sostenute, sfidando i pregiudizi dell’epoca per ottenere una funzione più consona al loro essere, senza doverla segregare al ruolo imposto dall’uomo durante quel periodo… La lotta ottenne nel 1909, una data nominata “Giornata Internazionale della Donna” col raggiungimento di poter esprimere il loro pensiero nei seggi elettorali. Da quelle sciagure trascorse, l’8 marzo prese una svolta diversa, trasformandosi in una ricorrenza dal “tocco prettamente femminile” aggiungendo un grazioso rametto di mimosa. Su questa ricorrenza, sarebbe un bene ricordare alcuni nomi di donne che hanno fatto da “apripista” anticipando e abilitando la figura femminile nei settori lavorativi strettamente maschili. Nomi presi ad esempio, senza trascurarne altre pioniere, citando il nome di Maria Salomea Sklodowska, conosciuta come “Maria Curie”, attribuendole il premio Nobel per la fisica (1903) e chimica (1919) per la scoperta del radio e polonio, fu lei a coniare la parola: Radioattività, studiando le particelle di uranio. Le pagine di storia sono piene di personaggi illustri purtroppo dimenticati dalla maggior parte delle persone, come nel caso di Emma Strada a voi dirà ben poco, ma quando approfondirete la lettura, sarete rapiti da questa persona. Nasce a Torino il 18 novembre del 1884 conseguendo la maturità nel 1903 presso il liceo classico Massimo d’Azeglio, proseguì gli studi al Politecnico di Torino e cinque anni dopo, esattamente il 5 settembre, fu la prima donna a laurearsi col massimo dei voti, classificandosi terza su sessantadue partecipanti. La sua figura d’ingegnere (donna), si fece notare realizzando una galleria di accesso alla miniera di Ollomont in Valle d’Aosta. Da quel giorno in poi il suo percorso lavorativo fu tutto un successo, in Calabria ad esempio, non solo progettò ma costruì “l’automotofunicolare” di Catanzaro. Che dire di quando Emma Strada, si occupò anche dell’acquedotto pugliese (dalla parte calabrese), oppure durante la produzione e direzione degli scavi nella miniera d’oro di Macugnaga, di fronte al Monte Rosa. Oggi, una persona così sarebbe definita “una donna in carriera”, infatti, non si limitò a questo, nel 1957 pensò di promuovere il lavoro delle donne nel campo della scienza e tecnologia, fondando l’Associazione Italiana Donne ingegneri e Architetto (AIDA) insieme con Laura Lange, Vittoria Ilardi, Anna Enrichetta Amour, Alessandra Bonfanti e Adelina Racheli, diventando la prima presidente del gruppo. Di altro genere fu la donna che stiamo per descrivere… vi lascerà senza parole… cari lettori, ecco a voi: Hedwig Eva Maria Kiesler! Dai punti interrogativi “spuntati sulle vostre teste come nei fumetti” si direbbe che non avete mai sentito parlare di questa famosissima donna, noi siamo sicuri del contrario. Durante il breve trascorso di attrice con lo pseudonimo di Hedy Lamarr… ah, ora vi è più chiara la splendida figura di questa icona della celluloide… la sua bellezza ha fatto “girare la testa “ e innamorare molti uomini, forse perché è stata la prima donna a mostrare il corpo nudo nella sua prima apparizione cinematografica, non entreremo nel merito filmico, preferiamo descriverla come ingegnere, informandovi  su ciò che fece durante il periodo bellico. Nasce a Vienna (Austria) il 9 novembre 1914 Dalla sua terra natia riuscì a migrare in America, con la laurea in ingegneria sviluppando un apparato di guida a distanza per siluri in maniera da contrastare il nemico. Ed ecco la sorpresa finale… durante la seconda guerra mondiale, codificò un sistema su frequenze radio da tutti ignorato, oggi quell’apparato, conosciuto e usato in tutto il mondo è chiamato: Wireless… questo lo dobbiamo a lei! Esattamente quattordici anni dopo la sua morte avvenuta il 19 novembre 2000, il suo nome fu inserito nel National Inventors Hall of Fame. Per terminare questa piccola “galleria di nomi celebri” che potrebbe diventare molto più lunga (spazio permettendo), ecco alla ribalta Luisa Sargentini (Perugia 1877 – Parigi1935), conosciuta come Luisa Spagnoli per la sua catena di negozi d’abbigliamento presenti in tutto il mondo. Senza deludere l’affezionata clientela, dobbiamo svelarvi che non fu lei a crearla ma il figlio, poiché la Sargentini non era una stilista. Il suo ruolo primario per un certo verso è tutto di “baci e dolcezze”, giacché nel 1907 insieme al marito Annibale Spagnoli e altri soci fondarono a Perugia una piccola azienda dolciaria col nome di “Società Perugina” che ben presto divenne famosa per una piccolissima creazione… venuta “al Bacio” si potrebbe dire così! Frutto ingegnoso che ebbe nell’usare gli “scarti di lavorazione” (si fa per dire) invece di buttarli, così la mente fertile della Spagnoli li utilizzò ricoprendoli con del cioccolato formando intorno ad una gustosa e sublime raffinatezza…La loro particolarità è all’interno, dove in un minuscolo foglietto compare una frase celebre di autori, tutto racchiuso in un foglio di alluminio stellato, conosciuto in tutto il mondo come: Baci perugina… molto meglio del nome dato in precedenza! Donne simili sono esistite in ogni dove, facendo storia, ecco perché meritano, ed essere ricordate, non solo come donne, bensì per il ruolo conseguito durante la loro permanenza terrena…

Daniele Giordano

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