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Alcina, un’opera straordinaria al Teatro del Maggio Fiorentino

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Mi è stata data l’opportunità di vedere il 26 Ottobre 2022 al Teatro del Maggio Fiorentino, a Firenze, Alcina, una delle opere più famose di George Friedrich Handel, compositore tedesco barocco.

Un’emozione immensa vedere dal vivo la protagonista Cecilia Bartoli nelle vesti di Alcina, una delle mezzosoprano più famose d’Italia e conosciuta in tutto il mondo. Lei, dotata di un talento musicale disarmante, con un carisma di tutto rispetto, avvolta da una individualità travolgente ed elegante. La sua tecnica interpretativa riesce a far sì che la sua voce possa cambiare ed adattarsi con estrema disinvoltura e genuinità a tutte le situazioni. Non solo ha un impatto vocale maestoso ed avvincente, ma calca il palco con imponenza e assoluta padronanza.

Sono stata immensamente travolta dalla sua bravura e da quella dei suoi compagni, tutti attori talentuosi e perfettamente calati nel personaggio interpretato. Da menzionare tra questi Carlo Vistoli, nelle vesti del povero Ruggiero. Non si può poi dimenticare la regia di Damiano Michieletto, che ha saputo intrattenere il pubblico con scene oniriche, effetti delicati e nello stesso tempo ad alto impatto simbolico, accarezzando profondamente l’intelligenza emotiva del pubblico. Un evento davvero indimenticabile, che resterà nel mio bagaglio vitae per sempre.

L’opera debuttò per la prima volta a Londra, presso il Covent garden il 16 Aprile del 1735. Il libretto dell’opera è del compositore napoletano Riccardo Borschi, che si rifà, vista la tematica centrale, che è l’incantesimo d’amore, all’Orlando furioso. La protagonista è Alcina, una maga che lega a sé il cavaliere Ruggiero con un incantesimo d’amore all’interno di un’isola incantata. Soltanto grazie a Bradamante, il cavaliere prenderà nuovamente consapevolezza, rendendosi conto dell’incantesimo che l’amata gli aveva inferto. A quel punto ad Alcina, lasciata sola con il suo dolore, non resterà altro che una cupa e sorda disperazione. Così prosegue l’opera, tra una scena e l’altra, con l’alternanza di vari personaggi. Un’opera intrisa di sfumature magiche e misteriose, con all’interno scene particolarmente suggestive, arie sognanti e penetranti. In tutto questo ovattato scenario quasi fatato, lo spettatore rimarrà a sua volta incantato fino alla fine, dove non potrà far altro che alzarsi ed applaudire con grande e grata commozione questo travolgente capolavoro di stampo barocco. Da riservare una breve considerazione anche alle arie cantate da Alcina e Ruggiero, come Ombre pallide (Alcina), e Verdi prati selve amene (Ruggiero).

In ultimo vorrei aggiungere: una volta nella vita, fatevelo questo magico regalo, andando ad assaporare l’estasi di questa meraviglia teatrale, benché sia molto difficile da trovare in cartellone. Buona Vita.

Elena Nesci

Foto Michele Monasta

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