“Estate 2020”, il romanzo d’esordio di Andrea Ghidotti

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Andrea Ghidotti, giovane scrittore bergamasco, nel suo romanzo d’esordio “Estate 2020” racconta proprio questo: il sentimento di speranza che una villeggiatura “ordinaria” può significare quando la propria vita perde le sue coordinate, quando il futuro diventa incerto e deve fare i conti con un evento sconvolgente quale la pandemia.

Il legame forte tra Ghidotti e la cittadina di Pietra Ligure emerge nel romanzo come un filo rosso che porta lo scrittore a sperare in un prossimo ritorno alla normalità. Legame reale, tra l’altro, dato che la cittadina ligure è cara al giovane autore (oltre che per le tante amicizie qui collezionate negli anni) anche per il prezioso riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale, la quale, nella persona del vicesindaco e assessore Daniele Rembado, lo scorso 4 agosto ha permesso a Ghidotti di presentare il suo romanzo in piazza Vittorio Emanuele II durante la rassegna “Mercoledì sera con gli autori”.

Quando hai sentito l’esigenza di scrivere questo romanzo?

Innanzitutto grazie mille per l’opportunità di quest’intervista. Questo libro ho sentito l’esigenza di scriverlo durante il pesante lockdown della primavera 2020 quando, tra le sirene delle ambulanze, le incertezze, le lezioni in didattica a distanza e la paura di ciò che sarebbe accaduto in futuro, stavo vivendo un periodo veramente pesante. L’idea di scrivere il libro è stata un modo per cercar di sperare nel meglio e nel poter trascorrere un’estate (che fosse anche simbolo di un futuro) migliore.

Quanto c’è di autobiografico in questo tuo primo lavoro?

Tutto. È una sorta di diario in cui racconto in prima persona ciò che ho vissuto da inizio giugno fino a fine agosto. Scrivevo di notte, quando tornavo a casa: raccontavo ciò che vivevo durante quelle bellissime giornate estive.

Nel tuo libro si potrebbe dire che la pandemia apre gli occhi del tuo protagonista, facendogli comprendere l’importanza delle piccole cose (proprio come le vacanze trascorse a Pietra Ligure). Tu sei molto legato a questo paese: cosa ha significato per te quel luogo durante i mesi del lockdown?

Quel luogo ha significato speranza. Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel più buio che la nostra società abbia attraversato dalla mia nascita. Era quel qualcosa che mi distraeva dalla situazione tragica che stavamo vivendo in quel periodo.

Proprio nella cittadina ligure si è tenuta la primissima presentazione del tuo romanzo. Come è stato vivere quest’esperienza dopo il Covid? Potremmo dire che ha rappresentato una vera e propria ripartenza dopo la pandemia?

È stata una bellissima esperienza. Sia vivere l’estate 2020 in un modo diverso dal solito (incontrando più persone, godendo più vita sociale, con più stimoli a non perdere tempo), sia l’esperienza della presentazione: nell’estate 2021 grazie all’assessore alla cultura del comune di Pietra Ligure, Rembado, ho avuto l’opportunità di presentare il libro in piazza e di questo sono infinitamente grato.

Nel tuo libro parli tantissimo anche dello sport e di come esso possa essere una spinta e un motivo di aggregazione per i giovani. Puoi raccontarci come vivi il tuo rapporto con lo sport?

Gioco a calcio da quando avevo sei anni e tifo l’Atalanta da sempre: è la mia più grande passione. Il calcio mi ha aiutato molto, soprattutto quando frequentavo le medie e venivo preso in giro dai miei coetanei. Questa passione me l’ha trasmessa mio padre che è sempre venuto a vedere le mie partite e con il quale ho visto la stragrande maggioranza delle partite della squadra della nostra città. Devo solo ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto per me e anche per avermi trasmesso questa passione partendo da semplici calci ad un pallone nel giardino di casa.
Inoltre, mi piace paragonare la mia vita agli anni recenti dell’Atalanta: prima dell’ arrivo di Gasperini la Dea era una semplice squadra di provincia, né troppo forte né troppo scarsa, che sfornava prestazioni importanti ma aveva anche i suoi bassi. L’arrivo del lockdown è stato per me come l’arrivo di Gasperini: l’inizio è stato tragico, ma poi sono arrivati ottimi risultati, anche inaspettati.

Qual è, secondo te, il ruolo che ricoprono le discipline sportive in un presente tanto particolare come è quello che stiamo vivendo?

Secondo me possono essere un ritorno alla normalità a livello di socializzazione.
È sempre utile fare sport per tornare in forma fisica visto che siamo stati fermi per moltissimo tempo.

In che modo hai curato la promozione del volume?

L’ho promosso durante la scrittura tramite dei post. Infatti alla fine di ogni capitolo (dalla durata temporanea di circa tre giorni) postavo su Instagram una foto simbolica di quei giorni e nella descrizione inserivo numero (in romano) e il titolo del capitolo. In seguito alla stesura ho realizzato dei video per diffondere ciò che avevo fatto e nel mentre ho cercato una casa editrice. Avevo scritto a circa settanta editori e in cinquanta mi hanno dato un responso positivo, alla fine ho scelto Edda Edizioni, anche perché all’ultimo ballottaggio l’altra casa editrice si è dimostrata indisponente e ho scelto definitivamente con Edda, che mi ha aiutato molto anche nei mesi successivi e che mi ha dato fiducia decidendo di non correggere la mia opera perché non osavano mettere mano nel lavoro di un diciottenne che la trovavano pronta senza bisogno di revisioni.

Quali traguardi hai raggiunto attraverso la pubblicazione di “Estate 2020” e quali emozioni hanno suscitato in te?

Il più grande traguardo è stata la pubblicazione in sé. Ero incredulo all’arrivo del primo pacco, arrivato l’8 dicembre del 2020 e che sancì l’inizio della produzione. Questo libro in seguito si è classificato 91° su 2400 ad un concorso internazionale, con tanto di attestato d’onore. A dire la verità ancora non me ne capacito di ciò. Con il mio libro d’esordio, a diciotto anni, sono riuscito a superare scrittori (anche professionisti e stranieri) che scrivono già da prima che io nascessi. Ho svolto e sto dando molte interviste in questo periodo, ma mai potrò dimenticare la prima della mia vita, presso il “Giornale di Treviglio”. L’intervista è nata per caso, infatti mia mamma (o meglio agente) mentre era al mercato ha parlato con una signora di ciò che avevo fatto e lei le ha parlato di questo giornalista che cercava ragazzi da intervistare per un articolo simile. Detto e fatto, due sere dopo il giornalista è venuto a casa nostra per farmi domande riguardanti me e il mio progetto. Ero agitatissimo, ora invece sono più sereno quando le faccio e mi trovo molto a mio agio. L’altra invece è stata la mia prima presentazione dal vivo. A luglio sono andato presso il comune di Pietra Ligure, dove ho parlato con l’assessore Rembado del mio libro. Nel giro di qualche settimana ha organizzato una presentazione in piazza del mio libro. Quel giorno, girando per Pietra Ligure, ho capito veramente che avevo creato qualcosa di unico. Tutti i ragazzi mi facevano complimenti e mi sostenevano. Tanti sono venuti alla mia presentazione e in seguito abbiamo festeggiato. Un’emozione unica. Anche se ormai da un annetto tanti mi avevano dimostrato il loro affetto e la loro amicizia, quella serata ho sentito proprio il loro attaccamento e non smetterò mai di ringraziarli per questo. Tutta la scalata è stata stupenda e anche se ora sto facendo diverse interviste ogni volta cerco di raccontare sempre qualcosa in più e sto panche promuovendo il prossimo libro con diversi video (l’ultimo ha superato le 37 mila visualizzazioni su Instagram) per continuare a migliorarmi e a tener vivo ciò che sto facendo.

Perché dovremmo leggere il tuo libro?

Consiglio il mio libro perchè come detto prima può essere una testimonianza interessante e anche perchè è leggibile da tutti, infatti non è indirizzato ad un pubblico ristretto e chiunque potrebbe apprendere il significato.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto studiando al primo anno di Scienze della Comunicazione per poi diventare un giornalista. A proposito di questo, a settembre ho partecipato al Workshop di Sportitalia dove ho avuto l’opportunità di confrontarmi con giornalisti professionisti, giornalisti in erba e soprattutto me stesso, visto che abbiamo svolto delle prove di conduzione e telecronaca in diretta nazionale.
Intanto, oltre all’università, sto scrivendo un altro libro (il mio terzo, ma che verrà pubblicato come secondo) in cui parlo dei vizi dei ragazzi attraverso un romanzo con fatti e vicende reali che ho vissuto in Liguria. Lo sto promuovendo sui social con dei video ( se volete seguirmi, il mio account è @andre_ghido). Sto anche migliorando sull’ambito dell’organizzazione degli eventi.
Come seconda strada, nel caso il mio sogno di giornalista dovesse frantumarsi, intraprenderò la carriera di geometra di cantiere, visto anche che ho preso la maturità presso l’istituto tecnico geometri ed ho lavorato presso una ditta della Bassa Bergamasca… chissà cosa potrebbe accadere in futuro!

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