Il fuoco di uno spento tramonto
È un assolo di canne vuote
questo amore,
che intinge gli steli
in acquitrini immobili.
Voci di vento
che incantano allodole
e profumano di violette e rose.
Amore che sospira e rapisce,
di oro tinge i giorni
e di cupo azzurro le notti
senza sonno.
Amore che divaga e non promette,
mastica parole come lame
e conta i giorni che separano
le vacue certezze.
Amore abbandonato
che sarà ricordo
come lettera portata
da un piccione viaggiatore.
Amore che rischiara e attizza
Il fuoco di un tramonto spento.
Il rumore della tempesta
Come solitario fantasma
mi aggiro
in questa immensa dimora.
Tra luci fioche di candele
e silenziosi pianoforti.
I tendaggi nascondono
ombre alla luce
respiri all’aria.
Ancora attende
il mio ritorno
la maestosa quercia in giardino,
non si posano più
passeri tra i rami,
solo il frinire delle cicale
spezza questo immobile silenzio.
In lontananza lampi azzurrini,
rischiarano la notte.
si ode appena il rumore
della tempesta che si avvicina.
La frastagliata pausa della guerra
Non sento più il silenzio e il freddo,
mentre mi incammino
nella luce perlacea dell’alba.
Il rumore della guerra è fermo.
Bambini dal pianto silenzioso
mi guardano passare
con muta rassegnazione,
tra le macerie e il fango.
Un sole acerbo,
dona tiepidi schizzi di arancio,
ai vetri frantumati,
alla sparpagliata distruzione.
Quel che resta di una porta
mal cela corpi straziati
e rovine di una casa.
Immortalo vita senza vita,
in scatti colorati
di disastro e di polvere grigia.
Immortalo occhi vitrei,
rivolti ad un cielo
senza stelle e senza sole.
L’ultima ombra sbiadita,
osserva impotente,
dietro un velo,
dietro un vetro,
la frastagliata pausa della guerra.