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A tu per tu con Montone e il suo nuovo Ep

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Oggi incontro e intervisto l’artista Montone, nome d’arte di Ferdinando Montone, musicista polistrumentista e autore che ha militato in tantissime band prima di iniziare a scrivere le sue canzoni in italiano nel 2017 e pubblicare nel 2019 il suo primo disco dal titolo “Slalom”. Vince il concorso per emergenti della rivista Classic Rock, che gli permette di esibirsi al Mei di Faenza. A novembre dello stesso anno è ospite della trasmissione televisiva Stracult, in onda su Rai2 con il suo singolo “Drink Tropicale”. Durante il lockdown studia da producer e fonda l’etichetta Himalaya Dischi, iniziando a collaborare e produrre artisti della scena emergente romana. Il 5 novembre 2021 esce il brano “Le 4 di notte”, seguito dal singolo “Le onde”. L’8 aprile 2022 esce “Una lunga notte”, il suo nuovo EP accompagnato dal singolo “Le cose che non contano”.

Ciao Ferdinando, benvenuto al corriere dello spettacolo. Voglio iniziare questa nostra intervista partendo da te: Mi parli del tuo rapporto con la musica?  

Ho iniziato con la musica piccolissimo. A cinque anni ho iniziato a studiare chitarra classica, poi mi hanno regalato la chitarra elettrica e all’età di 10 – 11 anni ho iniziato a suonare la chitarra in piccole rock band. Principalmente si trattava di musica rock. poi mi sono trasferito a Roma per fare l’università e ho iniziato a suonare anche per altri cantautori. Per qualche anno non ho scritto nulla, non ho fatto musica, mi sono solamente impegnato a fare il musicista per altri. Dopo tre o quattro anni ho ripreso e nel 2014 ho pubblicato un disco in lingua inglese con una band. Chiusa la mia esperienza con questa ho pubblicato un brano in italiano che si chiamava “Slalom” nel 2019 fino ad arrivare all’Ep “Una lunga notte”.

“Una lunga notte” è un EP che si muove tra cantautorato, elettronica e urban. Il filo conduttore che unisce i brani è la notte intesa non tanto come momento temporale quanto piuttosto come condizione dell’anima, un qualcosa che si ama ma da cui allo stesso tempo si vuole fuggire. Parliamo di questo Ep?

È composto da quattro canzoni, il filo conduttore – come sai – è la notte, proprio da questa è venuto fuori il titolo “una lunga notte”. Diciamo che le sfumature sono diverse, perché si parla della notte come spazio degli amanti, da cui nascono spesso le canzoni d’amore. Ma la notte fa riferimento anche al periodo che ho vissuto in questi ultimi due anni, soprattutto ci sono dei riferimenti nella canzone “le cose che non contano”, che fa riferimento a questo spazio incognito senza scendere nel dettaglio. Perché volevo una canzone che non scendesse nel particolare.

Hai anticipato anche la domanda sul brano “le cose non contano”, ma prima di farti un’altra domanda voglio riportare una tua dichiarazione, in cui parlando dell’Ep “Una lunga notte” hai detto: “è quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni e che forse continueremo a vivere ancora nei prossimi. È la voglia di abbracciarci e stringerci, negata da forze incontrollabili ed eventi totalmente inattesi. È il nostro perderci tutti i giorni dentro uno schermo, dimenticando di guardarci negli occhi, di toccarci, di ascoltarci, di pensare che forse stiamo sbagliando qualcosa”. Sono parole belle, importanti, testimoniano l’universalità delle canzoni dell’Ep, canzoni che non raccontano di te, dei tuoi momenti ma vanno oltre, uno sguardo verso la vita, l’essere umano, un invito a guardare le cose importanti, quello che abbiamo trascurato, cioè i sentimenti. Attualmente, hai degli appuntamenti live in programma?

Si farà qualcosa in estate. Non tanti appuntamenti, perché questo Ep è solo una parte, nel senso che ci sarà una continuazione con altri brani e quindi solo dopo penserò a fare più live.

La voglia di rialzarsi e di non smettere mai di lottare, anche se dentro il vuoto ti divora e fuori le città sono deserte e sembra che tutto il mondo in cui ci sentivamo al sicuro sia sparito. Sono queste le immagini del videoclip del brano “Le cose che non contano”.  Con queste parole ci salutiamo.

Grazie Giuseppe, un caro saluto a te e alla redazione.

Giuseppe Sanfilippo

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