Oggi incontro e intervisto la cantautrice Anna Turrei. Classe 1996, Anna è originaria di Sonnino in provincia di Latina. Appassionata di musica e spettacolo, fin da piccola si avvicina allo studio del canto e della danza. Nel 2018 si diploma al Mas Accademia Musicale di Milano e, dopo aver superato la prima selezione del programma “X-Factor” insieme alle “SwipeUP”, si posiziona al secondo posto nel concorso canoro “Microfono d’oro 2018”. Poco dopo vince il primo premio compilation del contest “Promuovi la tua musica 2019” con l’inedito “Watch Me Now”. Sempre nel 2019 partecipa al concorso internazionale di musica pop “Bucharest in Music”, aggiudicandosi il primo posto e nel 2020 partecipa a “X-Factor” Romania. Nel 2022 è finalista al Premio Lunezia conquistando il premio Radio Bruno. Prende parte inoltre nei Musical “We will rock you” e “Sogno di una notte di mezza estate” e interpreta il personaggio di Sofy in “Mamma Mia” mentre in “HAIR” veste i panni di Dionne, portando lo spettacolo in tour nei maggiori teatri italiani. Attualmente sta lavorando al suo progetto di inediti di cui “Le stanze delle mente” (Alta Sierra srl/Artist First) è il primo singolo disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 25 marzo scorso, prodotto da Vittorio Corbisiero.
Ciao Anna, benvenuta al corriere dello spettacolo. Ti faccio i miei complimenti per “Le stanze della mente”, un brano che rappresenta la trasposizione musicale di un viaggio all’interno dei ricordi lasciati nelle stanze della nostra mente. Con il trascorrere della vita queste stanze si riempiono: a volte restano aperte insieme ai ricordi più emozionanti e significativi, altre le teniamo chiuse per dimenticanza o per allontanare i ricordi più cupi e dolorosi. Ma poi basta un oggetto, un luogo, una persona e tutto torna in superficie. Un pezzo autobiografico in cui chiunque può immedesimarsi, basta chiudere gli occhi e aprire tutte quelle porte chiuse da chissà quanto tempo! Com’è nato questo bellissimo brano?
Devo dire che ho da ringraziare Rossella, una bambina a cui faccio la babysitter da tre anni a questa parte. Un giorno (ti parlo del 2020, quindi eravamo in piena pandemia) mi ha detto “avevo lasciato questo ricordo in una stanza della mente”, queste sue parole mi hanno illuminato, ho trovato nelle sue parole una bellissima visione. Poi tornando a casa per le feste di Natale, una notte, non riuscendo a dormire, ho ripensato alla frase pronunciata da lei e guardandomi intorno sono riaffiorati tanti ricordi, quelli che spesso accantoniamo senza rendercene conto ma che sono lì, pronti a riemergere grazie a una foto, a un giocattolo, e così via; allora ho preso carta e pena e ho iniziato a scrivere tutti i ricordi che tutti gli oggetti che vedevo mi evocavano. Poi questa lista l’ho lasciata da una parte. Tornando a Milano mi sono detta “perché non accomuno il fatto di avere una visione nella mente, fatte da stanze, fatte ricordi”. È così è nato il brano.
Un brano accompagnato da un videoclip, diretto da Enrico Cornalea e girato a Milano, laddove si racconta di una notte insonne durante la quale la protagonista viaggia all’interno della sua memoria. Lei da bambina, lei da adolescente, lei che coltiva il suo sogno fino alla scrittura del brano per poi tornare alla realtà e riuscire finalmente a prendere sonno. Cosa ti dicono le persone che l’hanno ascoltato?
Alle persone piace. L’aspetto positivo sta nel fatto che nonostante sia un brano autobiografico è molto generico. Molto spesso le persone mi dicono “ascoltandolo mi ha aperto molte stanze della mente”, oppure alcuni amici hanno rivissuto vari ricordi vissuti insieme.
Per i prossimi mesi che progetti hai in vista?
Nei prossimi giorni registrerò un altro singolo, quindi un secondo singolo. Ne abbiamo due in cantiere selezionati. Probabilmente uno uscirà a giugno mentre l’altro verso settembre.
Allora, in attesa di ascoltare i tuoi prossimi brani, ti ringrazio per il tuo tempo, ti auguro un buon lavoro e un grande in bocca al lupo per lo stesso e per i tuoi progetti, un caro saluto.
Grazie a te Giuseppe, un caro saluto a te e alla redazione.
Giuseppe Sanfilippo