LA VILLA DI MASSENZIO
Attorno al cerchio che dalle mura
poi è circo, il recinto del padre:
la separazione nella vastità del gioco
nella distanza dalle grida al petto.
Lo spazio quello di una divinità filiale
oscura all’Impero, di una carne
che nella sprone invita ma diffida alla lotta.
“Aleggia, Valerio Romolo,
non confondere. In un mondo per te breve
tienti l’ombra. Ciò che fu pista e coro,
di senso- e di te-illusione animale
io ho raccolto in una pugna
che la croce non raccolse”.
ALMONE
Ciò che si compie
è fatto di affluenti
senza il cui corso
il fiume non arriva.
L’ Almone ricorda
il destino senza tempo del civis
attorno a cui Roma
nelle sue cadute si distende.
Nell’impassibile umiltà
del suo procedere lo celebra, lo bagna.
L’IDIOMA LUCENTE
(Palatino)
L’idioma lucente scoccato dal volto,
rivelato dal fiume- l’idea nell’accordo
che l’acqua non cancella ma riflette
nelle parti della colonna e dell’edera
dice del frammento la soluzione
della forma, il mattone dell’ente.
La storia sul tetto di fronde- mi chiedo-
l’ulivo ancora all’ombra dei maestri.